Il 26 maggio prossimo nella città di Bari si terrà il Convegno “La scuola, un cantiere sempre aperto sul futuro” promosso dall’Ufficio Scuola CISM e USMI Nazionale e dedicato al mondo dell’istruzione nel Mezzogiorno d’Italia.
Tra i relatori anche suor Anna Monia Alfieri, referente Scuola dell’Usmi nazionale. Con lei abbiamo fatto una chiacchierata per capire le finalità dell’incontro: «E’ un’iniziativa importante – esordisce - perché tende a riaccendere i riflettori sul Meridione ed è utile affinché la scuola riparta dal Sud e il Sud riparta dalla scuola. Noi sappiamo, infatti, che in Italia c’è un importante e direi anzi preoccupante divario tra Settentrione e Mezzogiorno. Un Mezzogiorno che tocca le percentuali del 21% della dispersione scolastica, un Sud che si trova ad avere un alto numero di ragazzi che non studiano e non lavorano e che certamente vanno ad essere intercettati dalla Mafia e della Camorra»
Una situazione che preoccupa suor Anna Monia Alfieri: «Da meridionale trapiantata al Nord, soffro parecchio per questa situazione e ho cercato negli anni di indagarne le ragioni. Le ragioni sono dovute al fatto che il pluralismo educativo che nel Nord Italia raggiunge il 37%, al Sud è solo al 4%. E’ evidente che una scarsa competizione tra scuole statali e paritarie abbassa la qualità dell’offerta. Difatti – prosegue - in Lombardia e Veneto gli studenti arrivano ai primi posti nell’istruzione: sono regioni che hanno garantito attraverso politiche scolastiche serie un minimo di pluralismo educativo».
L’adesione all’evento è alta, la prospettiva di lavoro coinvolge necessariamente il governo: «Le adesioni sono state tantissime, il convegno ospiterà anche il ministro Valditara: la sala ha capienza 1150 persone, abbiamo avuto 1200 iscrizioni e le abbiamo dovute bloccare. Abbiamo altresì più di 3mila persone iscritte a seguire la diretta online: questo vuol dire che il tema è molto sentito».
L’obiettivo è la legge di bilancio: «Ecco l’importanza di questa iniziativa – continua suor Anna - è perché si possa puntare celermente alla legge di bilancio; come la legge di bilancio del 2022 ha stabilizzato i contributi dei disabili portandoli a 7mila ad allievo, noi dobbiamo puntare alla legge di bilancio 2023 che dia un aiuto sostanziale alle famiglie delle scuole paritarie per pagare la retta. Le famiglie non ce la fanno più a pagare le tasse e la retta. Lo Stato, per una famiglia che sceglie la scuola paritaria, trattiene 7400 euro e assegna solo 600 euro di contributo ad alunno. Evidente che le scuole paritarie chiedono rette da 3mila euro, ben al di sotto del costo reale, si indebitano e chiudono. Infatti ci sono state molte scuole delle periferie del Sud che hanno chiuso, privando il Paese di presidi di libertà».
Così la politica, nella fattispecie, può avere ragione in funzione di un aiuto alla scuola: «La legge di bilancio – conclude - deve altresì intervenire per sanare questa gravissima ingiustizia, colmare il divario tra Nord e Sud, ma soprattutto strappare i ragazzi alla privazione culturale. Un mancato intervento in tal senso sarebbe un danno enorme per i cittadini anche in termini di tasse ai cittadini. Noi cercheremo di riaccendere l’attenzione su questi temi».