15/12/2015

Eugenetica – Nasce Down: ginecologo condannato

Un ginecologo di Mantova è stato condannato dalla Cassazione a risarcire una coppia che ha dato alla luce una bambina con la sindrome di Down. L’eugenetica segna così un altro punto a suo favore, e con lei le manie di perfezionismo – che, poi, chi li stabilisce questi canoni di perfezione? – che attanagliano i pensieri della società contemporanea.

Avevano deciso di abortirescrive Andrea Rossi su La Stampase fosse stata affetta da gravi malformazioni. I dottori lo sapevano. Eppure il ginecologo non è andato oltre gli esami indispensabili, come il bi-test, prelievo di sangue che fornisce un indice di rischio sulle patologie. Gli esiti erano positivi, non sembrava necessario approfondire, anche perché la signora Libuse S., originaria della Repubblica Ceca, all’epoca ventenne, era giovane e in buona salute. Non le ha consigliato l’amniocentesi né l’analisi dei villi coriali (un campione di tessuto della placenta). Ma, soprattutto, non l’ha informata su tutte le indagini prenatali utili a rilevare eventuali malformazioni del feto (della bambina!, ndr), che i genitori hanno poi deciso di non riconoscere“.

La causa contro il ginecologo risale a dieci anni fa e, in principio, aveva visto la ‘vittoria’ di quest’ultimo. La coppia era quindi ricorsa in Appello, ancora una volta senza gli esiti desiderati. Invece, il terzo grado di giudizio li ha visti uscire ‘vincitori’, anche se la decisione appare in contrapposizione con le linee guida del Ministero della Salute, secondo le quali non bisognerebbe prescrivere esami se non di fronte a un’evidente necessità. Necessità che in questo caso non c’era.

Qual è quindi la colpa che viene imputata al ginecologo? Non tanto una mancanza sul piano strettamente medico, quanto il non aver dato ascolto alla volontà della propria paziente, preoccupata per il risultato del Bi-test, e il non averle fornito indicazioni complete circa gli esami che avrebbe potuto fare.

Il ginecologo dovrà quindi risarcire la coppia.

Ma in tutta questa storia la cosa più triste è che nessuno pensa alla bambina che è nata: è vero, è affetta da “Trisomia 21”, ma questo le toglie forse dignità? Questo permette ai suoi genitori di pensare a lei come a uno ‘sbaglio’? A un ‘errore’ che non avrebbe dovuto mai vedere la luce?

Il tutto senza ovviamente tenere in considerazione che la scienza sta facendo passi da gigante per limitare gli effetti della sindrome di Down che, è triste doverlo ribadire, in ogni caso non vanno ‘limitati’ con l’aborto terapeutico.

eugenetica_Jérôme Lejeune_trisomia 21_mostraCi piace concludere questo articolo ricordando Jerome Lejeune, fondatore della genetica moderna, che nell’agosto del 1958 scoprì l’esistenza, nei pazienti affetti dalla cosiddetta “Sindrome di Down”, di un quarantasettesimo cromosoma. Cromosoma che morfologicamente è identico agli elementi del ventunesimo paio: ecco perché lo studioso propose di sostituire il nome della sindrome con “Trisomia 21”.

Lejeune morì il giorno di Pasqua del 1994, lasciando il ricordo di un uomo che seppe molto amare e che, fino all’ultimo, fu strenuo “difensore della verità sulla vita umana”, senza porre alcuna condizione e senza nutrire mai alcun dubbio. Durante i funerali, svoltisi nella cattedrale di Nôtre Dame di Parigi, Cecilia, una sua piccola paziente, recitò per lui questa poesia: “Mio Dio, per favore / veglia sul ‘mio amico’; / per la mia famiglia io sono brutta assai, / lui mi trova persino carina, / perché sa com’è fatto il mio cuore”.

In fondo, come titolava il video promosso nel marzo di quest’anno dalla Fondazione Jerome Lejeune in occasione della Giornata Mondiale della Sindrome di Down: “Essere diversi, è normale“... solo che troppo spesso ci si ferma alle apparenze.

Redazione

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