07/03/2016

Costa Rica obbligato a legalizzare la fecondazione artificiale

Uno Stato libero e sovrano può essere obbligato a introdurre la fecondazione artificiale? A quanto pare sì. Almeno in America Latina.

Il 1° marzo, infatti, la Corte Interamericana dei Diritti Umani ha notificato una sentenza dello scorso 26 febbraio, con la quale ordina al Costa Rica di prevedere una legislazione che consenta alle donne di accedere alla fecondazione in vitro (FIV).

Ovviamente, il fatto che tale tecnica preveda necessariamente la morte di numerosi embrioni, ovvero persone umane innocenti, non importa agli alti giudici della Corte. Chissà quali diritti umani difendono...

Così come sono del tutto trascurabili, secondo questi giudici,  i rischi anche gravi per la salute psico-fisica, sia per i bambini nati in tal modo, sia per le donne, sottoposte a pesanti bombardamenti ormonali e per sino per quelle che ricevono l’impianto. Tutto ciò per le toghe non conta. I figli sono un “diritto” e vanno ottenuti ad ogni costo e con ogni mezzo. Anche trattandoli come oggetti e trasformandoli in cose. Magari da buttare quando non funzionano o non corrispondono alle nostre aspettative.

In tutto questo chi ci guadagna? Naturalmente le industrie e le cliniche della fecondazione artificiale, che fanno soldi sulla pelle e sul sangue di donne e bambini.

Ebbene, la Corte Interamericana intima al Costa Rica di rispettare una sentenza del 2012, con la quale aveva già obbligato il Paese ad introdurre la FIV. A quanto pare, nel corso di questi anni, il Governo costaricense non ha emesso alcun decreto per adempiere tale verdetto giudiziale.

Per l’alta Corte, l’accesso alla fecondazione artificiale deve essere possibile sia nelle strutture pubbliche sia in quelle private. Vietarla, sarebbe una grave violazione del diritto alla vita privata e familiare delle coppie, del diritto all’integrità personale (ma non degli embrioni che vengono uccisi...), del diritto a decidere se avere figli biologici attraverso la tecnica di “riproduzione assistita” (leggasi fecondazione artificiale), il diritto alla salute riproduttiva e sessuale, e il diritto a godere dei benefici del progresso scientifico e tecnologico (bel progresso...).

Insomma, siamo di fronte ad una sentenza ideologica. Questa sì contro i diritti umani. E contro la libertà degli Stati.

Ha detto bene l’arcivescovo di San José, mons. José Rafael Quirós: fecondazione artificiale ed aborto appartengono alla “cultura della morte”.

Redazione

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