27/03/2020

Coronavirus. Anche nel Tennessee stop agli aborti, «non essenziali» per la salute

Anche in Tennessee, come in Ohio e in Texas, le cliniche che praticano aborti dovranno sospenderli immediatamente perché questo tipo di intervento è considerato «non essenziale» in questo frangente di straordinaria emergenza sanitaria. Lo scopo è quello di lasciare disponibili le forniture e i presidi medici per far fronte all’epidemia di coronavirus.

Lunedì scorso, infatti, il governatore del Tennessee, Bill Lee, ha emesso un ordine indirizzato a tutte le strutture mediche finalizzato ad interrompere qualsiasi forma di assistenza non essenziale specificando, in seguito, che la direttiva si applica anche alle cliniche abortiste

"L'ordine esecutivo è stato certamente elaborato al fine di fornire [dispositivi di protezione individuale] per l'assistenza sanitaria", ha dichiarato il governatore e in risposta ad eventuali polemiche ha specificato che l’aborto rientrerebbe in qualunque altra “procedura non essenziale” alla salute (“anzi!” ci verrebbe da aggiungere…) in un momento in cui tutti gli sforzi del personale medico e delle strutture sanitarie devono essere indirizzate a preservare la salute dei cittadini (cosa che evidentemente l’aborto non fa..).

E non si tratta solo di buone intenzioni perché la Free Press ha riferito che il procuratore generale dello stato è pronto a far rispettare l'ordine.

Anche in Texas alcune cliniche abortiste hanno chiuso temporaneamente o smesso completamente di eseguire interruzioni di gravidanza, in risposta ad un ordine del governatore pro-vita Greg Abbott, mentre altri centri abortisti stanno considerando eventuali opzioni legali in risposta e potrebbero continuare a svolgere normalmente la loro attività mortifera, nonostante un nuovo ordine esecutivo di Abbott che proibisce tutte le procedure mediche non essenziali fino alla metà di aprile. Ma dovranno essere pronte a pagarne le conseguenze: infatti il mancato rispetto dell'ordine esecutivo potrebbe comportare multe fino a $ 1.000 o 180 giorni di carcere.

Insomma, sembra proprio che, alla luce di quanto detto, l’emergenza coronavirus, insieme al triste bilancio dei decessi, stia inaspettatamente generando una vera e propria ondata di vita, almeno in America, dove sembra che la medicina abbia ritrovato il suo vero scopo, quello di preservare la vita e non di generare deliberatamente la morte dei pazienti.

 

di Manuela Antonacci

 

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