01/04/2022 di Manuela Antonacci

Empoli. Sessualità all’Istituto Ferraris-Brunelleschi senza consenso dei genitori. Il caso finisce in Comune

All’Istituto Superiore ‘G. Ferraris - F. Brunelleschi’, di Empoli, lo scorso 22 e 24 marzo si è tenuto un non ben precisato “corso sull’affettività”, in via telematica, dal titolo “Il significato evolutivo della sessualità umana e le sue caratteristiche transculturali”.

Come relatore è intervenuto il dottor Vieri Boncinelli, laureato in Scienze Biologiche, laureato in Medicina e Chirurgia, specializzato in Psicologia Clinica, specializzato in Ostetricia e Ginecologia, perfezionato in Sessuologia. In realtà non si conoscono nel dettaglio i contenuti del corso, né nella circolare inviata dalla preside Grazia Mazzoni. A quanto emerso successivamente, inoltre, c’è stata una grave negligenza da parte della scuola nel non chiedere il consenso informato ai genitori degli alunni.

Un’ambiguità di fondo che ha spinto il gruppo consigliare di Fratelli d’Italia del comunque ad avanzare un’interrogazione in senso al Consiglio Comunale. Abbiamo raggiunto telefonicamente il Capogruppo di FdI Andrea Poggianti che ci ha spiegato quanto successo.

Ci sono alcuni aspetti problematici, nella questione, su cui vi siete soffermati nell’interrogazione: innanzitutto non si comprende se sia stato richiesto un esplicito consenso da parte dei genitori degli alunni minorenni.

«C’è stata un’ambiguità e una grave negligenza nel non chiedere il consenso informato dei genitori su un corso esterno al piano didattico. E’ stata diffusa una circolare in cui però si omette totalmente la richiesta di un consenso scritto da parte dei genitori. Nel testo della circolare viene preannunciato il corso come obbligatorio».

Obbligatorio, addirittura?

«Sì, richiesto, almeno questa è la parvenza, dai rappresentanti degli studenti, questo corso è stato poi avvalorato dalla dirigente scolastica la quale non definisce nemmeno come “opzionale” la partecipazione, né richiede il consenso, anzi, nella circolare è inserito un avvertimento ai docenti: laddove la classe avesse delle reazioni inconsulte a causa dei contenuti, di scollegarsi immediatamente dalla call. Per la precisione nella circolare è scritto “Raccomando a voi Studenti un comportamento adeguato e invito i Docenti a disconnettere immediatamente la classe, qualora si presentino comportamenti non consoni, che saranno poi valutati a livello disciplinare».

Dunque la preside era consapevole dei contenuti poco adatti ai ragazzi?

«Un avvertimento che riguarda sicuramente un tema sensibile a cui si prevedono addirittura delle reazioni tali da rendere probabile e possibile l’interruzione, seduta stante, del collegamento, prefigurando già che si tratta di un tema scottante, capace di ferire delle sensibilità e questo emerge chiaramente dall’avvertimento della circolare».

Cosa avete chiesto nell’interrogazione e qual è stata la risposta?

«Durante la discussione si sono scaldati gli animi tra me e il sindaco che inizialmente ha detto che non individuerebbe nessun pericolo gender nelle scuole e che si tratterebbe di un’interrogazione surreale, anche se, a prescindere, ha dichiarato che l’ideologia gender sarebbe ampiamente abbracciata dalla sua amministrazione, ma che in ogni caso la questione non sarebbe di sua competenza perché si tratterebbe di una scuola secondaria superiore. E’ pur vero, però, e questa è stata la mia risposta, che il nostro sindaco, di Empoli, è anche vicepresidente della città metropolitana di Firenze, quindi è il numero due della provincia di Firenze, dunque ha piena gestione delle scuole superiori».

Alla fine della discussione, ci sono stati riscontri concreti?

«Abbiamo fatto quattro domande e ventilato il riscontro al prefetto per una mancata risposta, di cui invece, ho il diritto. Così alla fine della lunga discussione, il sindaco ha detto che inoltrerà l’interrogazione, senza assumersi alcuna responsabilità, alla dirigente scolastica che sarà libera di rispondermi o meno, ai primi due punti dell’interrogazione. Alla domanda in cui le ho chiesto se fosse stata preventivamente informata sul corso, in qualità di sindaco, mi ha risposto con un no secco e ha anche aggiunto che non ricorrerà al provveditorato agli studi per promuovere nessuna sanzione disciplinare nei confronti della dirigente scolastica per aver violato il POF e la richiesta di un consenso informato. Attendiamo dunque la risposta della preside sul contenuto del corso e soprattutto quali siano le referenze del professore che terrà il corso nell’ambito di un contesto scolastico, alla presenza dei minori».

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.