18/11/2021 di Luca Marcolivio

Lazio azzera fondi disabili. Colosimo (FdI): «Discriminati e condannati a rimanere senza cure»

Sulla disabilità, la Regione Lazio si sta dimostrando un autentico “Giano bifronte”. Dopo che, nel marzo scorso, erano state approvate le Disposizioni per l’istituzione e la promozione di un percorso ad elevata integrazione socio-sanitaria, in favore di persone con disabilità “non collaboranti”, questa settimana è stata avviata la discussione in Commissione Sanità della proposta di legge n° 169/2019 per la promozione di politiche a favore dei diritti delle persone con disabilità. Tra i contenuti: la rimozione delle barriere architettoniche e non, l’accesso alle tecnologie digitali e ai servizi pubblici da parte dei disabili, la raccolta di dati statistici sul fenomeno, la promozione di accordi con istituti di ricerca.

La giunta regionale, però, con una mano dona, con l’altra toglie. Come ha denunciato in un post sui suoi profili social la consigliera d’opposizione Chiara Colosimo (FdI), la Commissione Bilancio intende azzerare i fondi per i disabili, vanificando di fatto gli stanziamenti per la legge approvata nel marzo scorso. «Per adeguare il bilancio della Regione alla parificazione della Corte dei Conti si decide di affossare un provvedimento a favore dei più fragili», aveva commentato la consigliera. Raggiunta telefonicamente da Pro Vita & Famiglia, la Colosimo ha avuto parole molte dure per la Giunta Zingaretti e per la maggioranza di centrosinistra. L’esponente di Fratelli d’Italia, che peraltro è la prima firmataria della già citata legge per le disposizioni a favore dei disabili “non collaboranti”, lamenta la totale mancanza di collaborazione del governo regionale nei confronti di tutte le sue proposte, costantemente vanificate dalla bocciatura in Consiglio o dal mancato finanziamento.

 

Onorevole Colosimo, cosa andranno a penalizzare i tagli imposti dalla Corte dei Conti alla Regione Lazio?

«Non riguardano ancora la legge di stabilità. Si tratta di disposizioni finanziarie, attualmente in Commissione Bilancio, che vengono destinate all’assestamento con le quali la Giunta sta cercando di mettersi in regola con la Corte dei Conti. È stato chiesto di tagliare 137 milioni di euro, in cui rientrano, tra l’altro, i pochi fondi – 50mila euro – che a marzo 2021 erano stati stanziati per la proposta di legge per l’accesso ai nostri nosocomi da parte delle persone con disabilità non collaboranti, ovvero tutte quelle persone che hanno difficoltà ad accedere ai servizi sanitari per motivi fisici o psichici. Pochi “spicci”, vero, ma avrebbero permesso a queste persone di accedere alle cure».

La Regione Lazio, da un lato non fa che approvare leggi a favore dei disabili, dall’altro continua a tagliare i fondi per gli stessi. Semplice superficialità o c’è dell’altro?

«Non si tratta di una semplice contraddizione, è l’ennesima ipocrisia di un Partito Democratico e di una sinistra che fanno splendide dichiarazioni di intenti quando si tratta di sostegno ai fragili, compresa la proposta di legge che si sta discutendo in queste ore in Commissione Sanità. Quando poi devono tagliare, però, tagliano sempre in questo settore».

Ad esempio?

«Per il triennio 2018-2021, grazie a un emendamento da me proposto, era stato istituito un fondo di sostegno alle famiglie con bambini nello spettro autistico. Adesso, essendo trascorsi tre anni, questo fondo andrebbe rinnovato. Sono molto curiosa di scoprire come si comporterà la maggioranza in questo frangente. È troppo facile prendersi i meriti delle proposte altrui e poi non trovare i soldi, quando è il momento di tirarli fuori. Se vogliamo fare una scommessa che andrà così, temo che la vincerei».

Quali saranno le contromisure dell’opposizione?

«Alla manovra di dicembre, Fratelli d’Italia presenterà un emendamento in bilancio per ricollocare i fondi al loro posto ma anche per aumentarli, come richiesto in origine, sia per quanto riguarda la proposta di legge per i disabili non collaboranti, sia per le persone nello spettro autistico. Lo faremo quanto prima perché l’adeguamento del bilancio alla Corte dei Conti sarà in aula mercoledì prossimo. Nei mesi scorsi, il nostro gruppo consiliare aveva portato in aula il cosiddetto “Pacco Mamma” ma anche questa iniziativa, purtroppo la maggioranza l’ha bocciata».

Da anni, un po’ ovunque, le amministrazioni regionali stanno tagliando le risorse destinate alla disabilità. Recentemente, però, la Regione Piemonte ha dato un segnale di controtendenza, stanziando per un servizio destinato ai non udenti, 100mila euro stornati ai corsi di indottrinamento gender per dipendenti pubblici. Un modello da seguire?

«Faccio i miei complimenti all’assessore Maurizio Marrone e alla Giunta regionale piemontese. Mi auguro che nel Lazio si possa fare presto la stessa cosa ma temo che prima sarà necessario bloccare l’equivalente regionale del ddl Zan. Si tratta di un progetto di legge molto simile a quello bocciato alcune settimane fa in Senato, con una serie di rinforzi, nel senso in cui entra in modo molto più specifico nel ruolo che la scuola – nell’ottica dei proponenti – dovrebbe avere nell’“educazione fluida” dei nostri studenti. Con un’aggravante: le regioni non hanno alcuna competenza per legiferare su tematiche di questo tipo. È anche per questo che il progetto di legge regionale è così tanto calibrato sulla scuola, tematica più attinente alle amministrazioni regionali».

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