05/02/2017

Si celebra la Vita, o si inneggia alla morte?

Oggi è la giornata della Vita.

C’è chi la celebra col cuore e chi con tanta ipocrisia,  e c’è chi addirittura inneggia alla morte (vedi foto, dove CAV sta per “Centro di Aiuto alla Vita”).

E’ importante oggi più che mai ricordare a tutti che la vita umana è sacra, intangibile, dall’inizio, cioè dal concepimento, alla fine, alla fine naturale.

Chi non è credente, con la semplice ragione, può comprendere che se non c’è il massimo rispetto e la massima tutela della vita umana da parte dello Stato, si apre la porta alla barbarie (vedi ancora foto). Qualcuno avrà il potere di dire quale vita “non è degna di essere vissuta”. E  un brutto giorno ciascuno di noi potrebbe apprendere che lui, sì proprio lui, rientra nella categoria dei “non degni”. Lo scenario, da film distopico, è meno fantascientifico di quanto possa sembrare.

La foto in evidenza è stata scattata da Giorgio Celsi, fondatore dell’Associazione Ora et labora in difesa della vita. C’è un post sulla sua pagina Facebook in cui ricorda la triste storia di odio per la vita nel cui contesto è apparso quel cartello, nel maggio di due anni fa.

Da allora, le autorità hanno trovato la scusa per negar loro il permesso di “riunirsi pacificamente in luogo pubblico” (art. 17 Cost.) e Celsi si reca da solo, davanti alla Mangiagalli, a fare volantinaggio per la Vita.

Riteniamo sia giusto far  conoscere l’episodio a chi non lo sa, perché siamo un po’ stufi di celebrare la giornata della Vita con frasi melense e cuoricini: bisogna prendere coscienza che è in atto una battaglia apocalittica tra vita e morte: da sempre, nel cuore di ogni uomo; in questi (ultimi?) tempi nello scenario globale della nostra “civiltà”.

E’ ora di  schierarsi, per la Vita o per la morte.  In mezzo, non si può più stare. (Un consiglio: se vi piace stare dalla parete del vincitore, sappiate che la Vita vincerà, perché ha già vinto!...).

Questa la vicenda di Giorgio Celsi.

Mentre pregavano per la Vita, contro l’aborto, davanti alla Clinica Mangiagalli a Milano, con tanto di autorizzazione della questura, gli abortisti hanno iscenato – come spesso accade – una contromanifestazione non autorizzata: distrutto cartelli e stendardi, urlato insulti e frasi violente, lanciato oggetti contundenti (a gente che recitava il Rosario),   “starnazzando il diritto a poter uccidere il proprio figlio, ovviamente in un ospedale pubblico trasformando così dei medici e degli infermieri in boia, il tutto a spese della collettività e senza calcolare minimamente il diritto del bambino concepito a nascere”, scrive Giorgio.
Celsi e i suoi hanno sporto denuncia per danneggiamento, ingiurie, ecc.,  e però sono stati a loro volta denunciati.

Una tizia che cercava di strappare dalle mani di un volontario ultra settantenne uno stendardo, ha detto di aver ricevuto dal signore stesso un pugno. E la donna non è andata subito in pronto soccorso alla Mangiagalli dove è avvenuto il fatto...

Ad aprile è stata fissata l’udienza. La polizia era presente e i loro filmati saranno probanti. Vedremo la giustizia umana da che parte sta. La Giustizia divina già lo sappiamo.

Intanto almeno 250 bambini vegnono abortiti ogni giorno, solo in Italia.

Francesca Romana Poleggi


Hai firmato la nostra petizione contro l’eutanasia?

Fai attenzione! Con i DAT ci vogliono imbrogliare!

Firma qui

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.