12/11/2017

Gender a scuola: prospettive ed esperienza

Questa brutta storia è accaduta in Canada, dove col gender stanno “avanti” (e non solo a scuola).

Da noi le tanto sospirate linee guida del Ministro Valeria Fedeli da un lato hanno dato certe assicurazioni – a parole – dall’altro contengono ancora diverse zone d’ombra.

Quindi sarà bene leggere di questa vicenda che coinvolge una ragazzina di 11 anni arrivata sull’orlo del suicidio all’insaputa dei genitori.  

Una scuola media, in Alberta, ha infatti assecondato una ragazzina di 11 anni a cominciare la “transizione” di genere, da femmina a maschio, all’insaputa dei genitori.

La ragazzina infatti diceva ai suoi insegnanti che voleva essere maschio, ma non voleva che i suoi lo sapessero. I docenti le hanno consentito  di vivere la scuola da maschio: nome, spogliatoi, squadre sportive. ecc.

I genitori dal canto loro sapevano la figlia, moderatamente autistica, stava soffrendo di disforia di genere. Ma non avevano idea che la scuola stesse agevolando la sua “transizione”.

E un disegno di legge, che il Governo preme perché sia approvato presto, impedirà  alle scuole di  parlare con i genitori di eventuali problemi di identità sessuale riscontrati nei ragazzi. C’è un presupposto sottinteso: gli attivisti LGBTQIA(...) sono considerati più affidabili delle famiglie, nella cura e nell’educazione delle nuove generazione.

Dopo circa un anno di questa doppia vita la ragazzina – a 11 anni – ha manifestato sintomi di profonda depressione e ha espresso intenti suicidari.  Allora la scuola si è decisa di avvisare i genitori, che hanno immediatamente ritirato la figlia e hanno adito le vie legali.

Un altro caso analogo era avvenuto nel mese di marzo. Una ragazzina, anche lei autistica, di 12 anni era stata affidata ai consulenti della scuola che avevano cominciato a trattarla e a farla trattare da maschio, a scuola, senza dir niente alla famiglia. La cosa è durata alcuni mesi, acuendo nella poveretta confusione e tensione.

Coloro che si oppongo alla proposta di legge suddetta, sostengono che casi come questi dimostrano che la scuola (e lo Stato – secondo il noto principio di sussidiarietà) devono star fuori dalla vita intima dei ragazzi. A scuola, si insegni a leggere, scrivere e far di conto.

Redazione

Fonte: LifeSitenews

Foto: W. A. Bouguereau (1825-1905), Le raccoglitrici di nocciole, (1882)


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