17/02/2016

Unioni civili? Molto “ad personam”, e non per le “persone”

Mentre il Senato discute della legge sulle unioni civili, La Repubblica alimenta il dibattito con un’indiscrezione che ha poco di casuale e che ribadisce ancora una volta come il ddl Cirinnà, per molti politici, altro non sia che una legge ‘ad personam’.

L’ex presidente della regione Puglia nonché leader di Sinistra Ecologia e Libertà Nichi Vendola, infatti, sarebbe in Canada “per motivi familiari”, vale a dire – secondo quanto riferisce il quotidiano – per ritirare il bambino ordinato e ottenuto grazie all’utero in affitto... Ma che tempismo!

Come dire? “Mal comune, facciamo la legge“. Così non sarà solo il senatore Lo Giudice – si vedano qui le sue stesse dichiarazioni – l’unico a trarre benefici personali qualora la legge sulle unioni civili venisse approvata. A fargli compagnia ci sarà Nichi Vendola che, proprio in previsione dell’approvazione della nuova normativa, è corso con lo storico compagno italo-canadese, il trentanovenne Ed Testa, ad acquistare il bambino.

Alla faccia di quelli che da mesi si battono per denunciare che gli articoli 3 e 5 del Ddl Cirinnà sulle unioni civili alimenterà il business dell’utero in affitto nel mondo. Per la sinistra di Renzi, non corriamo questo rischio e anzi, la maternità surrogata è un abominio che deve essere fermato, ma di fatto i suoi rappresentanti sembrano essere di tutt’altro parere e a quanto pare è già partita tra i senatori omosessuali del Pd e di Sel la gara a chi beneficerà per primo della stepchild adoption contenuta nel ddl Cirinnà.

bimbo_pianto_unioni civiliutero-in-affitto_giudice_UKGli amici del leader di Sel, infatti, secondo quanto riporta La Repubblica, avrebbero confermato la notizia rimbalzata anche in Parlamento, che il figlio di Vendola nato da utero in affitto potrebbe venire alla luce tra un paio di mesi, o che addirittura sia questione di settimane, e che il politico abbia intenzione di passare qualche mese all’estero “al riparo da occhi indiscreti”. Il compagno è infatti di Montreal e in Canada, suo Paese originario, l’utero in affitto è una pratica legale e diffusa.

Immaginiamo, infine, che passati “i mesi al riparo dagli occhi indiscreti” la Cirinnà in Italia sia stata approvata completa dell’art. 5 che disciplina la stepchild adoption: il figlio ottenuto da Vendola e il suo compagno con l’utero in affitto in Canada, che risulterà figlio di uno dei due, potrà essere tranquillamente adottato dall’altro componente della coppia.

Et voilà, eccovi servite le famose adozioni gay mascherate, a cui peraltro risulta essere contrario più del 60% degli italiani (si veda qui). Senza contare tutti quei ricchi, potenti e facoltosi, che prenderanno ad esempio l’esperienza di Vendola e Lo Giudice, alimentando il mercato delle nuove schiave, ovvero quello della maternità surrogata nel mondo.

Vendola si era più volte pronunciato a favore del matrimonio gay e dell’omogenitorialità. Ma, certo, da uno che ha fatto della lotta alla povertà e allo sfruttamento e dei diritti del cosiddetto Sud del mondo la sua bandiera, non ce l’aspettavamo proprio che aggiungesse il suo contributo alla nuova tratta delle schiave, che spesso provengono da Paesi in via di sviluppo come l’India o il Nepal.

Ma soprattutto non ci aspettavamo da uno che aveva fatto dell’anti-berlusconismo il suo cavallo di battaglia, se le voci fossero confermate, un conflitto di interesse così palese, supportando l’approvazione di una legge così favorevole ai propri interessi personali, che stavolta, purtroppo, c’è da dire, valgono più di una società di comunicazioni o di cento televisioni. Sì, perché stiamo parlando della vita di due esseri umani.

Anastasia Filippi

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