20/08/2021 di Redazione

Mai abbassare la guardia sulla pedofilia, neanche in estate. Significato, conseguenze e ampiezza del fenomeno

La pedofilia potrebbe sembrare un fenomeno marginale, legata al nome di qualche abusatore "isolato". In realtà, le sue ramificazioni sono profonde, non solo a livello psicologico e apertamente criminale, ma anche a livello della cultura e della politica. Il fenomeno della pedofilia, inoltre, assume oggi nuove ed inquietanti dimensioni, legate anche alla rete e alla moltiplicazione dei contenuti pedopornografici. Tutto ciò con danni incalcolabili per le vittime. Scopri di più sulla questione in questo articolo dedicato...




Indice

Definizione

La parola pedofilia, termine derivante dal greco παῖς (bambino) e φιλία (amicizia, affetto), indica un disordine psicologico nel quale l'attrazione sessuale si porta principalmente o esclusivamente verso bambini prepuberi (e persino neonati). La International Classification of Diseases (ICD-11) la definisce come uno schema ricorrente di eccitazione sessuale persistente e intensa - che si manifesta mediante pensieri, fantasie, bisogni e comportamenti sessuali persistenti - riguarante bambini prepuberi. Ai fini della diagnosi, sia la ICD-10 che il DSM-5 richiedono che il pedofilo abbia almeno 16 anni di età e almeno 5 anni in più rispetto al bambino prepubere cui si riferisce l'attrazione. Se invece l'attrazione sessuale ha ad oggetto persone adolescenti è definita efebofilia o ebefilia.

Catalogata nell’ambito delle parafilie, cioè tra i disturbi del desiderio sessuale, la pedofilia è talora intesa, nel linguaggio comune, in un significato più ampio di quello strettamente scientifico o specialistico. Il pedofilo non va infatti confuso con il semplice molestatore, né con l’abusatore di bambini e nemmeno con chi compie reati legati alla pedopornografia. Taluni degli appartenenti a queste ultime tre categorie possono non essere identificati in toto come pedofili nel senso psichiatrico del termine.

Si può anche distinguere tra pedofilia come "desiderio" o come "tendenza stabile" e "l'atto pedofilo" (cioè l'atto sessuale di un adulto o quasi-adulto con un bambino). Tra i tre termini vi è un legame, nel senso che la tendenza pedofilica (cioè il disordine psicologico in senso stretto) genera "desideri" che rischiano di sfociare in atti. Ma un "atto pedofilo" non è necessariamente compiuto da chi è pedofilo in senso psichiatrico (un abusatore può ovviamente essere punito a prescindere dal fatto che sia stato o possa essere diagnosticato come "pedofilo"). 

 

Pedofilia nella cultura e nella società

In tempi recenti si assiste a diversi tentativi di normalizzazione della pedofilia. In ambito filosofico, psichiatrico e - in genere accademico - ci sono stati preoccupanti iniziative e studi volti a promuovere o giustificare il disordine della pedofilia. Questa tendenza è presente in vari modi nel vasto movimento di "liberazione sessuale" che si è manifestato in particolare nel '68 e in alcuni precursori di questa rivoluzione culturale. In modo particolare, importanti esponenti e promotori della teoria di genere hanno espresso posizioni favorevoli alla pedofilia.

La Rivoluzione sessuale e il Gender

Negli anni '70, un gruppo di noti intellettuali diffuse il "Manifesto in difesa della pedofilia": tra questi c'era Michel Foucault, importante esponente del movimento omosessuale e "gender". Il documento venne firmato anche da Simone de Beauvoir, Jack Lang, Jean-Paul Sartre, Philippe Sollers, solo per citare alcuni. Tra i padri dell'ideologia di genere vi sono molte personalità, già rappresentative della rivoluzione sessuale e del femminismo, che hanno giustificato o promosso la pedofilia, in modo diretto o indiretto, o le perversioni sessuali più estreme. Possiamo ricordare i seguenti nomi:

  • Wilhelm Reich (1897-1957), una delle figure più importanti tra i teorici della de-patologizzazione di ogni comportamento sessuale. Wilhelm Reich aprì una clinica psicoanalitica di successo a Berlino, presto però accusata di nascondere le più variegate perversioni sessuali. Espulso dal partito comunista tedesco, andò a vivere negli Stati Uniti, paese dove negli anni ‘50 perpetrò una frode massiva che gli cagionò l’imprigionamento. Da lì fu portato alla penitenzieria psichiatrica, dove morirà con la diagnosi di paranoia e schizofrenia progressiva.
  • Georges Bataille (1897-1962), punto di riferimento intellettuale per il femminismo radicale e per i sostenitori del gender. Si convertì ad una sorta di satanismo orgiastico radicalmente nichilista, promosse la bontà dei sacrifici umani rituali e fondò una società segreta ("Acephale") per perpetrare questo tipo di atti (sembra che il proposito fu poi abbandonato perché nessuno nel gruppo si offrì come volontario per il "rituale").
  • il già citato Michael Foucault (1926-84), forse il più stimato tra i filosofi del gender. Foucault era ammiratore di Bataille e asseriva una filiazione spirituale col marchese de Sade. Nietzscheano e omosessuale ossessivo, negli Stati Uniti si diede al consumo massivo di droghe di ogni specie. Quanto al suo stato mentale: durante la sua gioventù tentò varie volte il suicidio e concepì un odio così intenso per il suo corpo che cercò di scuoiarsi con un rasoio. Morì di AIDS nel 1984.
  • Simone de Beauvoir (1908-86), scrittrice e filosofo, teorica principale del femminismo, sua è la famosa frase: “donne non si nasce ma si diventa” (cioè per scelta non per dato di natura). Era compagna di Sartre: avevano entrambi amanti dell’uno e dell’altro sesso che a volte condividevano. Intratteneva rapporti omosessuali anche con sue studentesse minorenni. 
  • Alfred Kinsey (1894-1956), figura centrale della rivoluzione sessuale negli Stati Uniti, soprattutto dopo i famosi “Kinsey Reports". Alfred Kinsey costituì con sua moglie una specie di comunità sessuale più o meno segreta nella Università di Indiana, nella quale si diedero a ogni tipo di perversione. Kinsey era pedofilo e sosteneva anche pubblicamente la pedofilia e l’abrogazione delle leggi che tutelano i bambini da questo tipo di abusi (si veda sotto il paragrafo sull'Istituto Kinsey);
  • infine il dottor John Money (1921-2006), tra i fondatori della clinica per l’identità di genere del Johns Hopkins. Fu soprattutto lui a introdurre il concetto di "identità di genere". Egli è noto, in particolare, per "l’esperimento" che fece sul bambino David Reimer e il fratello gemello, e che avrebbe dovuto dimostrare uno dei postulati della teoria del gender, cioè che i caratteri e i comportamenti legati al sesso non sono innati ma potrebbero essere modificati e appresi. Nell'anno 2000 la verità sull'esperimento venne fuori: David e il fratello gemello, all’epoca oltre la trentina, raccontarono come il dottor Money, quando avevano sette anni, avesse scattato delle foto di loro due nudi, e negli anni, li avesse costretti a pratiche incestuose tra di loro. Probabilmente lo stesso Money ebbe rapporti pedofili (del resto, come l’amico Kinsey, anche Money difendeva pubblicamente la pedofilia). Gli abusi subiti e, per David, il fatto di essere stato costretto a crescere come una femmina, determinarono l’esito tragico della vicenda: tre anni dopo il fratello di David fu trovato morto, per overdose. Poco dopo David si suicidò.

Nel Movimento LGBT

Un importante esponente del movimento LGBT con preoccupanti legami con la pedofilia è Mario Mieli. Nella sua opera Elementi di critica omosessuale, considerato un punto di riferimento dal movimento gay nazionale e internazionale, egli scrive: «Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros, possiamo cogliere a viso e a braccia aperte la sensualità inebriante che profondono, possiamo fare l’amore con loro. Per questo la pederastia è tanto duramente condannata: essa rivolge messaggi amorosi al bambino che la società invece, tramite la famiglia, traumatizza, educastra, nega, calando sul suo erotismo la griglia edipica. La società repressiva eterosessuale costringe il bambino al periodo di latenza; ma il periodo di latenza non è che l’introduzione mortifera all’ergastolo di una «vita» latente. La pederastia, invece, «è una freccia di libidine scagliata verso il feto» (Elementi di critica omosessuale, 2002, p. 62). Mieli inoltre include, oltre alla pedofilia, anche la necrofilia e la coprofagia tra le sue esperienze "redentive".

Questi preoccupanti legami esistono non solo a livello degli individui ma anche dell'associazionismo. Basti pensare che, negli anni '60 e '70 un gruppo come il NAMBLA (North American Man/Boy Love Association, Associazione nord americana per l’amore tra adulti e ragazzi) faceva parte integrante dell’ILGA (International Lesbian and Gay Association), la più grande associazione  omosessuale sul piano internazionale. Per molto tempo il NAMBLA fu membro dell’ILGA e la relazione si è interrotta solo nel 1994, quando l’ILGA si è vista sospendere lo status consultivo presso l’ONU, dopo essere stata accusata di legami con gruppi pedofili. Soltanto allora si distanziò da una causa che fino a quel momento aveva almeno implicitamente promosso.

Il Kinsey Institute

Il Kinsey Institute, un istituto di ricerca sulla sessualità e sul genere, è stato accreditato il 23 aprile 2014 come organo consultivo dal Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite (ECOSOC). L'istituto prende il suo nome da Alfred Charles Kinsey, uno studioso dei comportamenti sessuali che pubblicò i noti "Rapporti Kinsey", i quali ebbero un importante ruolo nella normalizzazione dell'omosessualità a livello accademico e nell'opinione pubblica. Gli studi di Kinsey contengono agghiaccianti esperimenti sessuali condotti su bambini. Ad esempio, nel paragrafo "L'orgasmo nei soggetti impuberi" del primo Rapporto egli descrive i comportamenti di centinaia di bimbi da quattro mesi di età a quattordici anni vittime della pedofilia. In questo contesto, Alfred Kinsey e i suoi collaboratori hanno osservato gli abusi di bambini ad opera di pedofili, filmando, contando e cronometrando gli "orgasmi". Le osservazioni furono addirittura condotte per anni su almeno 5 bambini e talvolta queste torture duravano per 24 ore di seguito. Nel secondo Rapporto vengono descritti, sempre alla presenza di Kinsey e collaboratori, rapporti sessuali tra maschi adulti e bambine. A questo proposito Kinsey sostenne che "Se la bambina non fosse condizionata dall'educazione, non è certo che approcci sessuali del genere di quelli determinatisi in questi episodi la turberebbero": Gli abusatori pedofili non furono mai denunciati o disturbati da Kinsey e dai suoi in quanto serivavano per i suoi "esperimenti". 

Il Kinsey Institute, che sulla Home page del proprio sito (consultato il 19/12/19) mostra due donne lesbiche, si presenta come esperto di sessualità e di "gender studies". Ha diffuso un programma di educazione sessuale chiamato SIECUS (Sexuality Information and Education Council of United States) rivolto a bambini e ragazzi, il quale insegna la masturbazione ai bambini e come avere i primi approcci sessuali. Questo programma è una delle fonti del documento dell’OMS Sezione Europa conosciuto come "Standard per l’educazione sessuale in Europa". 

La politica

A livello politico, sono apparsi, talvolta con la complicità delle istituzioni, gruppi politici o associazioni che promuovono la pedofilia o che auspicano una maggiore tolleranza del fenomeno (ad esempio con la richiesta di abbassare notevolmente "l'età del consenso" per le relazioni sessuali). Ad esempio, oltre alla già citata NAMBLA, l'associazione "Martijn" nei Paesi Bassi, che sostiene attivamente i rapporti sessuali tra adulti e bambini di ogni età, è stata dichiarata legale dalla Corte di Appello di Leeuwarden nel mese di aprile 2013 (peraltro anche questa associazione era parte dell'ILGA ed è stata poi espulsa solo nel 1994). 

La questione dei legami tra pedofilia e politica è stata più volte al centro dell'attenzione in ragioni di diversi esponenti politici presenti sia nelle Istitutuzioni nazionali che europee. Sono note, ad esempio, le polemiche riguardanti il politico franco-tedesco Daniel Cohn-Bendit. Protagonista del movimento del '68, poi parlamentare europeo dal 1994 al 2014 e co-presidente dei Verdi Europei a partire dal 2002. Egli è responsabile di diverse dichiarazioni pro-pedofilia, in particolare nel suo libro The Great Bazaar del 1975, in cui racconta incontri erotici con bambini di cinque anni quando era insegnante in una scuola materna ("Mi è successo che qualche bimbo mi aprisse la cerniera dei pantaloni e iniziasse ad accarezzarmi [...] quando loro insistevano, io li accarezzavo"). Durante un programma televisivo francese nel 1982 ha descritto la scena di una bambina di cinque anni che si sveste come un "gioco erotico". In tempi più recenti, Cohn-Bendit si è giustificato parlando delle sue precedenti dichiarazioni controverse come di semplici "provocazioni" e ha sostenuto di non aver mai commesso atti di pedofilia.

Strategie di normalizzazione

A proposito della pedofilia si osserva, in alcuni ambiti accademici, il tentativo di seguire una strategia di normalizzazione simile a quella usata per la normalizzazione dell'omosessualità:

  1. Prima l'insistenza su una percentuale sorprendentemente grande di soggetti che avrebbero tendenze pedofile immutabili ("è la loro natura");
  2. Poi la distinzione tra semplici pedofili (non offender) e pedofili che realizzerebbero concreti atti sessuali con bambini (offender), con l'ulteriore distinzione di una presunta pedofilia "consensuale" e una "non consensuale";
  3. Infine, la vittimizzazione dei soggetti pedofili, attraverso dichiarazioni che presenterebbero il pedofilo come emarginato e discriminato dalla società e come sofferente per il fatto di non poter attuare il suo "orientamento sessuale". 

Ad esempio, la professoressa Margo Kaplan, docente alla Rutgers School of Law di Camden ha pubblicato sul New York Times un articolo in cui sostiene, tra le altre cose, che: 1. "Secondo alcune stime, l’1 per cento della popolazione maschile continua, molto tempo dopo la pubertà, a sentirsi attratto da bambini in età prepuberale", evidenzando che la pedofilia costituisce "talvolta" (quindi non sempre) un disordine psichiatrico; 2. "Un secondo malinteso è che la pedofilia è una scelta. Recenti ricerche [...] suggeriscono che il disturbo può avere origini neurologiche"; 3. i pedofili "devono nascondere il loro disturbo a tutti, altrimenti rischiano di perdere opportunità di lavoro e di formazione [...]. Molti si sentono isolati, alcuni pensano al suicidio. Lo psicologo Jesse Bering, autore di Perv.: la devianza sessuale in tutti noi, scrive che le persone affette da pedofilia non vivono la loro vita nell’armadio; stanno eternamente accovacciati in una panic room". Come si vede, la Kaplan esprime almeno alcune delle fasi appena descritte come strategia di normalizzazione della pedofilia.

Sulla rivista scientifica Sexuality & Culture ha trovato spazio il pedofilo dichiarato Thomas O’Carroll, che nel 2006 venne perseguito dalla giustizia per aver distribuito materiale pedo-pornografico tramite la sua organizzazione Paedophile Child Emancipation Group (materiale che includeva video e foto in cui bambini di sei anni venivano torturati e violentati). Egli afferma, ad esempio, che  «l’asserzione per cui i bambini sono incapaci di relazioni sessuali è empiricamente infondata», giustificando l'affermazione con il ragionamento che: «Se anche un cane può sperimentare i sentimenti necessari in una relazione reciproca di carattere interpersonale… perché un bambino dovrebbe essere incapace di farlo?».

Anche l'APA (la nota Associazione degli Psichiatri Americani) è stata al centro delle polemiche riguardanti la pedofilia, in quanto una recente edizione del il Dsm, il manuale ufficiale dei disturbi psichiatrici opera una distinzione tra “pedofilia” e “disturbo pedofiliaco”, dove il primo riguarderebbe «tutti coloro che non soddisfano pienamente i criteri per la diagnosi di pedophilic disorder, in quanto presentano un’attrazione sessuale rivolta verso i bambini non attuata, in assenza di sentimenti di colpa, vergogna e ansia, quindi egosintonica». Questi, si badi, «presentano un “orientamento sessuale”» (successivamente però, a causa delle polemiche, la dicitura fu modificata in "interesse sessuale").

Anche all'Università di Cambridge si sono svolte iniziative che possono essere collegate ad una strategia di normalizzazione della pedofilia. Nel mese di luglio 2019 si è svolto un convegno accademico in cui sono state sostenute tesi del seguente tenore: "L’interesse alla pedofilia è naturale e normale per i maschi umani"; "Almeno una minoranza considerevole di maschi normali vorrebbe fare sesso con i bambini ... i maschi normali vengono suscitati dai bambini". Una presentazione al convegno aveva come titolo "Liberare il pedofilo: un'analisi discorsiva". Al convegno ha partecipato anche Tom O'Carroll, già menzionato sopra, attivista per la legalizzazione del sesso con bambini, più volte condannato per reati concernenti la pedofilia e già capo della PIE (Paedophile Information Exchange). Quest'ultima è una lobby pedofila brittanica fondata nel 1974 che si poneva come presunto scopo di "alleviare la sofferenza di molti adulti e bambini" facendo propaganda per l'abolizione dell'età del consenso nei rapporti sessuali e dunque per la legalizzazione del sesso tra adulti e bambini.

Queste sono solo alcune delle manifestazioni della pedofilia e della sua promozione nella società, senza menzionare vicende mediaticamente più conosciute come il caso "Epstein" negli USA, e come quelle legate alla comunità del Forteto qui in Italia. Per un'analisi, invece, sui casi di pedofilia all'interno della Chiesa si può leggere qui.

 

Conseguenze degli atti pedofili sulle vittime

A prescindere se gli abusi siano stati percepiti come tali o meno, la vittima è predisposta ad una serie di conseguenze psico-fisiche negative, spesso invalidanti, che quasi sempre sconfinano nella vita adulta. In modo particolare, le vittime possono essere soggette a depressione, ansia e panico, disturbo dissociativo della personalità, abusi di sostanze, propensione al suicidio. Nella maggior parte dei casi, sono necessari molti anni prima che la vittima diventi consapevole del sopruso subito e riesca ad elaborare il trauma.

Uno studio (Carr et al., 2018) effettuato su adulti (età media 54 anni) abusati da bambini, ha riscontrato le seguenti criticità: «Persistenti problemi di salute mentale, tra cui PTSD e PTSD complesso, disturbi d’ansia, depressione, disturbi di personalità, abuso di alcool e droghe e tentativi di suicidio; Frequenti problemi di salute fisica, sia in termini di maggiore presenza di malattie fisiche sia di numerose ospedalizzazioni causate da esse; Conseguenze negative a livello psicosociale, come povertà, problemi coniugali, l’essere senzatetto, essere stati in carcere o avere figli presi in carico dai servizi sociali» (Si veda: Gli effetti dell’Abuso Sessuale nel ciclo di vita, Istituto Beck). 

Altri studi (Radford et al., 2017) hanno messo in luce il maggior rischio di demenza senile e morbo di Alzheimer per gli abusati. Ulteriori ricerche (Winning e collaboratori 2016) hanno individuato un nesso di casualità tra gli abusi infantili e l’insorgenza di malattie cardiometaboliche, come diabetemalattie cardiovascolari e ictus tra le vittime, alla loro mezza età.

 

Leggi sulla pedofilia e l'abuso contro minori in Italia

L'ordinamento giuridico italiano ha predisposto un'ampia serie di norme per reprimere comportamenti che offendono i minori nella sfera sessuale. Il diritto penale, naturalmente, reprime soprattutto "fatti" (cioè atti umani volontari esterni) che ledono i bambini nella sfera sessuale e la loro incolumità. Non è ovviamente punito il disordine psichiatrico della pedofilia in quanto tale ma solo se esso si manifesta in atti lesivi o altri fatti rilevanti per la sicurezza (ad esempio, nel reato di associazione per delinquere, cioè anche eventualmente finalizzata all'adescamento o ad altri reati contro i minori; il reato di istigazione a pratiche di pedofilia, ecc.).

Inoltre, non è necessario che il colpevole di reati concernenti la pedofilia sia "pedofilo" in senso psichiatrico. A questo proposito, vi è un pericolo a voler "psichiatrizzare" a tutti i costi i comportamenti abusivi poiché l'invocazione ingiustificata di una "malattia mentale" rischia di diminuire l'imputabilità di soggetti magari pienamente capaci di intendere e di volere. In relazione ai reati che offendono i minori nella sfera sessuale, centrali sono le norme contenute nel Titolo XII del Codice penale, soprattutto nella sezione I, "Dei delitti contro la personalità individuale" e nella sezione II, "Delitti contro la libertà personale" del Capo III.

Delitti contro la personalità del minore

L'art. 600 bis del codice penale punisce la prostituzione minorile, sanzionando con la reclusione da sei a dodici anni e con la multa da 15 mila a 150 mila euro chiunque recluta o induce alla prostituzione una persona minorenne, oppure la favorisce, la sfrutta, la gestisce, la controlla o ne trae profitto. La reclusione è di uno a sei anni e la multa da 1.500 a 6 mila euro per chiunque compie atti sessuali, in cambio di denaro o di altra utilità, con un minore di età compresa tra 14 e 18 anni. È punita, all'art. 600 quinquies anche l'organizzazione e la propaganda di iniziative turistiche volte a sfruttare la prostituzione minorile.

L'art. 600 ter c.p. punisce invece la pornografia minorile. È punito chiunque realizza esibizioni pornografiche o produce materiale pornografico utilizzando minori, oppure recluta o induce minori a partecipare a questo tipo di pornografia. Similmente, è reato anche trarre profitto, fare commercio, diffondere, pubblicizzare o cedere ad altri materiale che rappresenti pornografia minorile. Inoltre, è punita anche la semplice detenzione di questo materiale e si specifica che la pornografia minorile può anche essere "virtuale" (cioè quando le immagini sono virtuali e realizzate utilizzando immagini di minori o parti di esse).

Delitti contro la libertà personale del minore

Gli articoli 609 bis e seguenti del codice penale disciplinano una serie di delitti sessuali, che comprendono reati commessi contro minori di età. In primo luogo, è prevista una circostanza aggravante se la violenza sessuale (normalmente punita con la reclusione da sei a dodici anni) è commessa nei confronti di un minorenne, oppure all'interno o nelle vicinanze dell'istituto di istruzione frequentato dalla persona offesa. L'aggravamento della pena è maggiore (della metà) se la vittima non aveva compiuto quattordici anni, e la pena è raddoppiata se il bambino aveva meno di dieci anni.

Sono puniti gli atti sessuali con minorenne, anche quando non c'è violenza, se la persona offesa non ha compiuto i quattordici anni (oppure se non ha compiuto gli anni sedici qualora il colpevole abbia una relazione particolare con il minore, cioè sia l'ascendente, il genitore, il tutore oppure abbia una relazione di convivenza o gli sia affidato per ragioni di cura, educazione o vigilanza). Si fa salvo però il caso in cui il colpevole sia egli stesso minorenne, e tra quest'ultimo e la vittima vi sia una differenza di età non superiore a quattro anni: in questi casi l'autore del fatto non è punibile, sempre però che: 1. non ci sia violenza; 2. la vittima abbia compiuto almeno i tredici anni.

Viene punita anche la "corruzione di minorenne" (art. 609 quinquies c.p.), cioè l'aver commesso atti sessuali in presenza di una persona minore di quattordici anni, al fine di farla assistere, oppure aver mostrato a tale minore materiale pornografico per indurlo a compiere o a subire atti sessuali. 

Per tutti questi delitti il colpevole non può scusarsi affermando di aver ignorato l'età della persona offesa, tranne nell'ipotesi di "ignoranza inevitabile" (art. 602 quater c.p.), ed egli viene perseguito anche se il reato è stato commesso all'estero (art. 604 c.p.). Inoltre, la legge penale punisce anche chiunque, allo scopo di commettere uno dei delitti menzionati, adesca un minore di sedici anni.

Infine, è importante ricordare che l'Italia si è dotata, nel 2012, di una norma penale che anticipa il livello di tutela, punendo anche la pubblica istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia (art. 414 bis del codice penale). L'istigatore non può invocare come scusa ragioni di carattere "artistico, letterario, storico o di costume".

 

Leggi riguardanti la pedofilia e l'abuso sessuale contro minori nel mondo

Unione Europea

Nei paesi dell’Unione Europea, il tema degli abusi sessuali sui minori non è disciplinato da direttive o regolamenti comunitari ma è regolato esclusivamente dagli ordinamenti nazionali, essendo il diritto penale di pertinenza degli Stati membri. Una Convenzione del Consiglio d’Europa ha stabilito tuttavia linee guida non vincolanti per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l’abuso sessuale, firmate a Lanzarote il 25 ottobre 2007 ("Convenzione di Lanzarote"), recepite in Italia come legge n° 172 del 1 ottobre 2012.

La Convenzione di Lanzarote, inapplicata in questo punto dalla maggior parte degli Stati membri, prevede la registrazione e la conservazione dei dati relativi all’identità, nel rispetto della privacy e ad uso interno, oltre al profilo genetico (DNA) delle persone condannate per reati sessuali, affidati ad un’unica autorità nazionale che dovrebbe interfacciarsi con le autorità degli Stati membri.

Stati Uniti

Negli Stati Uniti è in vigore la Legge Megan (dal nome di Megan Kanka, rapita, violentata e uccisa a sette anni nel 1994 da un vicino di casa pluripregiudicato per reati sessuali su minori). Secondo la normativa statunitense, chiunque commetta qualunque forma di reato a sfondo sessuale perde ogni diritto alla privacy da un minimo di dieci anni dalla data del rilascio all’intera vita, con l’obbligo di registrare presso le Forze dell’ordine il proprio domicilio e i propri spostamenti, il divieto assoluto di frequentare, o risiedere nelle vicinanze di luoghi abitualmente frequentati da minori o dal genere di persona normalmente bersaglio dei propri crimini, e in taluni casi l’affissione di tali dati in un registro pubblicamente consultabile.

La legge 18 U.S. Code § 2258A (Reporting requirements of electronic communication service providers and remote computing service providers) prescrive agli Internet Service Provider di segnalare casi sospetti di pedofilia al CyberTipline, sistema centralizzato nazionale per la reportistica su casi sospetti di abuso sessuale su minori, gestito dal National Center for Missing and Exploited Children.

 

Pedopornografia e Pedofilia online

Gli studi sulle persone che adescano minori online hanno rilevato alcune costanti:

  • Gli adescatori tendono ad evitare relazioni dirette e trascorrono la maggior parte del loro tempo in chat per ottenerne contatti finalizzati ad un’immediata gratificazione sessuale;
  • Riescono ad entrare facilmente in sintonia e in empatia con la vittima;
  • Sono compulsivamente impegnati in attività sessuali.

Questa categoria persone si suddivide a sua volta in due categorie: i primi sono coloro che si limitano alla ricerca di e allo scambio di materiale pedopornografico, i secondi cercano anche l’approccio sessuale con bambini e adolescenti, secondo due modalità: fantasy-driven, ovvero coloro che cercano solo sesso virtuale, senza incontrare di persona le vittime; contact-driven, ovvero coloro che cercano l’incontro fisico fuori dalla rete.

Uno studio dell’Università di Lancashire del 2003 ha distinto cinque fasi nell’adescamento online:

  1. Formazione dell’amicizia (Friendship forming stage);
  2. Formazione del rapporto di fiducia (Relationship forming stage);
  3. Valutazione del rischio di essere scoperto (Risk assessment stage);
  4. Fase della relazione esclusiva (Exclusivity stage);
  5. Fase sessuale vera e propria (Sexual stage).

 

Statistiche

Secondo dati di SOS Il Telefono Azzurro, nel 2017, ogni 72 ore circa si è verificato un caso di abuso sessuale su minore. In 4 casi su 10 la vittima ha meno di 10 anni, con una prevalenza di bambine (71,7%). Una vittima su tre tace per paura, per vergogna o per senso di colpa. Molti altri denunciano gli abusi a lunghissima distanza temporale, anche a venti o trent’anni dall’accaduto.

Secondo i dati relativi alla linea 114 Emergenza Infanzia dell’Associazione, le denunce di abuso sessuale o pedofilia rappresentano circa il 7,5% del totale dei casi gestiti dal servizio.

Ogni sette minuti appaiono sul web immagini di bambini abusati sessualmente. Nel 2017 sono stati individuati 78.589 URLs con immagini di abusi sessuali su minori. Il 55% delle vittime ha meno di dieci anni, mentre nel 40% dei casi l’abusante viene conosciuto online.

Gli abusi online si classificano in:

  • sexting, ovvero invio di contenuti sessualmente espliciti via internet;
  • sextortion, con cui si costringe qualcuno ad inviare video o immagini sessualmente espliciti;
  • grooming, consistente in adescamento online;
  • live distant child abuse, condivisione in streaming di video pedopornografici.

Complessivamente questi fenomeni rappresentano il 24,5% degli abusi online e sono cresciuti di circa un punto percentuale in soli 12 mesi, durante il 2017. Nello stesso anno, sono pervenute alla linea di ascolto 114 Emergenza Infanzia 1.250 segnalazioni di contenuti pedopornografici su internet e sui media, e 23 incitamenti alla pedofilia.

Il 21 maggio 2019, Meter onlus (www.associazionemeter.org) ha reso noto che, nei primi quattro mesi dello stesso anno, ha inoltrato denunce e segnalazioni per 5.826.458 foto e 102.630 video di contenuto pedopornografico, rinvenuti nel web e nel deepweb. Tali contenuti criminosi sono stati quindi segnalati alle polizie italiana ed estere e ai server provider competenti allo scopo di stroncare il traffico di materiale fotografico e video rappresentativo di abusi sui minori. L’età delle piccole vittime coinvolte si colloca tra i 3 e i 7-10 anni, «in situazioni di schiavitù sessuale perpetrata e continuata».

«Le denunce, migliaia – ha dichiarato don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente di Meter – non sembrano avere seguito a causa della evidente indifferenza da parte dei responsabili e anche per la fattiva e mancanza collaborazione di Server Provider che, a volte si limitano a rimuovere i contenuti, ma a non fornire nessun elemento alle autorità giudiziarie, per identificare i responsabili, che non sono affatto limitati ad uno sparuto numero di perversi. Non è più tollerabile tale impunita pedocriminalità».

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