17/06/2019

Blitz sfumato degli abortisti francesi, legge bocciata

Il Senato francese ha fatto marcia indietro sulle proposte di modifica della legge sull’aborto del Paese. Lo scorso 7 giugno, il Senato francese ha adottato una legge che aumenta il ritardo legale in cui è possibile per le donne ottenere un aborto, da 12 settimane a 14 settimane. Solo 22 senatori si erano presentati al voto. Ma pochi giorni dopo, il corpo legislativo ha ribaltato la sua decisione in un secondo voto finale sul disegno di legge.

Scotto per i pro aborto francesi che già cantavano vittoria. «Il Senato non è esattamente una camera progressista, quindi non siamo molto sorpresi, ma siamo molto delusi», ha detto Véronique Séhier, co-presidente dell’organizzazione di pianificazione familiare della Francia, in un’intervista con France 24. Gli abortisti francesi spingono da anni le proposte di allungamento delle settimane di gestazione per abortire, anche se è a tutti noto che la maggior parte degli aborti in Francia avviene prima delle 10 settimane. La verità è ben altra, in Francia sono in calo i centri medici nel Paese che offrono l’aborto, e più di 130 centri sanitari che praticano aborti sono stati chiusi tra il 2001 e il 2011. Non ci si illuda, le pillole del giorno dopo e la contraccezione chimica semplicemente hanno alterato i numero degli aborti e reso meno ‘conveniente’ mantenere aperte strutture e fornire servizi.

Tra le ragioni sostenute da promotori della legge, bocciata, sono state evidenziate ragioni molto gravi tra cui quella che lo screening per soggetti analoghi alla sindrome di Down può aver luogo solo quando una persona è incinta di circa 11-14 settimane (eugenetica allo stato puro). Il senatore del partito socialista francese Laurence Roussignol aveva presentato l’emendamento il 7 giugno. L’emendamento affermava che «non esiste un consenso scientifico su un periodo di tempo necessario» per consentire un aborto sicuro e che il cambiamento «rappresentava un miglioramento dei diritti sessuali e riproduttivi delle donne». L’emendamento, come detto, era stato poi bocciato lo scorso 11 giugno con 205 voti contrari e solo 102 a favore, in un secondo voto che era stato concesso per la scarsità dei presenti nella seduta precedente (soli 22 presenti). Il partito conservatore francese, Les Républicains, aveva chiesto un secondo voto, affermando che c’erano stati troppi senatori assenti dal primo. Forse non è ancora completamente scampato il pericolo, infatti il Ministro della salute Agnès Buzyn ha detto che il disegno di legge potrebbe essere ripreso nel prossimo settembre.

La retromarcia del Senato francese arriva poche settimane dopo che lo Stato dell’Alabama negli Stati Uniti ha ridotto di molto le possibilità di aborto, anche in caso di stupro o incesto, scatenando le proteste. Altri Stati americani hanno seguito l’esempio, con la Louisiana, la Georgia, il Kentucky, l’Ohio e il Mississippi che promulgano le leggi che vietano l’aborto dopo la sesta settimana di gravidanza. L’esecutivo Macron sta entrando a piedi pari su tutti i temi bioetici, inclusa la fecondazione artifiale per le coppie lesbiche e per le donne singles, tema questo molto dibattuto negli ultimi anni e che ha registrato sempre una stragrande maggioranza di contrari.

Macron prosegue imperterrito per la sua strada, ma anche sui temi di bioetica e vita, i francesi con o senza i loro ‘gilet’, vanno per un altro sentiero.

Luca Volontè

Fonte: France 24

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