23/01/2018

Mamme giovanissime: per loro una scuola su misura

Diventare mamme è un evento che sconvolge la vita: nulla è più come prima, ogni priorità viene scardinata e il bambino guadagna – almeno nei primissimi mesi di vita, ma in modo diverso anche dopo – il primo posto.

Per questo sarebbe necessario un contesto che supporti le mamme, sia a livello familiare, sia sociale. Vediamo tuttavia come questo non sempre si verifichi, anzi. Il fatto di essere mamme è sempre più raramente considerato un valore aggiunto che si dona alla società: a contare è il livello di produttività, il capitale economico che si contribuisce a produrre, piuttosto che il capitale umano che, facendo figli, si introduce nella società.

Tutto questo assume contorni ancora più di difficili se si guarda a ragazzine che diventano mamme in età prematura, quanto sono ancora nel pieno della formazione personale, psicologica e culturale. In questi casi viene sempre proposta come prima soluzione l’aborto e viene invece fornito raramente un supporto per portare avanti la gravidanza e, nel contempo, continuare a pensare anche alla propria crescita.

Questo problema è molto vivo negli Stati Uniti, dove le teenager con figli sono molte di più che in Italia e le statistiche sulle loro condizione sono poco incoraggianti: pare che l’81% delle giovani mamme rimanga celibe per tutta la vita e che il 50% di loro non arrivi mai a conseguire il diploma di scuola superiore.

Di fronte a tutto questo, una realtà ha deciso di invertire la rotta e di proporre una via alternativa: si tratta della Nowell Leadership Academy, nello Stato del Rhode Island, che ha deciso di investire proprio sulle giovani mamme, dando loro la possibilità di conseguire il diploma superiore e di prepararsi, se lo desiderano, per il college.

Come? Semplicemente adattando il percorso di studi e gli orari delle lezioni alle esigenze – ovviamente molto particolari – di chi ha a che fare con un neonato o un bambino piccolo e che, magari, deve anche lavorare per riuscire ad arrivare a fine mese. E fornendo altresì agevolazioni di trasporto e altri tipi di supporto.

La Nowell Leadership Academy rappresenta, con un’altra manciata di scuole, una rara eccezione di supporto alla maternità. Anche se, a ben vedere, tutte le scuole che non prestano attenzione a questo aspetto si pongono contro il titolo IX delle legge federale, in quanto mettono in campo un atteggiamento discriminatorio.

«Alle studentesse in stato di gravidanza e di genitorialità – scrive Live Actiondovrebbero essere offerte le stesse opportunità degli studenti in congedo medico: la capacità di recuperare il lavoro mancato, le assenze giustificate e di ricevere servizi a domicilio. Ma questo spesso non succede. [...] Quando Nowell aprì per la prima volta, notarono che meno del 25% delle studentesse frequentava regolarmente le lezioni. Ma piuttosto che punirle, la scuola ha cercato di cambiare il suo modello per soddisfare meglio le loro esigenze. È stata introdotta una nuova leadership per offrire maggiore sostegno. La scuola ha acquistato dei blocchi nell’area diurna in modo chele studentesse avessero un posto dove portare i loro figli mentre aspettavano di ricevere finanziamenti statali. Hanno istituito una piattaforma di apprendimento personalizzata, che consente di farsi strada attraverso il proprio curriculum. E quando le studentesse smettono di venire in classe, mandano gli educatori nelle loro case. L’anno scorso, la partecipazione era salito alle stelle: da meno del 25% al ​​63%».

Tutto questo crea anche un clima di maggiore accettazione e collaborazione: le mamme non si sento più discriminate, ma vivono assieme ad altre giovani nella loro stessa situazione, con le loro stesse fatiche, gioie e incomprensioni. Inoltre, gli stessi insegnanti sono stimolati a proporre modelli didattici differenti, pensati per le persone che hanno di fronte.

Insomma, in questo modo essere mamme – seppur giovanissime – diventa, almeno sotto certi aspetti, più accessibile. E, in maniera indiretta, si disincentiva l’aborto e si stimolano le persone incerte se accogliere o meno una gravidanza a vedere che i problemi, se ci sono, non sono insormontabili. Invece, la scelta di uccidere il proprio bambino è una sentenza senza appello.

Teresa Moro


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