Una sanzione esemplare, pari a 100.000 dollari, sarà comminata a chiunque produca, spedisca o distribuisca pillole abortive in Texas. È quanto prevede un disegno di legge che il Senato dello Stato americano si prepara ad approvare per vietare l’aborto farmacologico e, soprattutto, andare incontro ai diritti delle donne di essere non solo correttamente informate sui gravissimi danni che le pillole portano, ma anche e soprattutto ad essere protette proprio da questi rischi, oltre che proteggere i nascituri nel grembo materno.
Il disegno di legge
Se da un lato tale disegno di legge - dal nome HB2880 - non prevede sanzioni penali, dall’altro consentirà ai singoli cittadini di intentare cause contro chiunque violi la nuova normativa, compresi i produttori di pillole abortive. Esso amplia dunque di fatto il noto Texas Heartbeat Act, secondo il quale un aborto non può essere eseguito dopo la rilevazione del battito cardiaco del feto, che come insegna la stessa scienza, si può già ascoltare intorno al ventunesimo giorno di gestazione.
Le sanzioni
Più nello specifico tutto parte da quando, lo scorso dicembre, la dottoressa abortista newyorkese Margaret Carpenter è stata sorpresa a spedire pillole abortive ad alcune donne in Texas. Di qui un giudice, dopo averla sanzionata con una multa di 100.000 dollari, le ha ingiunto di cessare le spedizioni. E ancora, all’inizio di quest’anno tre persone sono state arrestate con l’accusa di favorire l’aborto illegale, in quanto gestivano una rete di attività che praticava illegalmente aborti nell’area nordoccidentale di Houston. «Si tratta di pillole che vengono spedite in Texas direttamente alle donne, spesso senza istruzioni, senza richiedere la presenza di un medico e senza prevedere cure di follow-up», ha dichiarato il senatore Bryan Hughes, primo firmatario del disegno di legge. Pertanto «finora non siamo stati in grado di proteggere le donne», ha affermato con amarezza ancora il senatore, nella consapevolezza che il nuovo disegno di legge «è una dichiarazione forte su queste pillole e sui loro danni per i bimbi non nati e per le donne».
Gli effetti collaterali devastanti delle pillole
In uno studio recente, dal titolo The Abortion pill harms women (“La pillola abortiva danneggia la donna”) pubblicato dall’Ethics and Public Policy Center (EPPC), sono stati ribaditi i danni delle pillole abortive, dunque ormai consolidati nella letteratura scientifica, per quanto gli stessi vengano puntualmente ignorati o del tutto trascurati dagli abortisti. Nello studio in oggetto i ricercatori hanno infatti analizzato i dati pervenuti riferiti a «eventi avversi gravi», derivanti dall’assunzione di mifepristone e hanno riscontrato un tasso di eventi avversi 22 volte superiore rispetto a quello attualmente indicato dalla Food and Drug Administration (FDA). Tra queste complicazioni figurano in special modo emorragie, infezioni, sepsi, trasfusioni e ospedalizzazioni.
E in Italia?
Per quanto in Italia la pillola del giorno dopo e la pillola dei cinque giorni dopo non giungano tra i banchi di scuola in dono per le minorenni, come purtroppo accade ad esempio nel Regno Unito, esse sono comunque oggetto di una martellante propaganda ideologica anche da parte di numerosi professionisti dei consultori delle Asl, allorquando si recano soprattutto nelle scuole secondarie di secondo grado per i corsi di educazione alla sessualità. Così, in nome del “sesso sicuro”, si spalancano le porte alla potenziale morte di un bimbo appena concepito nelle sue prime settimane nel grembo materno. Infatti quando la dose ormonale assunta non riesce a impedirne il concepimento interviene sull’annidamento, impedendone la crescita una volta giunto dalle tube all’utero, sua prima casa. Questo il potenziale effetto più atroce, di cui purtroppo ancora oggi tante donne e ragazze sono spesso quasi del tutto inconsapevoli. Relativamente agli effetti collaterali di tali pillole sulla salute della madre vi sono non solo quelli in ambito cardiocircolatorio rilevati anche dallo studio poc’anzi menzionato, ma anche quelli legati all’infertilità, a quella stessa salute riproduttiva che pure si presume ingannevolmente di voler preservare proprio assumendo tali “bombe ormonali”.
Tra l’altro in piena pandemia, nel nostro Paese, l’allora Ministro della Salute Roberto Speranza si premurò di diramare nuove linee guida anche nel merito della RU486, che può così essere assunta senza ricovero obbligatorio, anche in day hospital e fino alla nona settimana di gestazione. In questo modo il SSN si deresponsabilizza ulteriormente e si compie un altro passo verso un’ulteriore privatizzazione dell’aborto, da cui scaturisce un lutto e un dolore lancinante che grava tragicamente sulla salute psicofisica della madre che assume questa pillola.