14/02/2021

Scuola, USMI e CISM: “Si apre nuova fase. Ora riforma tanto attesa”

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa congiunto di USMI e CISM




“E’ evidente che il Covid ha accelerato alcuni processi già in atto da tempo, portando a galla tutti i limiti di un sistema scolastico italiano tendente ad alimentare le disparità.”

Sono queste le prime parole che Martedì 9 febbraio ore 13.00 sr Anna Monia Alfieri, per conto di USMI (Unione superiori maggiori d'Italia) e CISM (Conferenza italiana superiori maggiori), ha pronunciato in Commissione 7a (Istruzione pubblica e beni culturali) e Commissione 12a (Igiene e Sanità) in Senato durante l’ Audizione in videoconferenza su Affare assegnato n. 621 (impatto della didattica digitale integrata (DDI) sui processi di apprendimento e sul benessere psicofisico degli studenti).

E’ stato un momento molto cordiale e costruttivo che ci ha permesso di intervenire dinanzi ai membri delle due Commissioni, evidenziando i limiti della DaD (Didattica a Distanza) e della DDI (Didattica Digitale Integrata), che ha favorito, e continua ad alimentare, le disparità sociali e territoriali, accrescendo la curva della deprivazione culturale e la conseguente crescita della povertà.

Come osservatorio permanente sulla situazione scolastica delle Scuole Pubbliche Paritarie e delle Scuole Pubbliche Statali in Italia abbiamo l’obbligo morale e civile, come USMI e CISM, di denunciare che siamo in piena e preoccupante emergenza educativa.

Difatti, dalla relazione di monitoraggio del Settore dell’Istruzione e della Formazione 2020 della Commissione Europea si evince che, la % di giovani nella fascia di età compresa tra i 18 e i 24 anni che abbandonano precocemente l’istruzione e la formazione è del 13,5 % per l’Italia, a confronto della media UE del 10,2 % nel 2019 e del 10 % nel 2020.

La dispersione scolastica nel nostro Paese è più consistente nel Mezzogiorno e i tassi variano tra le Regioni in modo considerevole: dal 9,6 % nel nord-est al 16,7 % nel sud. Una particolare attenzione va dedicata a quei territori che sono “rossi” anche sul piano dell’emergenza educativa, dove si rilevano i picchi più alti di dispersione scolastica, come ad esempio la Calabria, dove la percentuale di coloro che non si avvalgono di un grado di istruzione adeguato è del 21,5% e dove le diseguaglianze digitali sono molto accentuate.

Nonostante l’impegno di tutti gli attori in ambito didattico-educativo resta negativo l’impatto della Dad/Did anche sul benessere psicofisico degli studenti. Numerosi sono i fatti di cronaca che ci inviano un SOS senza eguali, interpellandoci su diversi fronti: scuola, famiglia, politica, comunità, bene comune…

Il sovrautilizzo delle Scuole Pubbliche Statali ed un sottoutilizzo delle Scuole Pubbliche Paritarie ha favorito la non ripartenza delle une penalizzando le altre e l’Italia, a tale riguardo, risulta la più grave eccezione in Europa.

La fase 2 del Covid19 ha reso evidente che la Scuola Pubblica Statale, che costa 8.500,00 euro, non è riuscita a ripartire per tutti mentre, le Scuole Pubbliche Paritarie, solo quelle sopravvissute alla pandemia, con rette da 3.800 euro per l’infanzia sino ai 5.000 euro per il liceo, sono ripartite.

Pertanto abbiamo chiesto da più di un anno, anche attraverso numerosi comunicati congiunti USMI e CISM con altre associazioni di categoria, che i Fondi di Next Generation UE (recovery plan) servano per creare le giuste premesse per i nostri ragazzi e giovani che come indicò il Premier incaricato prof. Mario Draghi nel suo discorso del 2007 e ripetuto nel recente intervento del 2020 al Meeting di Rimini: “Ai giovani bisogna però dare di più: i sussidi finiranno e, se non si è fatto niente, resterà la mancanza di una qualificazione professionale, che potrà sacrificare la loro libertà di scelta e il loro reddito futuri. La società nel suo complesso non può accettare un mondo senza speranza; ma deve, raccolte tutte le proprie energie, e ritrovato un comune sentire, cercare la strada della ricostruzione”.

Il nostro appello ora va proprio al prof. Mario Draghi affinché, attraverso la collaborazione responsabile di tutte le forze politiche, si possa compiere il percorso “Autonomia, parità e libertà di scelta educativa” superando il disorientamento, la paura, la provvisorietà, l’inefficienza e l’inefficacia del sistema scolastico italiano.

1. Si intervenga sulle Scuole Pubbliche Statali dando una reale autonomia organizzativa, necessaria per vincere la sfida educativa e didattica che il Covid19 ha lanciato. Si dia la libertà alle Scuole Pubbliche Paritarie, rivedendo le linee di finanziamento del sistema scolastico italiano attraverso l’introduzione dei costi standard di sostenibilità per allievo da declinare in convenzioni, voucher, buono scuola, deduzione.

2. E’ necessario garantire ai genitori di poter agire la propria responsabilità educativa in modo libero da qualsiasi condizionamento economico, con quella consapevolezza che avvia una sana collaborazione fra Scuole Pubbliche Statali e Scuole Pubbliche Paritarie che innalza il livello di qualità, rende il sistema scolastico più equo e, a fronte di un servizio migliore, si risparmiano tanti danari pubblici.

3. Già nel 2007, lo stesso dott. Draghi (nel corso della Relazione annuale del 2007 - Banca d'Italia), commentando la bassa collocazione del sistema scolastico italiano nelle graduatorie internazionali, evidenziava il divario fra il Nord e il Sud, denunciando l’alto tasso di abbandono scolastico, insieme all’annosa questione del reclutamento dei docenti, la loro non equa distribuzione geografica e la chiara disparità tra offerta e domanda.

Chiediamo che si faccia chiarezza con un censimento dei docenti e delle cattedre, che il diritto allo studio possa essere una opportunità di crescita e di futuro per l’intero Paese e non un privilegio per pochi e che con coraggio possiamo nell’innovazione costruire insieme il presente, fondamento per il futuro.

Siamo fiduciosi per gli 8 Mln di studenti, per i 285 mila allievi disabili, per le famiglie, per i docenti (più di 1Mln) per la Nazione e rinnoviamo al Premier incaricato, Prof. Mario Draghi, la nostra disponibilità.

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