08/05/2020 di

Progetto “Vogliamo fare scuola”. Kaladich (Presidente Fidae): «Lavoriamo insieme per il futuro dei nostri ragazzi»

La Fidae, la Federazione Istituti di Attività Educative, che riunisce le scuole cattoliche primarie e secondarie, dipendenti o riconosciute dall’autorità ecclesiastica, ha lanciato qualche giorno fa lo slogan “Vogliamo fare scuola” per avviare un percorso di collaborazione tra scuole, enti locali e istituzioni in vista della riapertura delle scuole.

Proprio su questo tema si terrà domani pomeriggio una conferenza stampa online in cui lo stesso progetto verrà presentato e spiegato. Interverranno in quell’occasione Virginia Kaladich, presidente nazionale Fidae; Ernesto Diaco, direttore Unesu-Cei, e Paola Murru, consigliera nazionale Fidae. Saranno inoltre ospiti anche Alessandra Smerilli (Università Auxilium); Francesco Vaia (direttore sanitario Spallanzani); Elena Granata (Politecnico di Milano); Sergio Massironi (rettore Collegio Villoresi San Giuseppe Monza e Brianza).mLa presidente nazionale Fidae, Virginia Kaladich, è stata intervistata da Pro Vita & Famiglia.

 

Presidente Kaladich, ci vuole spiegare questa iniziativa?

«Si tratta di un progetto lanciata dalla Fidae ma che non vuole essere solo ed esclusivamente nostra. Vuole essere una campagna per la scuola tutta, sia quella non statale che quella statale, anche perché dal 2000 facciamo parte del sistema pubblico integrato che ingloba sia le realtà statali che quelle paritarie. Con questo progetto, quindi, vogliamo porci un unico grande obiettivo, ovvero quello di guardare al futuro delle nuove generazioni. I nostri bambini, i nostri ragazzi in questo periodo soprattutto sono stati chiamati ad una sfida estrema. In poche ore e in pochi giorni la loro vita è cambiata, diventando completamente diversa. A tutti i nostri studenti noi vogliamo quindi dire: “vi stiamo aspettando e per voi stiamo pensando ad una scuola nuova”».

Che scuola sarà secondo lei, a cosa si andrà in contro?

«Sarà la scuola che dobbiamo iniziare ad immaginare fin da settembre. Dobbiamo impegnarci per consentire a tutti i ragazzi di studiare, lo dobbiamo proprio a loro. Gli studenti dovranno poter continuare a sognare, a camminare insieme ai loro compagni. Certamente anche con modalità nuove e diverse che la situazione attuale ci impone, ma sempre con quell’entusiasmo e quella gioia che caratterizza la loro gioventù. Ecco perché lo slogan “Vogliamo fare scuola”, declinato al plurale perché vogliamo includere tutti i membri della comunità educante: innanzitutto e soprattutto i giovani, ma anche le famiglie, i docenti. Io non parlo di scuola ma di persone, perché sono queste persone che fanno la scuola e a queste persone noi vogliamo dare una speranza nuova. Questo progetto infatti non esclude nessuno ed è un modo per guardare al futuro, con realismo ma anche con ottimismo. Nella Conferenza Stampa di domani, insieme a molti esperti in vari ambiti, vogliamo ribadire quali sono e saranno le prospettive e quali gli aspetti per il futuro che ovviamente sono tutte da scoprire, vista la situazione così incerta. Ma c’è anche qualcosa di sicuro, di certo, ed è il fatto di dover sempre stare attenti alle situazioni di crescita dei ragazzi».

Nella nota diffusa qualche giorno da avete in qualche modo voluto rincuorare proprio le famiglie degli studenti, affermando che vi “prenderete cura” dei loro figli.

«Esattamente, ed è proprio questo che vogliamo progettare con questa campagna, assicurando un futuro scolastico ai ragazzi, ma assicurando anche tutte le sicurezze necessarie per la loro salute. Il progetto parte domani con la presentazione, ma si svilupperà sempre di più con percorsi che ci porteranno a prenderci cura delle esigenze dei ragazzi. Oggi è ovviamente prematuro dire quali saranno tutti i cambiamenti nel dettaglio, perché la situazione di emergenza sanitaria ci ha dimostrato come è tutto in divenire. Gli stessi docenti sono stati catapultati in poche ore a cambiare totalmente il loro modo di fare didattica. In poche settimana migliaia di docenti, con la loro professionalità e passione educativa hanno fatto cose straordinaria, ma adesso è già il momento di guardare oltre».

Che tipo e quanta partecipazione vi aspettate e sperate in questo progetto che, come lei stessa ha sottolineato, vuole coinvolgere tutto il sistema scolastico, non solo quello paritario.

«Devo dire che abbiamo avuto già tante attenzioni, tante risposte e in tanti stanno condividendo e pubblicizzando l’evento. E proprio nella presentazione del progetto daremo le indicazioni per aderirvi. Speriamo davvero di essere in tanti e di continuare in questa direzione».

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