01/08/2018

Rinviato a giudizio per eutanasia “forzosa”

Agli inizi del 2017 un caso di eutanasia in Olanda ha fatto scalpore nel mondo intero per la sua efferatezza. Ne abbiamo parlato quiun medico procedette all’iniezione letale verso un’anziana paziente affetta da demenza dopo averle somministrato un sonnifero nel caffè. La signora, però, riprese i sensi dopo pochi minuti e, agitandosi, cominciò a ribellarsi. Per tutta risposta il dottore domandò aiuto nientemeno che ai familiari della donna, marito e figlio, che la tennero ferma affinché fosse ultimata l’operazione.

Recentemente il medico ha ricevuto una formale reprimenda da parte della commissione olandese per i reclami in ambito medico e ora rischia di vedersi imputato un illecito penale: «Mai – ha dichiarato la Commissione – si deve ricorrere alla forza per portare a termine l’eutanasia quando il paziente, anche se demente, si oppone». Sul caso il giudice deciderà dopo l’estate. È il primo episodio di un medico formalmente censurato da quando i Paesi Bassi hanno reso legale l’uccisione di pazienti su loro richiesta nel 2002. Eppure i casi di eutanasia non consensuale documentati sono purtroppo numerosi (si legga per esempio qui. Qui invece parla un medico, eutanasista convinto, che spiega come la morte dilaghi senza freni).

In realtà la signora aveva coscientemente firmato in precedenza (4 anni prima della morte e qualche mese prima della malattia) una richiesta di eutanasia proprio per il caso di demenza senile grave (com’è ormai usuale in Olanda) e, come ha spiegato all’epoca dei fatti Robert Shurink, direttore dell’Associazione nazionale per la libera eutanasia, «se una persona in grado di intendere e volere lascia una dichiarazione scritta e firmata al suo medico di famiglia chiedendo che le venga applicata l’eutanasia anche quando fosse demente, le sue volontà devono essere rispettate». All’obiezione che aveva cambiato idea, per Schurink è facile replicare che «nel momento in cui lo diceva non era più in sé a causa della sua patologia». Il direttore, evidentemente , non sa che nelle malattie degenerative come la demenza  i pazienti alternano momenti di lucidità a momenti di “buio”: come distinguerli l’uno dall’altro? È un problema anche a detta di medici eutanasisti convinti!).

Vedremo cosa deciderà il tribunale. Nel frattempo, comunque, la piantassero i Radicali nostrani e i loro sodali con la storia che l’eutanasia legale serve all’autodeterminazione...

Redazione

Fonti:
SPUC
Avvenire

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