31/08/2020

Aigoc: su che basi le linee guida Speranza sulla RU486?

Nel suo comunicato stampa del 28 agosto scorso, l'Associazione Italiana Ginecologi e Ostetrici Cattolici critica in modo scientifico la decisione del Ministero della Salute di consentire l’utilizzo della RU486 senza ricovero ospedaliero fino alla nona settimana di gravidanza.

I medici dell'Aigoc hanno cercato sul sito del Ministero della Salute il testo per verificarne le fonti, ma non lo abbiamo trovato: chi sa perché?

Abbiamo cercato sul sito dell’AIFA il testo della Delibera dell’11 agosto 2020 e della Determina del 12 agosto 2020 ed in entrambi i documenti abbiamo trovato scritto quanto segue: “Considerati i dati del sistema di sorveglianza delle interruzioni volontarie di gravidanza (IVG) farmacologiche, inclusi anche nelle relazioni sull’attuazione della legge 22 maggio 1978 n. 194 del Ministro della Salute al Parlamento, da cui si evince la comparabilità delle procedure medica e chirurgica, in termini di efficacia e di sicurezza, evidenziando la sicurezza del farmaco anche per trattamenti effettuati oltre il termine dei 49 giorni, nonché l’assenza di differenze nel profilo di sicurezza tra le donne ricoverate e quelle che avevano fatto ricorso alla dimissione volontari dall’ospedale...".

Quindi le modifiche dell’AIFA al foglietto illustrativo sono basate sui dati offerti dalle Relazioni al Parlamento del Ministro della Salute sull’applicazione della legge 194/1978 !

Quindi si basa su dati incompleti! Basta confrontare le tabelle pubblicate nelle Relazioni ministeriali e riportate nel testo completo del comunicato stampa che potete leggere  cliccando qui  e che contraddicono  platealmente le asserzioni di cui sopra. Infatti dalle Relazioni risulta che il numero totale di complicazioni registrate nelle ivg farmacologiche nel 2018 (551) è addirittura superiore a quello totale registrato in tutte le ivg fatte nello stesso anno (414), pur essendo le ivg farmacologiche solo il 20,63% di tutti gli aborti volontari!

Anche riguardo alla mortalità materna le Relazioni Ministeriali sottostimano il dato segnalandone 2 nel 2014 ed una nel 2016. Il Primo Rapporto ItOSS Sorveglianza della mortalità Materna anni 2013-2017 segnala altre due morti, cui si aggiunge un’altra morte segnalata nel Rapporto Regionale Mortalità e Morbosità Materne in Emilia e Romagna: la mortalità per aborto volontario farmacologico è 11,64 volte maggiore di quella per ivg chirurgica.  

Al di là della questione oggettiva sull'aborto chirurgico o medico, i ginecologi dell'Aigoc chiedono comunque che «nel formulare pareri tecnici di pubblica utilità non venga per lo meno offesa l’intelligenza di chi legge questi documenti».

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.