Siamo pronti a mobilitare i cittadini e le famiglie genovesi e fare le barricate contro il programma ideologico ed estremista Lgbt del nuovo sindaco di Genova Silvia Salis. Lo faremo soprattutto contro l’ideologia gender nelle scuole genovesi, vigilando sul nuovo Ufficio dedicato ai temi LGBTQIA+, annunciato dal programma della stessa Salis. Abbiamo, purtroppo, l’esperienza del sindaco di Roma e del suo ufficio Lgbt guidato da Marilena Grassadonia, già presidente di Famiglie Arcobaleno, che in questi anni ha dimostrato tutta la sua fuaria politica e ideologica sulla pelle di bambini e adolescenti, spingendo quotidianamente la teoria gender e i progetti arcobaleno nelle scuole di ogni ordine e grado della Capitale. Non permetteremo che accada lo stesso anche a Genova né nel resto d’Italia, come tra l’altro chiediamo con la nostra Campagna nazionale “Mio Figlio No - Scuole libere dal Gender” e una petizione popolare firmata da oltre 36.000 cittadini.
Non ci sorprende, inoltre, l’intenzione di Salis di aderire alla Rete Re.A.Dy e di reintrodurre il patrocinio comunale ai Gay Pride, come ci hanno abituato le amministrazioni di sinistra che così legittimano eventi ideologici che, con la scusa della giusta lotta ad ogni discriminazione, finiscono per portare in piazza richieste aberranti e contrarie alle legge italiana come l’utero in affitto, la transizione di genere per i minori, l’adozione per coppie omosessuali, la Carriera Alias nelle scuole.
Così Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia onlus, dopo l’elezione di Silvia Salis a sindaco di Genova, appoggiata dai partiti di centrosinistra tra cui Partito Democratico, Alleanza Verdi e Sinistra e Movimento 5 Stelle.
