18/10/2021 di Maria Rachele Ruiu

Lutto perinatale: «La mia odissea per aver riconosciuto un diritto di tutte le donne: la sepoltura del figlio»

21 luglio 2021, mezzogiorno e un po', Cristo Re.

La visita sarebbe dovuta essere una settimana dopo, ma l'angelo custode di Alessandra, la mia ginecologa, le ha suggerito di darmi appuntamento subito. Vieni domani, ti visito per ultima. L'angelo custode di mia  mamma, invece, la convince ad accompagnarmi. "Hai Chicco, magari si agita, fa caldo, ti accompagno". Nella sala di attesa molte pance, arrivate quasi alla fine. Ascolto le risate e le paure di chi aspetta di salire sulla giostra più particolare del mondo: il dolore atroce e la gioia eterna del parto.

È il mio turno. Entriamo sorridendo e scherzando. Il gel freddo sulla pancia: eccola lì. Stranamente ferma. I miei figli sono sempre stati esagitati sin da subito. Alessandra muove la sonda sempre con più agitazione, mi tocca la pancia. E lei galleggia.

Due minuti lunghissimi.

"Maria Rachele. Mi dispiace, non c'è battito".

..

..

..

Piango, poco perché mi ricordo che c'è Chicco, che infatti subito mi vuole venire in braccio.

Mamma mi guarda.

Io la guardo.

Chicco si accoccola, in silenzio, sul mio seno. Con le mani sotto la pancia, come quando era piccolo.

Rimbomba una frase: non c'è battito.

Sara è morta.

Prendo il telefono: "Amore, non c'è battito".

Ho solo un desiderio, tornare a casa e abbandonarmi nelle braccia del mio sposo.

Alessandra mi prospetta le possibilità. Devo scegliere. Ma ho un solo desiderio "io non voglio che Sara finisca nei rifiuti. Voglio seppellirla. Michele qualche settimana fa ha detto a Stefano, prima di addormentarsi, che nella pancia di mamma c'è Sara. Sara È."

Sia chiaro: questo "voglio seppellirla"  nasce dal mio impegno, dal mio sapere, non perché sono più brava delle altre mamme, sono semplicemente graziata.  Avevo il numero di Emiliano perché già ci avevo collaborato. E dopo mio marito, quella, è stata la prima telefonata che ho avuto l'urgenza di fare.

"Non voglio che finisca nei rifiuti ospedalieri".

Venerdì scorso è stata la giornata del lutto perinatale, e il mio pensiero è corso a quel 21 luglio.

"Uh, meno male che era all'inizio"

"Meglio ora che poi"

"Certamente era malato, meglio così"

"Dai, lo rifate subito uno"

"Togliti questo dente subito, così non ci pensi più"

Queste alcune delle frasi rivolte a me, dagli amici che, poveracci, hanno provato a rispondere al mio "Sara è andata in Cielo, senza passare per il via"

Torno a casa, mamma si porta via i bimbi, resto qualche ora sola con Stefano. Sono rannicchiata sul divano e guardo la mia pancia: sono passata da essere misterioso custode della Vita, ad un sepolcro. Sono un sepolcro.

Andiamo a prendere i bambini Michele mi corre incontro. Non sa nulla ma mi salta sulla pancia: "Mamma, come stai? Ma c'è Sara?"

"Si, amore. Ma è stanca stanca. Ti ricordi nonna Livia che ha dormito il sonno speciale e e andata da Gesù? Può andare anche Sara da Gesù?"

Si piega, mi dà un bacio sulla pancia, punta l'ombelico: "Sara, vai da Gesù?"

Il giorno dopo preospedalizzazione. Chiamo Emiliano Ferri che mi manda il foglio di richiesta di seppellimento.

Preospedalizzazione, counselling, consenso informato, operazione da tutti lascio un foglio: voglio il corpo di mia figlia. Voglio seppellirla.

Ed è un diritto che la legge, ringraziando il cielo, riconosce.

"Uh, meno male che era all'inizio"

"Meglio ora che poi"

"Certamente era malato, meglio così"

"Dai, lo rifate subito uno"

"Togliti questo dente subito, così non ci pensi più"

Lo diresti mai ad una mamma che ti comunica che è morto il figlio?

Si sta parlando di Sara. Di mia figlia. Mia figlia era, avevo ascoltato il suo battito, l'avevo vista sgambettare allegramente. Le avevo cantanti una ninna nanna. I fratelli ci avevano giocato, parlato, baciato.

E no, non è meglio prima. Non so cosa darei per poter avere un secondo in più della sua vita.

E no, anche fosse stata malata avrei voluta stringerla tra le mie braccia, sentire il suo profumo, accarezzarle la pelle, mangiarmela di baci.

E no, anche se spero di poter avere la grazia di nuovi figli, non saranno mai Sara, unica irripetibile amore di mamma e papà.

Quanta acqua avvelenata abbiamo bevuto tutti.

Mi ci ha fatto pensare mia cognata, quando abbiamo avuto la possibilità di abbracciarci per la prima volta da quando Sara era in Cielo:  "guardavamo il funerale e ho chiesto a Roby: ma perché non sono corsa da loro e sono "solo" collegata? Perché siamo imbrigliati in questa cultura che deve per forza convincerci che non è niente, per non fare cadere il castello dell'aborto."

Castello dell'aborto che porta le parole che feriscono di più?

"Vuoi seppellirlo? A quante settimane sei?"

Castello dell'aborto che porta la bugia che più denigra il nostro dolore, aggiungendo dolore al dolore: è un grumo di cellule.

No, grumo di cellule un cazzo. È mia figlia.

La violenza della ideologia così cieca e cinica tanto da arrivare fino a asfaltare il dolore più intimo e acuto di una mamma.

È pericolosissimo per questa ideologia che qualcuno voglia seppellire il proprio figlio?

31 luglio, Sant'Alberto Magno e cimitero Laurentino.

Abbiamo potuto celebrare il funerale a Sara, e potuta seppellire. In cordata con la Chiesa. Non soli. Abbandonati. E solo Dio sa che fatica ottenere quei fogli che mi erano dovuti di diritto, che fatica fare giri a vuoto con il grembo, quello sì fottutamente vuoto ma pesante, solo Dio sa lo sconforto di trovare allo sportello della Asl un cretino patentato che ha buttato i miei fogli sul suo tavolo e ridendo mi ha detto "e con questo cosa vorresti ottenere?" Solo Dio sa perché non gli ho sfondato l'ufficio come da primordiale istinto e gli ho risposto "Seppellire mia figlia, morta". "Con questo documenti non lo otterrai mai" "guardi provo ad essere calma: è la prima volta e spero l'ultima che mi trovo qui. Può indicarmi i documenti che le servono?" "Non lo so". Solo Dio sa quanto è stato provvidenziale che sia arrivato un suo collega a portarmi un foglio, ma soprattutto a togliermelo da davanti. Solo Dio sa quanto è stato con me generoso perché mamma mi aspettava giù, perché al Cristo Re sono stati dolcissimi e hanno parlato direttamente con (santo subito!) l'avvocato Emiliano Ferri, solo Dio sa. Come sa che il giorno del funerale un dipendente dello stesso ospedale voleva rimandare dietro Emiliano, e non lasciarmi mia figlia. Ma siccome io ho un Padre generoso avevo il numero del reparto e "l'ho liberata".

Ecco, da quando ho fatto il funerale di Sara, e l'ho detto pubblicamente, sono tantissime le mamme che mi hanno contattato per dirmi che a loro nessuno aveva detto che avrebbero potuto farlo.

Nessuno ha detto loro che il figlio avrebbero potuto seppellirlo anziché farlo finire tra i rifiuti ospedalieri. O alla mamma a cui hanno detto la bugia che se lo avesse partorito a casa non avrebbe potuto seppellirlo. O ancora mamme che sapendo,  hanno chiesto e che hanno visto rifiutata la loro richiesta perché fatta a voce.  O come quella mamma  che ha partorito due gemelline morte alla 23esima, che le hanno rifiutato di poterle abbracciare, e che ha scoperto solo ora che sono seppellite e nessuno le sa dire dove. Dolore che si aggiunge ad un dolore già scarnificante.

Quando scopri che non c'è più battito, ti spiegano subito cosa accadrà, ti prospettano le possibilità, come espellerlo, quando, se vuoi aspettare, se ti devi sbrigare, a casa, in ospedale, al pronto soccorso, a metà. Quando vai in ospedale ti fanno firmare pagine e pagine di consenso informato.

Io mi batterò perché nel counselling e nel consenso informato sempre si chieda alle mamme se vogliono il corpicino del loro figlio per poterlo seppellire. Per avere un luogo dove andare a piangere.

E sarò sincera: non me ne frega nulla se questo può urtare la ginecologa di turno. La ideologa di turno.

Quelli sono nostri figli!

Io mi batterò perché nessun altra mamma debba passare l'umiliazione che ho vissuto io dentro quell'Asl.

Perché nessuna mamma possa più venire da me "se lo avessi saputo, ... Mio figlio è finito nei rifiuti" con gli occhi gonfi di lacrime e il cuore turbato.

Perchè nessuna mamma debba chiedere un avvocato per farsi dire dove sono seppellite le sue figlie.

Perché a nessuna mamma venga aggiunto dolore ad un dolore già immenso.

Perché la prassi per ottenere i documenti di seppellimento sia conosciuta da tutti, chiara, veloce, e magari, lo sforzo di reperire i documenti, a carico dell'ospedale.

Care mamme e papà,

Che avete questo dolore nel cuore. Non so se siete riusciti a seppellire o meno i vostri figli, ma sono certa di una cosa, la più importante: Sara e tutti  i nostri figli ci proteggono,  ci ascoltano, intercedono per noi, Santi tra i Santi. Abbiamo carne delle nostra carne nel Cielo, e in attesa, ma senza fretta perché l'eternità non ha fretta!, che arrivi il nostro momento: ci verranno incontro festosi per accoglierci in Cielo.  "Mamma, papà, vi aspettavamo!"

Tutti i nostri figli, anche quelli della mamme ingannate dalla grande fregatura dell'aborto procurato, ci aspettano festosi!

A Dio.

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