02/08/2016

Matrimonio gay tra Giuliette e Romei? (altro che unioni civili!)

Se qualcuno ancora fosse illuso del fatto che le unioni civili non sono “matrimonio gay”, e che tra i due istituti c’è qualche differenza, può aprire gli occhi con ciò che accade a Verona.

Il sindaco Tosi, infatti, ha decretato che “La casa di Giulietta” sia deputata anche alla celebrazione delle unioni civili, con le stesse modalità (tariffe comprese) con cui si celebrano i matrimoni.

I consiglieri Valdegamberi, Montagnoli e Zelger hanno posto in tal senso una interrogazione a Tosi, a proposito della quale hanno rilasciato il seguente comunicato stampa. I tre consiglieri invitano tutti – non solo i veronesi, ché Giulietta e Romeo sono simboli (non “stereotipi”, come direbbe qualcuno) d’amore universale – a scrivere una mail di protesta agli indirizzi contenuti nel pdf che potete visualizzare cliccando qui.

No allo sfregio delle celebrazioni gay nei luoghi simbolo dell’amore tra uomo e donna legati al mito di Giulietta e Romeo.

«Siamo allibiti per la recente decisione del sindaco di Verona, Flavio Tosi, di concedere la casa di Giulietta per la registrazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso, previste dalla legge 20 maggio 2016 n.76, quasi che fossero veri e propri matrimoni, ex art. 29 della Costituzione.

Ma così non è, come ha dichiarato lo stesso presidente Mattarella durante l’iter di approvazione della legge 76, richiamando la sentenza 14 aprile 2010 n.138 della Corte Costituzionale, la quale distingue nettamente la famiglia fondata sul matrimonio ex art.29, dalle unioni civili tra persone dello stesso sesso, considerate furbescamente delle “specifiche formazioni sociali” ex art.2 della Costituzione, alla stessa stregua dei sindacati, dei partiti e di tutte le varie tipologie di associazioni.

Trattandosi di istituti completamente diversi, ci saremmo aspettati che la registrazione delle unioni civili non si trasformasse nella celebrazione di un simil-matrimonio, danneggiando l’immagine stessa di Verona, famosa in tutto il mondo per essere la città di Giulietta e Romeo.

Shakespeare avrebbe stracciato la sua opera drammatica, se avesse saputo che i veronesi sarebbero giunti a tanto! Ma già, poiché le lobby lgbt sono molto potenti e Flavio Tosi vuole ingraziarsele, sperando forse di ottenere qualche visibilità in più sui media nazionali, ha pensato bene di giocare d’anticipo, tirando la volata al “matrimonio egualitario”, tanto agognato dagli attivisti gay (non certo da tutte le persone con tendenze omosessuali) e non ancora raggiunto [solo sulla carta, è evidente!, ndr]; e già, bisognerebbe cancellare l’art.29 della Costituzione.

Stupisce poi che alcuni assessori della giunta Tosi, noti per aver raccolto consensi negli ambienti cattolici veronesi, non abbiano alzato un dito per opporsi a questa decisione, presa nella riunione di giunta del 19 luglio scorso, forse per il timore di perdere lo scanno su cui siedono. Dispiace che abbiano taciuto quando Tosi volle ingraziarsi le lobby lgbt autorizzando il primo Gay Pride nel cuore di Verona (decisione della giunta 25-02-2015) e anticipare i tempi istituendo il registro delle coppie arcobaleno (decisione della giunta 4-03-2015, ben prima che venisse approvata la legge 76/2016). Facciamo appello a loro perché
sappiano dissociarsi da questa linea politica rimuovendo le contraddizioni che evidenzia con i loro giusti quotidiani appelli ai principi e ai valori cristiani.

Non si può essere il 23 luglio a Roma ad applaudire alla convention del movimento FARE!, avallando la linea politica del sindaco, e contemporaneamente emettere comunicati in difesa dei principi cristiani. Ma si sa, tra il dire e il fare…».

Cari e stimati consiglieri Valdegamberi, Montagnoli e Zelger, questa storia delle “unioni civili che non sono equiparate al matrimonio” si sapeva che era solo una storia, fuffa, chiacchiera, utile solo per tenere buoni quelli che hanno voluto crederci.

Restano il buon senso e la ragione naturale, che insegnano cosa è il matrimonio vero. Anche se tutte le leggi del mondo dicessero che due persone dello stesso sesso si possono unire in matrimonio, la cosa resterebbe nella verità una ridicola mascherata, uno pseudo-matrimonio.

Ma le unioni civili e il matrimonio legalmente sono perfettamente equiparati.

Redazione

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