26/02/2022 di Redazione

“Grazie a Dio”. L’ultimo libro di Guzzo sui pregiudizi sul cristianesimo

Un libro che mancava e che sfata montagne di pregiudizi sul cristianesimo. Si potrebbe definire così Grazie a Dio (Lindau, 2022), l’ultima opera di Giuliano Guzzo, sociologo, giornalista e firma del quotidiano nazionale La Verità, del Timone e nome familiare anche ai lettori di Pro Vita & Famiglia. Frutto di anni di ricerche, il volume, in uscita in questi giorni, si presenta come un testo di dimensioni notevoli, dato che arriva quasi a 550 pagine, e ricchissimo di note, fonti, dati, citazioni, tabelle.

Eppure si legge con sorprendente facilità, sia perché scorrevole nella forma sia per le tesi che contiene. Che sono tutte lontane se non contrarie a quanto la cultura dominante, da tempo, afferma sulla religione. Per esempio: siete convinti che la secolarizzazione stia vincendo sulla fede, che non a caso viene data irrimediabilmente sul viale del tramonto?

Ecco, questo libro mostra chiaramente l’esatto contrario, e cioè che l’uomo - pure chi non va in chiesa, perfino chi si dichiara ateo -, se interpellato in modo approfondito non può fare a meno di dichiararsi in qualche modo credente; senza contare che, nel mondo, le grandi religioni stanno avanzando e il cristianesimo stesso non è in crisi.

Oppure: siete persuasi del fatto che le «guerre di religione» sono da condannare e che il fanatismo provoca violenza? Senza fare sconti né, attenzione, sposare nessuna forma di buonismo (per esempio verso il fondamentalismo islamista), l’indagine di Guzzo mostra che la fede in Dio e in particolare il cristianesimo non solo è stato un antidoto, nella storia, alle violenze peggiori – basti pensare alle atrocità commesse nel Novecento dai regimi e dai totalitarsimi -, ma tutt’oggi è un argine al crimine, alla devianza, alla droga, ecc.

Ancora: pensare che la Chiesa sia davvero “nemica delle donne”, come si sente sovente ripetere? Attraverso numerosi riscontri scientifici, Grazie a Dio dimostra non solo che il cristianesimo è stato, nella storia, un formidabile alleato proprio dell’affermazione sociale della donna, ma lo è tutt’ora, nella misura in cui, per esempio, condanna l’aborto procurato, pratica – per citare un tema caro a Pro Vita & Famiglia - che proprio sulla salute femminile ha ricadute spesso sottovalutate eppure pesantissime, sia sul piano psicologico sia su quello fisico.

E si potrebbe continuare a lungo nell’esame dei capitoli di questo nuovo testo, politicamente scorrettissimo eppure inattaccabile per via della solida bibliografia su cui si basa, se non risultasse chiaro che contiene talmente tante informazioni e curiosità che risulta difficile da liquidare in una sintesi. L’aspetto più bello di questo libro, acquistabile on line oppure facilmente ordinabile in libreria, è però un altro rispetto a quanto sin qui detto.

Ci riferiamo alla speranza che le sue pagine alla fine lasciano, anzi trasmettono al lettore; la speranza che questo mondo che alla fede, almeno in Occidente, sembra aver voltato le spalle la possa poi riscoprire. E che anche in Europa, grazie a Dio – è il caso di dirlo -, possa rifiorire quel cristianesimo che è, da sempre, sinonimo di civiltà e di apertura al progresso, quello vero.

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