17/10/2019

Bella ma insicura: chiede l’eutanasia

Se il valore della vita umana poggia su un criterio soggettivo come quello della “dignità” che può essere continuamente ridefinito in base alle circostanze e i contesti in cui questo concetto relativo si applica, allora qualunque motivo può arrivare a giustificare il suicidio. Può capitare infatti che persino una ragazza giovane, carina, felicemente fidanzata e di appena 23 anni desideri farla finita e nella maniera più inesorabile e immediata: con l’iniezione letale. Parliamo di Kelly, una giovane belga che è tormentata da una falsa idea di se stessa: «Quando mi guardo allo specchio, vedo un mostro. Davvero, non mi piace ciò che vedo». Sembra una sorta di suggestione psicologica quella che la sta portando al suicidio.

Tuttavia, la sua richiesta potrebbe non trovare accoglimento. La comunità belga è allarmata e non sono esclusi passi indietro sulla questione. Infatti, dopo la legalizzazione dell’eutanasia in Belgio, le conseguenze sono state devastanti, basta dare un’occhiata ai freddi numeri: da 235 i casi di soggetti che hanno fatto ricorso all’eutanasia nel 2003, sono diventati oltre 1.000 nel 2011, fino ad arrivare agli oltre 2350 del 2018.  Questa terribile strage starebbe provocando l’opposizione di molti psichiatri e di gran parte dei cittadini, riguardo il ricorso all’eutanasia per chi ha problemi psicologici. È quanto testimonia anche un libro scritto proprio da infermieri e medici belgi, dal titolo “Euthanasie, l’envers du décor” (“Eutanasia, il rovescio della medaglia”) un testo che si basa su diverse testimonianze, ampiamente sostenute da riferimenti bibliografici e documentali in cui viene riportato che prima dell’approvazione della legge belga sull’eutanasia, nel 2002, molti erano stati i dubbi e gli allarmi lanciati da diversi importanti organi istituzionali, riguardo i rischi di una deriva suicida incontrollabile che si sta puntualmente verificando adesso.

Eric Vermeer, psichiatra e infermiere specializzato in Cure palliative sottolinea, nel libro, come la Commissione che aveva lavorato al progetto di legge sull’eutanasia, avesse previsto i forti condizionamenti che sarebbe entrati in gioco. A causa della condizione di fragilità psicologica del paziente, infatti, esisterebbe il pericolo grave e reale che la richiesta di fare ricorso all’eutanasia, in realtà non rifletta la vera volontà dell’individuo.

Per lo stesso motivo, la comunità belga pare non aver preso bene la decisione di Kelly che, infastidita da tanta indecisione, ha detto di sentirsi discriminata. Eppure, il suo gesto di lucida follia era stato addirittura tenuto nascosto ai suoi genitori e ai suoi fratelli e questo la dice lunga sulla ponderatezza e dunque sulla lucidità e la consapevolezza della sua scelta.

 

di Manuela Antonacci
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