12/11/2013

Alla marcia per “Caserta che vuole vivere” anche l’associazione No194

Alla Marcia c’era anche l’Associazione  NO194 per ricordare che anche l’aborto provoca tumori

Sabato mattina a Piazza Pitesti, in partenza per la marcia “Caserta vuole vivere” c’erano anche diversi rappresentanti dell’associazione No194, per la vita contro l’aborto. Lo scopo era quello di ricordare ai presenti che anche l’aborto, provoca tumori e quindi la morte. Caserta, infatti, tra i tanti mali ai quali è sottomessa presenta anche le centinaia di vittime, morte a causa dell’aborto nella clinica San Anna. L’aborto, infatti, non solo uccide una vita nascente ma è anche causa di tumori nella madre. La dottoressa Rossana Cirillo, primario di ostetricia e ginecologia all’ospedale Villa Scassi di Genova, dopo 25 anni di aborti alle spalle è diventata obiettore di coscienza proprio per questo: per difendere le donne dal tumore al seno. Ha detto ”Non ho mai conosciuto mamme pentite di non aver abortito, invece ne ho viste tante tormentate dopo l’aborto fino ad ammalarsi di tumore al seno. Non solo: non di rado l’aborto (quello naturale) è provocato anche da un’alimentazione tossica. Quanto basta per partecipare alla marcia per la Vita voluta da don Antonello Giannotti. Un buon motivo anche per dare visibilità all’associazione No194, che tutti i primi sabato dei mesi dispari a Caserta organizza la manifestazione “9 ore per la vita”. L’evento, che si svolge contemporaneamente in tutta Italia ed in particolare presso gli ospedali di Aosta, Torino, Genova, Milano, Vicenza, Trieste, Piacenza, Firenze, Perugia, Padova, Roma, Campobasso, Potenza, Cosenza, Catania Cagliari e Caserta si avvale del sostegno morale del Direttore dell’Ufficio Pastorale della Salute dott. Don Antonio Iazzetta e delle associazioni NO194, Alleanza Cattolica e Rinnovamento dello Spirito. “L’occasione della marcia – spiega il presidente dell’associazione Mesolella – è particolarmente significativa se si pensa ai 6 milioni di concepiti (secondo i dati ufficiali ministeriali) soppressi dall’entrata in vigore della legge 194. Un legge che d’altra parte non ha eliminato la piaga degli aborti clandestini che, solo in Italia, sono oltre 30 mila all’anno (vedi scandalo Villa Gina). A dimostrazione del fatto che la legalizzazione dell’aborto non ha per nulla sconfitto la piaga della clandestinità, ma ha aggiunto ad essa, un altro male legalizzato. L’aborto, del resto non è privo di oneri per lo stato se si pensa che è gratis per le donne che devono abortire, ma costa anche 4 mila euro per i contribuenti.

Fonte: Il Mezzogiorno

Festini

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