«Non ci sono più i ragazzi di una volta». Sentiamo spesso questo commento di chi lamenta (più che comprensibilmente) un drastico calo della moralità tra le giovani generazioni, specie per quel che riguarda l’ambito dei rapporti affettivi.
Sono tanti i ragazzi che vedono nell’intraprendere relazioni sentimentali un modo per soddisfare i propri bisogni, usando l’altro, il suo corpo, la sua dignità. Amore e responsabilità sembrano sparire dagli obiettivi dei più giovani, come se si trattasse di “roba vecchia”. O, forse, tanti considerano questi dei “valori antichi” pur di non ammettere che desidererebbero tanto viverli, ma si sentirebbero incompresi dai più.
Eppure, qualcuno che va controcorrente c’è ancora. “Il vero Amore è appassionato. L’Amore, il sesso, il piacere… come possono non interessarci?” è il libro in cui Filippo Betti, un giovane di Castelfranco, lancia ai suoi coetanei una proposta che non si adegua alle tendenze attuali. Aspirare al vero amore, a un amore che non finisce, si può e uno degli strumenti per imparare a viverlo è niente meno che la castità prematrimoniale.
Castità, un termine che non sta a indicare nulla di retrogrado o sessuofobo, anzi, l’esatto contrario: significa riconoscere l’importanza, la bellezza, la grandezza della sessualità e scegliere di vivere questa, che è la più intima forma di rapporto umano, solo con chi ci ha promesso responsabilmente con il Matrimonio amore eterno.
Ma è roba da bigotti o per soli cristiani? No, affatto. «Non occorre la fede per comprendere che darsi a pezzi o con una data di scadenza equivale più a un prestito che a un dono. L’Amore chiede tutto: l’intera persona che si dona all’altro». E allora, perché non rivalutare questo valore?
Per chi fosse interessato a saperne di più, consigliamo la lettura di questo libro, uscito a giugno e pubblicato da TauEditrice, con la prefazione di Gigi De Palo.
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