25/12/2018

Il 2018: un anno di vittorie pro vita in Italia

Si avvicina la fine del 2018 ed è davvero il caso di fare un bilancio delle conquiste pro vita ottenute in Italia operando alacremente sia su un piano culturale sia su un piano meramente pratico, facendo pressione sulle istituzioni e la pubblica amministrazione.

Partiamo dalla risonanza che le battaglie pro life stanno avendo proprio in un mondo che notoriamente riflette i diktat del pensiero unico: il mondo dei vip. Anche in questo contesto, ultimamente, si sono levate voci “impopolari” a favore della famiglia naturale. Pensiamo al recente, accorato appello di Lorella Cuccarini alle istituzioni perché mettano finalmente al centro la famiglia, cellula fondante della società: «Se lo Stato vuole sostenere le famiglie, lo deve fare soprattutto dal punto di vista fiscale. È qui che serve una svolta, non con i bonus. C’è da meravigliarsi che la politica non l’abbia ancora capito». E ancora «Penso che questo è un Paese che sembrerebbe quasi non voler più costruire un futuro. Se non si parte dalla famiglia, non si hanno prospettive».

Non teme di apparire impopolare nemmeno il calciatore Nicola Legrottaglie il quale interrogato qualche tempo fa sulla campagna di Pro Vita e Generazione Famiglia contro l’utero in affitto che prevedeva l’affissione di manifesti raffiguranti un bambino nel carrello di un supermercato guidato da due uomini identificati rispettivamente come “genitore 1” e “genitore 2”, e  con lo slogan “due uomini non fanno una madre – #stoputeroinaffitto”, ha affermato di sostenere in pieno il messaggio proposto. In particolare: « […] ai politici dico di prestare molta attenzione alle insidie e alle trappole che possono nascondersi dietro provvedimenti come quelli che rischiano di incentivare l’utero in affitto o gli attacchi alla vita umana. Le conseguenze nefaste di certe scelte le pagheremo nel futuro».

Ma non finisce qui: ormai da tempo le battaglie per la vita seguono una strategia che viaggia sul doppio binario della sensibilizzazione culturale che permette di dire un “no” assoluto su problematiche ad ampio raggio come l’eutanasia, l’aborto ecc., ma al contempo seguono il binario della concretezza, agendo a livello giuridico, amministrativo e medico e, perseguendo, in questo campo, la strada delle conquiste graduali: se sul piano culturale si lavora per contrastare l’aborto tout court, sul piano pratico si cerca di fermare la Ru486 nelle farmacie. Insomma, una strategia che consiste nel procedere apparentemente a piccoli passi e che non appartiene solo ai radicali (che mentre si stracciano le vesti per legalizzare l’eutanasia, introducono i registri per il testamento biologico; che mentre sognano il suicidio assistito per tutti, nel frattempo cominciano con il proporlo per i malati terminali) ma che ormai da tempo ha adottato anche il mondo pro life avvicinandosi progressivamente al problema e smontando i processi poco per volta.

Ed è procedendo così che quest’anno si sono collezionate una serie di conquiste: pensiamo all’importante circolare del Ministero dell’Istruzione in cui viene riconosciuto il diritto di priorità educativa dei genitori in cui viene sottolineato «nero su bianco, la necessità che l’informazione alle famiglie sia, d’ora in poi, esaustiva e tempestiva rispetto all’offerta formativa», come ha dichiarato il presidente di Pro Vita, Toni Brandi che ha incassato questa bella vittoria insieme a Generazione Famiglia. Per non parlare dei preparativi ormai in corso per il il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie che nel 2019 si terrà in Italia, a Verona, dal 29 al 31 marzo, e che sarà organizzato da Pro Vita Onlus, Comitato Difendiamo i Nostri Figli e Generazione Famiglia insieme al presidente del Congresso Mondiale delle Famiglie, Brian Brown. L’elenco sarebbe infinito ma per ragioni di brevità ricordiamo soltanto, per ultima, la vittoria contro la censura rivolta alla campagna “Due uomini non fanno una madre – #stoputeroinaffitto” dopo che il presidente del Gran Giurì dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria ha accertato che la campagna delle due associazioni  non viola il suo codice.

Insomma si procede guadagnando il terreno centimetro per centimetro puntando sulla diversificazione delle strategie e degli ambiti perché ormai la battaglia è su ogni fronte e passa anche per la stampa, i tribunali, la politica, la burocrazia e gli ordini professionali.

Manuela Antonacci

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