25/07/2014

La figlia di Vecchioni litiga con la compagna: e le bambine nate con la procreazione assistita?

La cronaca ci riporta sempre più spesso di felici realtà omosessuali contornate di minori descritti come entusiasti – ma sono talmente piccoli da non poter esprimere ancora il disagio ed i problemi che una situazione di genitorialità mutilata ed artificiale comporta.

Ma, di tanto in tanto, qualcuna di queste splendide e moderne situazioni si sfascia. Ma a nessuno frega nulla: ci sono di mezzo personaggi famosi, chissenefrega, quindi, dei diritti dei minori.

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Francesca Vecchioni, figlia del noto cantautore Roberto, si separa dalla compagna Alessandra. Succede. Francesca ha avuto due bimbe con cicli di fecondazione assistita e acquisto di gameti maschili in Olanda. In Italia era illegale farlo. Le bambine hanno due anni e ora sui siti lesbo è tutto un «chiedere diritti».

E sul web si legge: «Le bimbe sanno che Alessandra è la loro madre, anche se per lo Stato italiano l’unica ad essere riconosciuta legalmente è Francesca, in quanto madre biologica». Le bimbe hanno due anni, sono gemelline, le due lesbiche si separano.

Le «mamme» sono due persone note. A nessuno frega niente che a queste bimbe sia stata negata una figura paterna, a nessuno frega niente che la figura materna unica e indivisibile («di mamma ce n’è una sola») sia stata frantumata nella dimensione duale di madre biologica e madre non biologica, a nessuno frega niente che l’equilibrio garantito dalla dimensione naturale e dialettica madre-padre (anche in caso di separazione) sia stato violentemente negato.

Benvenuti nel pianeta genitore 1-genitore 2, dove i bambini sono vittime dell’egoismo cretino di chi scambia i propri desideri per propri diritti. E strumentalizza persino una fallimentare separazione, che platealmente spiega perché un bimbo ha diritto alla figura paterna e a quella materna, per farci la lezioncina lesbo-friendly. A me piacerebbe invece porre qualche domanda. Con chi stanno le bambine? Quando arriverà una nuova «compagna della mamma» diventerà una terza mamma? E se dovesse arrivare una figura maschile? E la compagna dell’altra mamma, quella «non biologica»? C’è davvero bisogno di costringere le bimbe a tutta questa confusione? E come sono nate le bambine? Il padre «biologico» chi è? È noto alle due che la compravendita di gameti maschili in Italia è illegale? Quanti interrogativi, quanta violenza gratuita sulla pelle di due bimbe.

E a Roberto Vecchioni, papà di Francesca, che solo sei mesi fa esaltava sulla stampa nazionale «le due mamme innamorate» e dichiarava orgoglioso: «Ho accompagnato io Francesca in Olanda per fare la fecondazione, è stato entusiasmante», mi verrebbe da chiedere: sei ancora così entusiasta? E ancora dichiarava Vecchioni: «Quando sono nate, mi sono sentito rinascere, è stata una tale scarica di emozioni. Mi hanno regalato una seconda giovinezza». Ecco, a forza di dare la caccia a seconde giovinezze e scariche emotive, si perdono di vista la razionalità e la natura. A forza di pagare cicli di fecondazione assistita in Olanda, si generano bimbi senza radici e senza padri o senza madri, operando verso di loro una enorme violenza. Ma le persone non sono cose, i figli non si pagano. Oggi che le «due mamme innamorate» non ci sono più e è passato poco dalla «scarica di emozioni», Roberto Vecchioni magari può tornare a cantare che per lui vuole una donna-donna-donna con la gonna-gonna-gonna: «Prendila te quella col pisello e la bandiera nera», cantava il cantautore neanche troppi anni fa.

Oggi chissà se va pensando almeno un po’ a quelle sue nipotine senza papà, con troppe mamme e troppa confusione attorno. Tanta confusione che nessuno ha riflettuto seriamente sul vero diritto delle bimbe a non essere costrette a una genitorialità mutilata e artificiale, preoccupati com’erano nonni e «genitori» solo dei propri desideri, dei propri transitori entusiasmi, delle proprie transitorie emozioni.

Mario Adinolfi

 

Blu Dental

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