01/03/2017

Utero in affitto e acquisto di 2 bambini? È tutto ok, a Trento

La “famiglia” gay è sdoganata anche in Italia: e l’utero in affitto fa diventare “genitori” (padre1 e padre2). La madre, al solito, non importa (è un “concetto antropologico”...)

Per la prima volta nella storia del nostro Paese, infatti, una coppia di omosessuali ha ottenuto il riconoscimento della propria genitorialità (???) verso due bambini comprati negli Stati Uniti con la pratica dell’utero in affitto. 

È quanto ha disposto la Corte d’Appello di Trento, che con un’ordinanza ha sancito il principio in base al quale un bambino può avere... due padri, a prescindere dal legame genetico. E a prescindere dal fatto che per averli abbiano fatto ricorso all’utero in affitto che in Italia è a tutt’oggi ancora un reato.

Come riporta l’Ansa, «nell’ordinanza, che porta la data 23 febbraio, si stabilisce un “principio importantissimo”, come spiega il direttore del portale di studi giuridici di “Articolo 29”, Marco Gattuso, e cioè “l’assoluta indifferenza delle tecniche di procreazione cui si sia fatto ricorso all’estero, rispetto al diritto del minore al riconoscimento dello status filiationis nei confronti di entrambi i genitori che lo abbiano portato al mondo, nell’ambito di un progetto di genitorialità condivisa“».

Guttuso non ha esitato a definire ‘storico’ il provvedimento giudiziale, «in quanto “per la prima volta un giudice di merito applica, in una coppia di due padri, i principi enunciati dalla Corte di cassazione, con la sentenza n. 19599/2016, in tema di trascrizione dell’atto di nascita straniero recante l’indicazione di due genitori dello stesso sesso”. Secondo la Corte, infatti, “l’insussistenza di un legame genetico tra i minori e il padre non è di ostacolo al riconoscimento di efficacia giuridica al provvedimento straniero”».

Insomma, la giustizia italiana non solo non persegue la compravendita di bambini all’estero con l’utero in affitto, ma in nome dei diritti dei minori stabilisce che questi possono avere due padri gay, il che è evidentemente una menzogna perché il padre è rimarrà sempre solo uno, al di là di ogni possibile sentenza ideologica. bambino_gay_gender_famiglia_scuola_prova_adozioni-gay_educazione sessuale_bambini_utero in affitto

Le cosiddette Famiglie Arcobaleno ovviamente esultano, così come politici del calibro di Sergio Lo Giudice e di Nichi Vendola, direttamente interessati alla questione per aver fatto anche loro acquisti in America. Quest’ultimo su Twitter ha scritto che «Quando un figlio lo cresci, lo curi, lo ami: allora sei padre, madre, genitore». Si è però dimenticato di aggiungere che lui è divenuto “padre” perché il “figlio” lo ha commissionato e pagato più di un centinaio di  migliaia di dollari. E pazienza se il piccolo non avrà mai una mamma... (e pazienza se la sua vera e sola mamma si è venduta per due spicci, dando l’utero in affitto a due uomini che le hanno strappato il bambino dalle braccia appena nato).

Di diversa opinione, tra gli altri, l’eurodeputato e vicesegretario della Lega Nord Lorenzo Fontana, secondo cui l’ordinanza della Corte d’Appello di Trento «è una sconfitta per la società». «Pezzi di Stato – ha dichiarato – continuano nel tentativo di minare la famiglia tradizionale rendendo il peggior servizio alle nostre comunità, nate e cresciute proprio grazie a un modello di famiglia basato su madri e padri (senza i quali, è opportuno ricordarlo, in natura non è possibile generare una nuova vita). Il tentativo, tutto ideologico, di mercificare la vita umana non è certo una conquista di civiltà, al contrario rappresenta un pericoloso precedente, che apre a scenari inquietanti».

Con buona pace di quanti – come ha fatto giustamente notare Eugenia Roccella – votando a favore della legge Cirinnà (vedi Alfano), assicuravano che in Italia non sarebbero mai stati legittimati l’utero in affitto e le “famiglie” gay con prole...

Redazione



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