21/02/2021 di Luca Marcolivio

Niente mascherine a scuola per bambini sotto i 12 anni. L’avvocato Giordano: «Ordinanza del Tar è svolta per il bene dei più piccoli»

Quella pronunciata dal TAR sabato 13 febbraio è un’ordinanza atipica, perché, pur se solamente sospensiva, costringerà il governo a cambiare decisamente rotta sul tema mascherine a scuola. Lo dichiara a Pro Vita & Famiglia l’avvocato Maurizio Giordano, rappresentante del Comicost (Comitato per la difesa della Costituzione) in Piemonte. L’avvocato Giordano è uno dei legali che ha impugnato l’obbligo delle mascherine per gli studenti dai 6 agli 11 anni, in condizione di staticità e distanziamento.

 

Avvocato Giordano, perché quest’ordinanza segna una svolta così importante?

«Molti avvocati, in effetti, non hanno compreso la portata di questa ordinanza cautelare, che ha avuto efficacia come fosse una sentenza di merito. È stata infatti fissata un’udienza di merito per il prossimo ottobre ma ormai è totalmente ininfluente: quello che bisognava dire è già stato detto. Nel caso di un’ordinanza cautelare normale, si sarebbe arrivati a una sospensione dell’obbligo per i soli figli di questi ricorrenti. In questo caso, il TAR del Lazio ha scelto una via totalmente insolita, credo mai vista, quasi da Corte costituzionale. Il TAR non è andato contro il governo, ma si è tenuto in una dimensione istituzionale. Non ha sospeso l’obbligo delle mascherine previsto dagli ultimi DPCM. Il TAR non ha dato alcuna “picconata” che avrebbe anche potuto avere conseguenze di perdita di credibilità di queste misure. Però ha stabilito che nei prossimi provvedimenti, bisognerà cambiare: l’obbligo è infatti in contrasto con quanto stabilito dal Comitato Tecnico Scientifico, nei cui verbali non c’è traccia di alcun obbligo di mascherina per i bambini a scuola. Anzi, per dirla tutta, la mascherina l’avevano addirittura sconsigliata. Il governo ha dunque agito in contrasto con il parere del CTS, la cui regola suggerita è quella del distanziamento (principio base anche per l’OMS). Nei prossimi provvedimenti – siano essi DPCM, decreti legge o altro – bisognerà tenere conto del fatto che gli studenti sotto i 12 anni non sono tenuti a indossare la mascherina, se è possibile mantenere il distanziamento. Oltretutto, nel momento in cui sono state riaperte, le scuole sono state fisicamente ristrutturate per rispettare il distanziamento (da cui l’opzione per i banchi singoli). Se la scuola non garantisce il distanziamento, se ne assume la responsabilità».

Sul piano psico-educativo, i ragazzi saranno ancora tenuti al distanziamento, e questo, nel bene o nel male, avrà le sue conseguenze…

«Abbiamo altri ricorsi contro l’intero DPCM, sono tutte norme assurde. Purtroppo, però, ci troviamo in una situazione in cui i giudici sono psicologicamente spaventati come tutte le persone che incontriamo per strada. I mass media hanno fatto un “ottimo” lavoro, hanno spaventato le persone, che ormai indossano le mascherine anche quando vanno in giro da sole o con il cane. Tenuto conto del momento, questa ordinanza rappresenta un grande passo avanti da questo punto di vista. Con una decisione cautelare semplice, si sarebbe potuta ottenere una sospensione dell’obbligo, quindi anche del DPCM ma solo per i ricorrenti. In questo caso è quasi come una pronuncia costitutiva della Corte costituzionale che afferma: questa norma non va bene, va cambiata. È chiaro che il distanziamento è un’imposizione assurda ma per superare anche quello bisognerà procedere per gradi. Sintetizzando: dal 5 marzo, i bambini non dovranno più mettere la mascherina al banco se distanziati. L’ordinanza si limita fattualmente alle situazioni statiche ma di fatto apre anche alle situazioni dinamiche, perché il principio è sempre quello del distanziamento».

Il governo quindi, nel DPCM del prossimo 5 marzo, giocoforza, sarà tenuto a cancellare l’obbligo delle mascherine a scuola, a determinate condizioni?

«Il TAR ha detto che quell’obbligo non va bene e che va assolutamente modulato in base alla situazione epidemica, quindi alla diffusione del virus, e in base alla condizione di distanziamento sociale. Se quindi il governo continuasse a perpetuare l’obbligo, il prossimo DPCM sarebbe da impugnare perché il TAR ha detto che va cambiato. È vero che l’ordinanza non è immediatamente operativa ma è un’ordinanza che comunque deve avere un effetto. Molti si chiedono: ora che il TAR ha annullato l’obbligo di mascherine, che lettera dobbiamo mandare ai dirigenti scolastici? In realtà non c’è nulla da mandare, perché l’obbligo di mascherina, al momento, è ancora vigente. Dal 5 marzo, però, l’obbligo non ci sarà più e questa è la cosa fondamentale».

 

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