07/08/2021

Abortisti che fanno esperimenti sulle donne

Keisha Atkins è morta durante un aborto nel 2017,  presso il Southwestern Women's Options ad Albuquerque, nel New Mexico.
I documenti alla base delle accuse dell'associazione Abortion on Trial descrivono in dettaglio alcuni degli eventi che hanno portato alla morte della Atkins, e contengono informazioni su un esperimento condotto dagli abortisti Carmen Landau e Shelley Sella  su 501 donne, a loro insaputa: somministrare mifepristone (RU 486) anche a gravidanza avanzata, per indurre il parto (l'aborto tardivo è in realtà un parto indotto di un bambino che verrà ucciso poco prima, o durante, o subito dopo...).  
La clinica è nota perché pratica aborti tardivi fino a 32 settimane e oltre, in alcuni casi.
Secondo il rapporto di Abortion on Trial - che assiste legalmente le donne post abortive - sono state parecchie le donne che hanno denunciato gravi emorragie e altre complicazioni serie. 
La Atkins, che era incinta di sei mesi,  ha ricevuto anche ossicodone, fentanyl  (un narcotico più potendete della morfina) e altre sostanze  diverse volte nell'arco di tre giorni. Era ricoverata in day hospital, quindi la sera tornava nel suo albergo senza alcun controllo medico.
Il terzo giorno,  le è stato prescritto nuovamente Fentanyl, Versed (che aiuta a dimenticare gli eventi traumatici) e Oxycodone, ma  ha iniziato a soffrire di difficoltà respiratorie ed è stata trasportata dai paramedici in un vicino ospedale a causa di "difficoltà respiratorie". dove è morta per setticemia.
 
Anche la sorella della Atkins, Nicole, ha sofferto per un aborto in quella clinica: le  lacerazioni cervicali subite l'hanno costretta a un'isterectomia e  gli organi del suo bambino, abortito a 17 settimane, sono stati dati per la ricerca presso l'Università del New Mexico senza il suo consenso.
 
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