20/01/2020

Nuove direttive per le mense, in contrasto con i valori familiari

Una parte fondamentale dell’educazione, specialmente quella dei più piccoli, riguarda l’alimentazione. Per far crescere i propri figli con uno stile di vita sano ed una corretta disciplina comportamentale a tavola, da sempre i genitori hanno speso numerose energie.

Dal tipo di dieta alla quantità delle porzioni, dall’orario dei pasti al numero di portate, da quando ci si siede a tavola a quando è il momento di alzarsi, tutto ciò che riguarda l’educazione alimentare è decisamente essenziale nella formazione dei bambini, specialmente perché la condivisione dei pasti è sempre stato il momento privilegiato di incontro di tutti i nuclei familiari e, pertanto, di apprendimento dei bambini di cosa significhi essere una famiglia.

A scuola, i bambini dovrebbero poter approfondire i contenuti proposti e sviluppare un comportamento corretto dal punto di vista civile, nel rispetto anche dell’educazione impartita dai genitori.

Sulla pagina Facebook della Rete Commissioni Mensa Genova, apprendiamo la notizia della pubblicazione di nuove Linee guida per la ristorazione del Ministero della Salute.

«Si promuove la sparizione del "secondo" […] ma non si promuove affatto il biologico», leggiamo nel post. «Naturalmente, va boicottato il pasto da casa "sia a scuola" […] che "negli ospedali". Sì, invece, ai distributori di merendine nelle scuole».

Insomma, tra tali direttive e l’educazione alimentare impartita dalle famiglie sembra crescere un divario. Il secondo piatto, ad esempio, è parte della nostra cultura, trae origine dalla Regola di San Benedetto, che organizzava i pasti secondo un ordine preciso, conservato ed in uso tutt’ora. La consumazione del secondo piatto è attualmente consueta nella stragrande maggioranza delle famiglie italiane, che insegnano ai loro figli l’esistenza di due portate nei due pasti principali.

Non sono pochi, inoltre, i genitori che vigilano sulla qualità del cibo che assumono i loro piccoli, coscienti del fatto che «il consumo di alimenti biologici può ridurre l'esposizione ai residui di pesticidi e ai batteri resistenti agli antibiotici», come leggiamo sul portale “National Center for Biotechnology Information”.

Il piatto delle mense, dunque, diventerebbe unico, senza possibilità di consumare pasti portati da casa, mentre l’accesso ai distributori automatici di merendine resterebbe invariato (e sappiamo bene che il cibo erogato da tali macchinari non in tutti i casi lo si può considerare salutare).

La famiglia sembra sempre più messa ai margini della società, sempre meno influente nell’educazione dei piccoli. Eppure, solo con una sua rinnovata valorizzazione il nostro Paese può davvero tornare ad investire sul futuro, cioè, sui bambini.

 

di Luca Scalise

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