15/04/2019

Unioni civili: coppia di donne “divorzia” e giudice riconosce assegno alla più povera

A dispetto di una certa propaganda Lgbt, le coppie gay e lesbiche sono litigiose come e più delle altre e le loro rotture di solito creano notevoli ripercussioni economiche negative. Emblematico è il caso di due donne di Pordenone, conviventi dal 2013, poi, dal 2016, sottoscrittrici di un’unione civile.

Dopo la rottura non consensuale della coppia, il Tribunale di Pordenone ha riconosciuto un assegno di mantenimento di 350 euro mensili a una delle due donne, la quale, trasferitasi in Friuli dal Veneto per convivere con la compagna, aveva subito per questo un ridimensionamento delle possibilità di carriera. Il giudice ha quindi stabilito che «lo squilibrio delle condizioni economico-patrimoniali delle parti, per quanto in misura marginale, appare riconducibile a scelte di vita assunte nel corso della relazione». La “coniuge” economicamente meno abbiente aveva infatti scelto di trasferirsi non solo per ragioni di maggiore comodità del posto di lavoro ma anche per poter trascorrere più tempo con la compagna.

In considerazione dell’arretramento lavorativo, il magistrato ha quindi stabilito l’assegno di 350 euro mensili, precisando che «non si tratta di una sentenza ma di un provvedimento provvisorio per disciplinare i rapporti in attesa della decisione definitiva». Secondo quanto aggiunto nella sentenza, «il rilascio dell’abitazione con relativo arricchimento della signora friulana e impoverimento della compagna che dovrà procurarsi un immobile giustificherà l’immediata rimodulazione dell’assegno».

La sentenza è motivata dal fatto che, per le unioni civili, a differenza del matrimonio, si applica il “divorzio diretto”, senza passare per la fase transitoria della separazione. «Mi fa piacere leggere che, per la prima volta, un Tribunale ha applicato la legge sulle unioni civili anche in sede di scioglimento, riconoscendo un assegno alla coniuge debole», è stato il commento della senatrice Monica Cirinnà. Parole, quelle della relatrice della legge sulle unioni civili, che tradiscono il reale obiettivo dei sostenitori di tale legge: arrivare a un matrimonio egualitario, in tutto e per tutto, tranne che nell’obbligo di fedeltà.

Luca Marcolivio

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