18/11/2015

Omofobia – Per Veronica Pivetti né Giulietta né Romeo

L’omofobia pare essere diventata un’emergenza nazionale in Italia.

Nonostante i dati OSCE (di cui abbiamo parlato qui) non diano alcun adito a tale visione, la propaganda massmediatica che risponde ai diktat del mondo Lgbt continua a ripetere che oggi essere gay significa ancora dover subire violenza e discriminazione.

Da Askanews apprendiamo che Veronica Pivetti esordisce come regista proprio con un film sull’omosessualità, ovviamente affrontato come vogliono le associazioni Lgbt e il politicamente corretto.

Il 19 novembre uscirà infatti nelle sale italiane, in 20 copie con Microcinema, “Né Giulietta, né Romeo” (titolo che sa un tantino di teoria gender, più che di omosessualità tout court, ma siccome il gender non esiste, forse siamo noi a sbagliarci e ad essere i soliti malfidati), che addirittura ha ottenuto il patrocinio di Amnesty International. Il che è già sufficiente per capire dove si andrà a parare e cosa si dovrà aspettare che andrà al cinema.

In un’intervista all’agenzia stampa, Veronica Pivetti tiene a precisare che “la nostra è una società fortemente omofoba”. Del resto, non potrebbe dire diversamente: a prescindere dai fatti, questo è quanto “chi sta più in alto” vuole che si dica e si inculchi nell’opinione pubblica.

La neo-regista ha scelto il genere della commedia. Il protagonista è Rocco, liceale di 16 anni con genitori separati, che decide di rivelare alla mamma e al papà la propria omosessualità. La coppia resta sconvolta dalla rivelazione del figlio, che per reazione fugge con gli amici per andare a vedere il concerto del suo cantante idolo e icona gay. Il tutto farà aprire gli occhi ai due retrogradi genitori.omofobia_Pivetti

Nel raccontare il tema del suo primo lavoro come regista, la Pivetti incalza: “c’è una tale selva di pregiudizi nei confronti dell’omosessualità che non è stato facile far digerire di voler fare un film sul tema. Secondo me è scandaloso che sia difficile farlo e che faccia ancora scalpore: perciò siamo in un Paese omofobo“.

E riguardo l’outing dei ragazzi o ragazze con le relative incomprensioni di padri e madri, sostiene che si tratta di “una realtà diffusissima. Genitori che non comprendono o peggio che rifiutano una realtà del genere nei confronti dei loro figli sono tragicamente all’ordine del giorno”. E allora ecco servito un bel film che risponde alle esigenze (pilotate) dei tempi attuali...

Redazione

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