30/08/2023 di Maria Rachele Ruiu

LA CULTURA DELLO STUPRO (cellulari, videogiochi e pornografia)

«Se ci penso mi viene lo schifo perché eravamo cento cani sopra una gatta, una cosa così l’avevo vista solo nei porno, eravamo troppi e sinceramente mi sono schifato un poco, però che devo fare la carne è carne, ma ti giuro dopo che si è sentita pure male, piegata a terra, ha chiamato l’ambulanza, l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via. Voleva farsi a tutti, alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio»
 
La pornografia, cancro di questa generazione più di altri, visto che i bambini incappano in un video porno a 8 anni, per sbaglio. 
Cioè mio figlio Michele fra 3 anni.
Esistono bambini di seconda elementare già dipendenti dal porno. Agghiacciante. Ma è. 
Esistono bambini alle elementari, con una idea già distorta della donna, che perdono il rispetto per la donna grazie ad un cavolo di cellulare. 
 
Che perdono il desiderio di entrare in relazione con lei, di amarla e rispettarla, e che non riescono a vederla se non come mero strumento di godimento personale, grazie ad un cavolo di cellulare. 
 
Un sex toy da esigere, perché desiderato. Da comprare se non lo si possiede. O da rubarsi, se non in vendita. 
 
Chi fa uso di pornografia rinforza la credenza che il maschio debba dominare e la femmina sottomettersi, oltre a normalizzare pratiche sessuali estreme. Nel porno le donne sono rappresentate come macchine riceventi solo sesso, non  altro: «Lei era tutta ubriaca, l’amica sua l’ha lasciata sola, voleva farsi a tutti. Alla fine gli abbiamo fatto passare il capriccio». 
 
Una macchina, non piu umana, deputata al mio puro godimento. 
 
Gli studi mostrano che chi fa uso di pornografia, infatti, tende a rapportarsi ad una donna come oggetto: si elaborano le immagini sessualizzate delle donne con i processi con cui si elaborano gli oggetti, e non con processi che di norma usiamo quando ci relazioniamo con altri esseri umani. 
Zero empatia: «Dopo si è sentita pure male [..]  si toccava là sotto piegata a terra… ‘Chiamate un’ambulanza’, […] l’abbiamo lasciata lì e siamo andati via…».
 
Un cocktail maledetto tra dipendenza da device e dipendenza da porno, servito su piatti d'argento, per la distruzione dei nostri figli. 
 
Un vero carcere neurobiologico, in cui la gratificazione che cerchi non la trovi più, e hai bisogno di uno stimolo sempre maggiore: parti dalla immagine o dal video visto per caso sul cellulare a otto anni, per arrivare, non così di rado ahinoi, a ritrovarsi piegati a cercare materiale pedopornografico. Neonati, sì. 
Chiedete a Fortunato Di Noto  
 
L'inferno in terra. 
 
E no, non possiamo permetterci di scandalizzarci leggendo le richieste su telegram del video di quella vergognosa e animalesca violenza. Perché se ci scandalizziamo fingiamo che sia un caso.  E invece no: chiamare la prostituzione, cioè lo stupro a pagamento, sex work;  sponsorizzare la pornografia, cioè la prostituzione filmata, come sana; Only fans e compagnia cantante; la grandissima bugia che abbiamo il diritto di pretendere che tutte le nostre pulsioni debbano essere. No, non è un caso. 
 
Indicare continuamente, perché fa figo, la ricerca del godimento, slegato dalla relazione, fingere che sia la strada per la felicità, per un paradiso a portata di mano, senza limiti, pieno di pulsioni, pretese,  desideri assurti a diritti (voglio, posso, pretendo), che tutti dobbiamo pretendere, è l'inferno. Che stiamo permettendo, per i nostri figli. 
 
Vale la pena alzarci in piedi e lottare.
Perché l'altra possibilità sia possibile.
La libertà vera, la felicità vera; quella di sapersi controllare, per l'altro; rinunciare, per l'altro; SACRIFICARSI, cioè rendere sacro, per l'altro; scegliere il bene, per l'altro. Ed essere felici, insieme. 
 
Difendere l'altro, anche dal branco. 
 
Un'alleanza che va ricercata e ritrovata, insostituibile, tra uomo e donna.
#CondiVIVI !
 
PS: Se sei dipendente dal sesso, se sei nella gabbia neurobiologica di prima, se stai distruggendo le relazioni intorno a te, se non riesci a guardare più una ragazza o una donna con libertà, se non riesci ad essere fedele perché non riesci a rinunciare al sesso, se stai distruggendo il tuo matrimonio e anche se non vorresti più, ogni volta che tua moglie non c'è, che i tuoi figli non ci sono, e impossibile per te non rinchiuderti in bagno, o in cantina, se stai perdendo la tua famiglia, il tuo lavoro, lo studio, se sei in gabbia all'inferno, chiedi aiuto. Si può uscire da questa dipendenza, con fatica, ma si può.
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