23/11/2015

Fidanzamento: un percorso di crescita (a due)

Il matrimonio è un’avventura che dovrebbe – il condizionale purtroppo è d’obbligo, come abbiamo visto nel precedente articolo – durare tutta la vita. Come tutte le cose, però, necessita di una fase di preparazione: il fidanzamento.

Al giorno d’oggi tante coppie arrivano all’altare totalmente impreparate. Forse non tanto – o non solo – per colpa loro, quanto piuttosto perché mancano adulti disposti a investire tempo ed energie nell’aiutare i giovani a comprendere appieno il valore del periodo del fidanzamento. Una fase del rapporto di coppia entusiasmante, di certo impegnativo, ricco di sfide e di stimoli... e che dev’essere sfruttato al meglio per conoscere in profondità la persona con cui s’intente passare il resto della propria vita, dando vita a una nuova famiglia.

Come sottolineato da E. Bader e P. Pearson nel libro In Quest of the Mytical Mate (Alla ricerca del compagno mitico, 1988), ripresi da Punto Famiglia, durante il fidanzamento la coppia passa attraverso quattro fasi: la simbiosi, la differenziazione, la sperimentazione, il riavvicinamento e la mutua interdipendenza.

Nella prima fase, definita di ‘simbiosi’, la coppia tende a valorizzare tutti gli aspetti in comune, senza tenere troppo in considerazione le differenze. E’ questo il periodo in cui a dominare è più la passione che la razionalità.

Il secondo step, cui si giunge spesso attraverso una (piccola o grande) crisi è pressoché antitetico al precedente, in quanto si basa sulla differenziazione: “[...] si comincia – scrivono Carolina Rossi e Giulia Palombo – a percepire l’altro per quello che è realmente e si sperimenta da un lato la forte delusione per le differenze e dall’altro la gratificazione per la scoperta dell’unicità dell’altro. Questa fase può essere molto critica, e vissuta con tanta fatica, in alcuni casi, portare alla fine del rapporto, soprattutto quando uno dei due pensa e si blocca sul bisogno che l’altro cambi per aderire pienamente alle proprie aspettative o ancora il cambiamento è percepito come una minaccia grave o un peggioramento di un rapporto fino a quel momento sentito come perfetto“.

Se si riesce a superare questo scoglio, riuscendo a dare il giusto peso ai pregi e ai difetti del proprio partner, si accede alla fase della sperimentazione. Anche questo periodo del rapporto si presenta impegnativo, in quanto entrambi i poli della coppia devono trovare il giusto equilibrio tra l’affermazione di se stessi e la valorizzazione del ‘noi’. “Il rischio in questa fase – scrivono ancora le Autrici – è che si crei una certa distanza emotiva e/o rabbia reciproca, che portano a situazioni anche molto conflittuali“.

L’ultima fase, denominata ‘del riavvicinamento e della mutua interdipendenza‘, vede la vittoria del compromesso: non nel senso di accettazione acritica di qualsiasi cosa, bensì nell’intento comune di trovare una soluzione e di venirsi reciprocamente incontro, imparando ad accettare e ad amare il partner nella sua totalità, difetti compresi.

Nella coppia ‘matura’ che ha in modo funzionale attraversato le criticità delle varie fasi, i confini tra l’io, il tu e il noi sono definiti in maniera ora più chiara. L’amore passa dall’esser percepito come realizzazione personale a spazio di reciproca realizzazione ed espressione. Ci si dedica insieme ed in modo sintonico alla relazione di coppia: non c’è più l’aspettativa che sia l’altro ad andare incontro ai propri bisogni e aspettative, ma ci si muove l’un l’altro reciprocamente andandosi incontro“.

L’attraversare queste quattro fasi, come si può facilmente intuire, non è facile ed è necessario che la coppia sia accompagnata. Il rischio, altrimenti, è quello di far prevalere i sentimenti o la sensualità, lasciando diverse questioni irrisolte. Questioni che magari nel fidanzamento rivestono un ruolo marginale, ma che rischiano di ripresentarsi in maniera decuplicata nel matrimonio.

Il fidanzamento è un allenamento. Il risultato che ne consegue è una coppia che sia capace di fare squadra, che sia consapevole dei propri punti di forza e dei propri aspetti deboli, ma che abbia ben chiaro che il matrimonio è una partita che si vince assieme. Ogni giorno.

Teresa Moro

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