Recentemente, come afferma un articolo di LifeSiteNews, sono comparsi due articoli, i cui titoli proclamano: «Le persone transgender sono nate in questo modo, un nuovo studio lo ha dimostrato» ed anche «Gli scienziati scoprono 20 geni legati all’essere transgender – sostenendo che la condizione abbia una base fisica».
Premettiamo che tali affermazioni non riguardano i soggetti portatori di anomalie cromosomiche di vario genere, ma avrebbero lo scopo di affermare che esista una sorta di “gene gay” che sancisca la naturalezza innata di tali inclinazioni sessuali.
La domanda sorge dunque spontanea: “Transgender si nasce o si diventa?”. Già è stato dimostrato attraverso numerosi studi che secondo la scienza una simile questione non sarebbe neanche da porsi.
Addirittura due organizzazioni sensibili alla propaganda LGBT, come l’American Psychiatric Association e l’American Psychological Association, sono ferme nel sostenere che la tendenza omosessuale non abbia affatto radici biologiche, ma che le sue cause, piuttosto, siano state originate da complessi fattori culturali, educativi e dal vissuto del singolo.
La dottoressa Lisa Diamond, una psicologa femminista lesbica che è anche membro molto rispettato della American Psychological Association, ha passato anni a confutare l’idea che l’omosessualità sia innata e immutabile. La Diamond sostiene che la battaglia per smentire la teoria “born that way” (nati in quel modo) è finita: bisogna dire agli attivisti LGBT di smettere di promuovere un mito.
Ora pare che uno studio realizzato in Brasile, facendo uso delle immagini MRI del cervello, abbia concluso che i transgender abbiano «caratteristiche che li avvicinano al genere con cui si identificano», ma tali risultati possono essere facilmente provocati dalla confusione del soggetto circa la sua identità sessuale, piuttosto che esserne la causa.
Uno studio, invece, condotto negli Stati Uniti afferma l’esistenza di «varianti genetiche in 20 geni che potrebbero avere un ruolo nell’identità transgender». E allora, se così fosse, come si spiega che la maggiorparte dei bambini che si autodefiniscono transgender nell’età prepuberale, dopo la pubertà capiscano di non essere tali?
Abbiamo già smontato il mito secondo cui si possa “nascere gay” senza poter più cambiare, presentando numerose testimonianze di persone che, dopo essersi dichiarate omosessuali, hanno cambiato orientamento sessuale e ora sono felici. Cosa che non sarebbe possibile se la cosiddetta “identità transgender” o, in generale, l’omosessualità avesse radici genetiche.
Eppure oggi, in nome di tali affermazioni, la California starebbe tentando di vietare ogni consulenza professionale per chi sta lottando contro l’attrazione verso lo stesso sesso o la confusione di genere.
E noi a cosa crediamo? A questi falsi miti o alla scienza?
Redazione
per un’informazione veritiera sulle conseguenze fisiche e psichiche dell’ aborto