20/10/2017

La diffusione della contraccezione non riduce l’aborto

Michael J. New, professore di economia e di scienze politiche in diverse università americane, è intervenuto nel dibattito scatenato in USA dalla decisione dell’amministrazione Trump di revocare l’obbligo per tutti i datori di lavoro di pagare la contraccezione e l’aborto ai dipendenti.

La cosa, ovviamente, non va giù ai “liberal” che in quanto “liberali” non hanno la faccia di dichiararsi contrari alla libertà religiosa e al diritto all’obiezione di coscienza – che sono alla base della decisione di Trump.

Allora aggrediscono veementemente l’ordinanza di Trump – per esempio dalle colonne del “loro” New York Times – tirando in ballo la vecchia storia della contraccezione che servirebbe a prevenire le gravidanze indesiderate e quindi l’aborto.

Il professor New risponde punto per punto alle lamentazioni dei detrattori di Trump, in questo articolo pubblicato su LifeNews.

E ribadisce l’accuratezza scientifica degli studi che rilevano che con l’aumentare della diffusione della contraccezione la percentuale di gravidanze indesiderate non solo non diminuisce, ma aumenta.

Le conclusioni riportate dai “liberal” non sono suffragate da dati statisticamente elaborati in modo serio e scientificamente attendibili oppure fortemente lacunosi, come per esempio quelli che trascurano un dato reale – calcolato in USA: tra i giovanissimi  l’attività sessuale è in costante declino fin dagli inizi degli anni ’90. Tra il 1988 e il 2015, la percentuale di adolescenti sessualmente attivi è scesa dal 60 al 42%. Considerando le sole ragazze dal 51 al 42%.

Fuori dagli USA, nel Journal of Health Economics, gli economisti inglesi David Paton and Liam Wright hanno rilevato che il taglio netto dei finanziamenti dei programmi si educazione sessuale e contraccezione nelle scuole superiori della Gran Bretagna ha fatto registrare un calo significativo anche nelle gravidanze non desiderate tra gli adolescenti.

Stessi risultati, nel 2015, rilevati dall’Università di  Notre Dame: in corrispondenza del vasto programma di distribuzione dei preservativi nelle scuole superiori, in Francia, negli anni ’90, c’è stato un netto aumento delle gravidanze indesiderate tra gli adolescenti. Tutti sanno (ma molti fanno finta di non sapere) che un maggiore accesso ai contraccettivi comporta una maggiore attività sessuale. La moltiplicazione del rischio, comporta un aumento del femomeno che si vorrebbe evitare.

 

Redazione

 


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