16/09/2019

Canada, ventisei associazioni pro life private dei fondi federali

La censura è il mezzo senza dubbio più usato, da certa politica, per silenziare i pro life e ciò che sta accadendo in Canada ne è la dimostrazione. Ben ventisei organizzazioni, alcune delle quali centri di aiuto alla vita, non hanno ricevuto i finanziamenti stanziati dal governo, sembrerebbe semplicemente perché pro life.

Nel 2018, infatti, il Partito Liberale di Justin Trudeau introdusse modifiche ad hoc, al programma Canada Summer Jobs (iniziativa che prevede finanziamenti per i gruppi che assumono studenti nel periodo estivo) che stabilisce, come condizione principale, per poter ricevere fondi, la sottoscrizione di una dichiarazione con cui si afferma che le idee dell’organizzazione concordano con una serie di principi in realtà tanto cari alla sinistra, tra cui il “diritto” all’aborto.

La questione, in realtà è particolarmente grave e controversa se si considera il fatto che in Canada è possibile abortire per tutti e nove i mesi di gestazione, senza alcun particolare motivo.

Ma fatto sta che il dipartimento dell’occupazione e dello sviluppo sociale del paese, ha dichiarato non idonei al fine di ricevere i finanziamenti, 403 candidati per il programma Summer Jobs Canada, in quanto, secondo le nuove regole, il denaro non può essere utilizzato per combattere l’aborto.

Tutto questo sarebbe attestato da una serie di documenti che testimoniano che il governo federale ha operato, in modo mirato, per fare in modo che i pro life non ricevessero alcun finanziamento.

Ad esempio, le associazioni che sono state private dei fondi hanno dichiarato di aver ricevuto una lettera di questo tenore: «Si prega di fornire ulteriori informazioni o chiarimenti su ciò che la vostra organizzazione fornisce alle donne che chiedono di accedere ai servizi di salute sessuale e riproduttiva. Il governo del Canada definisce i servizi di salute sessuale e riproduttiva come comprensivi di educazione sessuale, pianificazione familiare, prevenzione e risposta alla violenza sessuale e di genere, aborto sicuro e legale e cure post-aborto».

Un modo come un altro, insomma, per costringere le associazioni a rinnegare le loro attività e dunque i loro principi.

Una vera e propria discriminazione ideologica che ha ricevuto il plauso dell’Abortion Rights Coalition of Canada, che pare abbia giocato un ruolo importante nello spingere il governo a operare in questo modo. Un clima culturale davvero antidemocratico che ha spinto Catherine Robinson, portavoce di Right To Life UK, a dichiarare: «ll governo di Trudeau è impegnato in una discriminazione ideologica contro i pro life. Le loro azioni li emarginano per il solo motivo che sono pro life».

 

di Manuela Antonacci

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