11/01/2020

La deriva etica della tecnologia potenziativa

Mondi futuristici come quelli di Blade Runner o Cyberpunk non sono poi così lontani dalla nostra realtà in cui vige il dominio della tecnologia sulla vita umana. In ambito medico negli USA, per esempio, si sta testando l’applicazione Ginger.io che installata negli smartphone di pazienti con patologie come il diabete ne monitora la salute e invia i dati in ospedale. In campo industriale, da tempo, la Volkswagen ha affiancato agli operai dei robot che si occupano delle fasi più pesanti della catena di montaggio.

Ma la tecnologia potenziativa oggi non viene utilizzata solamente a fin di bene, con fini lavorativi e curativi: viene anche impiegata spesso senza esser preceduta da un’adeguata riflessione etica. È questo il caso della genetica, per esempio, della fecondazione artificiale che procura la morte di centinaia di migliaia di esseri umani e viene utilizzata a scopi eugenetici.  È lecito programmare le qualità psico-fisiche del proprio figlio? L’amore di un genitore non implica un dono gratuito che vada oltre le peculiarità del figlio? Domande, queste, che si dovrebbero porre gli scienziati, i finanziatori e i possibili fruitori. 

Anche l’Intelligenza Artificiale che ingloba quelle tecnologie raggruppate sotto l’espressione di “realtà aumentata” in cui parti meccaniche interagiscono con il corpo umano incrementando il suo potenziale di approccio alla realtà come i famosissimi Google glass, può essere motivata da ideologie anti - umane, per esempio dal transumanesimo e postumanesimo.

L' “umanesimo” era un movimento culturale nato nel ‘400 in Italia diffusosi poi in Europa nel corso del ‘500 e imperniato attorno ai valori della filosofia classica greco-romana e alla riscoperta dell’uomo. L’Umanesimo quattrocentesco recupera una visione maggiormente antropocentrica rispetto al teocentrismo medievale anche se la riflessione religiosa continua ad occupare un posto privilegiato nella filosofia dell’epoca. 

Il trans-umanesimo e il post-umanesimo invece sono correnti ideologiche a-morali e a-metafisiche mosse dalla volontà di superare l’antropocentrismo, tipico dell’età umanistica, a favore del tecno centrismo ovvero l’imperialismo della tecnica.  

Non c’è un momento preciso che sancisca la nascita del post-umanesimo. Esso sembra essere piuttosto correlato ad una serie di filosofie e movimenti culturali che hanno cambiato il modo di intendere l’essere umano come il pensiero di Marx, Nietzsche, Freud. Karl Marx rivoluzionò la società scuotendo le coscienze del popolo verso una rivoluzione e fiducioso nelle possibilità della scienza; Friedrich Nietzsche sconvolse le certezze metafisiche e morali del pensiero occidentale tra le quali l’idea di Dio e di un ordine razionale del mondo; Sigmund Freud portò invece alla luce le zone d’ombra della coscienza che vanno a destabilizzare l’equilibrio dell’Io mettendo così in discussione l’assunto aristotelico di Homo Rationalis. Questi autori hanno preso parte e assistito ad una rivoluzione epistemologica con la conseguente crisi delle certezze in diversi ambiti come quello scientifico, religioso e antropologico.

Nonostante quindi non sia possibile individuare con certezza il periodo di nascita del postumanesimo lo studioso Neil Badmington indicò come data simbolica d’inizio di questo movimento il 1983, anno in cui nella copertina del settimanale statunitense Time è apparso come Man of the Year anzi Mahine of the year un computer, decretando così la crisi dell’essere umano o meglio la sconfitta dell’uomo da parte di una sua stessa creatura: la tecnologia.

Con il post-umanesimo la tecnologia si fonde con la persona fino a costituire il suo essere ontologico; l’uomo diviene un tutt’uno con la macchina a tal punto da superare l’umano e diventare post-umano, un cyborg appunto.

Il termine trans-umanesimo invece è stato coniato negli anni ’80 del secolo scorso dallo scrittore futurista F. M. Esfandiary conosciuto con lo pseudonimo FM-2030 avendo avuto, egli, la speranza di compiere 100 anni nel 2030 grazie alla tecnica; è morto nel 2000. 

Uno dei maggiori esponenti del trans-umanesimo è Nick Bostrom  che insieme a Davide Pearce ha fondato nel 1998 la World Transhumanist Association in seguito diventata Humanity+

Bostrom definisce il trans umanesimo come: «Un movimento culturale, intellettuale e scientifico, che afferma il dovere morale di migliorare le capacità fisiche e cognitive della specie umana e di applicare le nuove tecnologie all’uomo affinché si possano eliminare aspetti non desiderati e non necessari della condizione umana come la sofferenza, la malattia, l’invecchiamento e persino l’essere mortali». Come oltrepassare dunque le soglie della sofferenza, della malattia, dell’invecchiamento e soprattutto della morte? Ad oggi  la crioconservazione ovvero l’ibernazione del corpo a -196° in una soluzione di azoto, per molti è un valido espediente contro la morte qualora la tecnica venga perfezionata.

Grande speranza si nutre verso l’intelligenza artificiale che avrà il compito di creare una fusione perfetta tra la mente umana e quella artificiale, la psicofisiologia e le neuroscienze cognitive che dovranno occuparsi dello studio del cervello e delle sue manifestazioni comportamentali, la genetica con il compito di decodificare il genoma umano e la conoscenza dei singoli geni, le nanotecnologie che dovranno aprire la possibilità di inserire nanorobot nell’organismo umano per ripararvi qualsiasi organo. Tutte queste scienze contribuiranno a creare l’elisir dell’immortalità. 

Le parole di Bostrom riecheggiano anche nella dichiarazione dei principi transumanisti  in cui si sostiene che la tecnologia renderà possibile la ri-progettazione dell’umano superando i suoi stessi limiti non solo l’invecchiamento ma anche la finitezza dell’intelletto e le difficoltà psicologiche dovute al vissuto di una persona.

Si desidera l’assenza di divieti nell’impiego della tecnologia, in modo che questa sia priva di empasse morali che ostacolino l’utilizzo di tali metodologie e si auspica la creazione di luoghi d’incontro in cui progettare il futuro.

Il trans umanesimo e il postumanesimo comportano delle derive estremiste sull’utilizzo della tecnologia e della ricerca scientifica le quali, invece, se vengono utilizzate eticamente portano realmente alla risoluzione di molti problemi che affliggono il mondo oggi,  come ha sottolineato Papa Francesco all’Assemblea della Pontificia Accademia per la Vita: «L’odierna evoluzione della capacità tecnica produce un incantamento pericoloso: invece di consegnare alla vita umana gli strumenti che ne migliorano la cura, si corre il rischio di consegnare la vita alla logica dei dispositivi che ne decidono il valore. Questo rovesciamento è destinato a produrre esiti nefasti: la macchina non si limita a guidarsi da sola, ma finisce per guidare l’uomo. La ragione umana viene così ridotta a una razionalità alienata degli effetti, che non può essere considerata degna dell’uomo».

Veronica Zanini

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