04/05/2016

Fecondazione artificiale e strani "donatori" di sperma

Immaginiamo che ci venga chiesto, oggi, come nascono i bambini. Fino a qualche tempo fa – al netto di cavoli e cicogne – la risposta possibile era una, e una soltanto: “Dall’unione tra un uomo e una donna“. Ora non è più così. La riposta più corretta è diventata: “Dipende. La maggior parte dei bambini viene concepita in maniera naturale, ma ce ne sono alcuni che sono frutto della fecondazione artificiale, con o senza la pratica dell’utero in affitto.

Lo chiamano progresso. In realtà non è altro che un segno della pericolosità dello scientismo, della superbia degli “scienziati” che non accettano di rispettare i limiti bioetici che la natura e il buon senso gli mostrano.

Il risultato del ‘moltiplicarsi’ (lo mettiamo tra virgolette perché comunque, di fondo, il dato di realtà è rimasto immutato: per far nascere un bambino serve il contributo di ‘un lui’ e quello di ‘una lei’) delle possibilità di procreare sta generando tutta una serie di problemi a livello etico, ma anche a livello di identità personale e di società: quando nasce la vita? Chi dispone di essa? Chi sono i miei genitori? Quali sono le mie radici? E si potrebbe proseguire.

Viene quindi spontaneo chiedersi: “Nell’industria che fabbrica le persone, cosa può andare storto?”. Titola proprio così un articolo apparso su LifeSiteNews, che spiega in quali rischi può incappare chi ricorre alla fecondazione artificiale, sottolineando come molto spesso, in questa vera e propria ‘industria’ della fecondazione, ci si dimentichi che il ‘prodotto finale’ sono persone umane.

Abbiamo parlato più e più volte dei rischi per le donne che si prestano a a vendere gli ovuli. E anche dei rischi che corrono le donne che ricevono l’impianto degli embrioni creati in vitro, per sé o come madri surroganti.
Ma c’è anche un pericolo che  arriva da parte maschile. Ovvero, dai venditori di sperma, che molto spesso, pur di ottenere il compenso promesso dalle agenzie per la “donazione”, mentono sulle proprie reali condizioni di salute (solo la neolingua concepisce la “donazione” a pagamento...).

uomo_donna_coppia_amore_sesso_bacio_fecondazione-artificialeLo dimostra una storia che arriva dal Canada. Quella di Chris Aggeles, trentanovenne georgiano, con il cui seme sono nati trentasei bambini (... orfani di padre). Grazie a delle indagini condotte sul “donatore” da una delle madri è emerso che il profilo che Aggeles aveva fornito all’agenzia non era corrispondente alla realtà. La sua vera storia, al contrario, era contraddistinta da seri problemi mentali, come schizofrenia, bipolarismo e narcisismo. In più il venditore, che si era descritto come laureato e ricercatore all’università, in passato aveva anche avuto problemi con la giustizia.

Secondo l’articolo questo non sarebbe l’unico caso di persone affette da disturbi della personalità che si propongono come venditori di sperma. Anzi, le persone affette da disturbo narcisista sarebbero proprio le più attratte da un ‘lavoro’ simile, e sarebbero molti i bambini nati in vitro che potrebbero aver ereditato questa caratteristica della personalità.

Quello di non conoscere il padre dei propri figli, quindi, può essere talvolta un vero e proprio rischio... Insomma, non si può agire secondo le logiche del mercato e del profitto, quando il “prodotto” che esce dalla “fabbrica” è un essere umano.

Anastasia Filippi


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