11/04/2015

Eugenetica: il Governo si adegua e non difende la legge

La Corte Costituzionale darà un altro colpo mortale alla legge 40, consentendo la pratica eugenetica che quella legge avrebbe voluto evitare.

Alcuni avevano sperato che la regolamentazione della fecondazione artificiale potesse evitare il far west, potesse porre paletti fermi per contenere lo spirito prometeico della mala scienza. Si erano sbagliati.

Il Governo, comunque, dovrebbe rappresentare il popolo: un popolo che aveva espresso, tramite referendum, la volontà di non peggiorare la legge 40. Invece non interverrà. E i giudici continuano a fare e disfare le leggi, in barba al principio democratico della separazione dei poteri. 

Riportiamo in proposito il comunicato stampa del Movimento per la Vita.

«Sorprende e addolora la decisione della Presidenza del Consiglio di non intervenire martedì 14 davanti alla Consulta per difendere la legge 40/2004 nel ricorso promosso contro il divieto di accesso per coppie fertili che desiderano sottoporre preventivamente l’embrione a screening per escludere eventuali malattie genetiche» afferma Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la vita.

«Sorprende, perché il governo smentisce in tal modo il dato politico di una legge approvata nel 2004 a larga maggioranza dal Parlamento e sottoposta anche alla prova referendaria.
«La politica lascia trasparire così una pericolosa subordinazione al potere giudiziario e lascia la legge indifesa di fronte ad un progressivo smantellamento a colpi di sentenze. Il primato della politica vorrebbe che, se si vuol cambiare una legge, lo si faccia nelle aule parlamentari ed alla luce del sole.

Bludental«Addolora, perché prelude all’introduzione nel nostro ordinamento di un pericoloso principio di tipo eugenetico che neppure la stessa legge 194 sull’aborto aveva mai osato invocare. La possibilità di una selezione eugenetica rischia di contribuire al diffondersi di un’idea di società capace di accoglie i sani e i forti e non già i fragili e i malati. Tanto più quando nel nostro Paese diviene ogni giorno più difficile adottare bambini.
«Non esiste il diritto ad avere un figlio, ancor meno il diritto ad avere un figlio sano» conclude Gigli. «Non esiste un diritto all’autodeterminazione senza bilanciamento con la tutela dei soggetti fragili coinvolti nelle scelte, a meno che non si pretenda di non considerare più l’embrione umano come un essere umano».

Daniele Nardi

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