05/03/2021 di Manuela Antonacci

Cartoni Lgbt per i bambini. Al Politecnico di Milano c’è chi li vuole incentivare

 “Parlare di identità di genere e orientamento sessuale ai bambini sembra una sfida impossibile. PoliEdro ti invita a scoprire come i cartoni animati stiano includendo sempre più queste tematiche, raccogliendo consensi tra i genitori e spopolando tra i più piccini e non solo”.

E’ la descrizione dell’evento online che si terrà il prossimo 10 marzo, ad opera di PoliEdro che, come apprendiamo dalla loro pagina Facebook, è l'organizzazione di studenti del Politecnico di Milano che, da quasi dieci anni, si occupa delle tematiche LGBTI, tramite conferenze, cineforum, dibattiti. Adesso, dunque, sembra non bastare diffondere nelle scuole di ogni ordine e grado l’ideologia gender, ma bisogna penetrare anche nel settore dell’intrattenimento, soprattutto per bambini, in modo che nessun ambito, ma proprio nessuno, venga lasciato in balia del libero pensiero.

Anche i bambini, attraverso il tramite accattivante dei cartoni, devono sapere come pensarla in tema di famiglia, relazioni sentimentali e identità sessuale.

Come se non bastasse, di fronte a tutto questo si esulta, avendo il coraggio di affermare che i cartoni animati in cui vengono letteralmente imposte certe tematiche raccoglierebbero persino “i consensi dei genitori”. Cosa, questa, che non ci risulta affatto, considerate le numerose petizioni avviate in questi anni, in particolare contro alcuni cartoni e serie animate della Disney che da un po’ ha cominciato ad assumere un taglio decisamente gender-fluid.

Petizioni che, peraltro, hanno raccolto un numero esorbitante di firme, in tutto il mondo. Dunque, forse, gli studenti di PoliEdro dovrebbero informarsi un po’ meglio prima di entrare a gamba tesa, in certi argomenti e sfidando anche le eventuali ire dei genitori che, come testimonia il successo delle diverse petizioni, hanno influenzato persino gli autori di alcuni film animati della Disney (uno fra tutti Frozen 2) che rischiavano di diventare il solito cavallo di Troia per introdurre l’ideologia LGBT nel mondo dei bambini.

 

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