14/09/2021

Elezioni Roma. Scicchitano (FdI): «Ecco il piano-shock per le famiglie numerose. E sulle parrocchie…»

Il Comune di Roma Capitale è chiamato, i prossimi 3 e 4 ottobre, a votare per eleggere il sindaco e il Consiglio Comunale. Tra i candidati pro life spicca Giuseppe Scicchitano, 35 anni, sposato, 2 figli, ingegnere, al secondo mandato al Consiglio del II Municipio di Roma e ora candidato all’Assemblea capitolina tra le fila di Fratelli d’Italia a sostegno di Michetti sindaco. Il giovane candidato cattolico ci racconta le sue priorità: famiglia, trasporti, giovani e parrocchie, che stanno anche alla base della sua sottoscrizione del Manifesto valoriale promosso da Pro Vita & Famiglia e dall'Associazione Family Day.

 

Scicchitano, ci dica innanzitutto come nasce il suo impegno in politica.

«Da ragazzo sentivo il desiderio di mettermi al servizio degli altri. Ho fatto un anno di seminario per vedere se Dio mi volesse sacerdote. Oggi sono sposato e ho due figli, eppure è rimasto in me quello slancio per il bene comune. Grazie all’incoraggiamento dei “miei” Papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Papa Francesco, ho capito di essere chiamato alla  vita politica, che San Paolo VI ha definito la più alta forma di Carità. Così mi sono candidato al mio Municipio, dove lavoro da quasi dieci anni e sono contentissimo».

Qual è il contributo specifico di un cattolico in politica, secondo lei?

«Noi cattolici abbiamo un tesoro immenso da mettere a disposizione dell’uomo contemporaneo, per aiutarlo ad affrontare alcune tra le più scottanti sfide mai viste nella storia: la Dottrina Sociale della Chiesa, sempre arricchita dal magistero dei Papi. Portare in politica la prospettiva della Dottrina Sociale della Chiesa, che guarda al bene integrale dell’uomo secondo la sua natura e non in modo ideologico, è una forma di evangelizzazione del nostro tempo a cui nessun cattolico può sottrarsi, da elettore o da eletto. Io faccio la mia piccola parte».

Ci dica i punti fondamentali del suo programma. Se eletto al Consiglio Comunale di Roma…?

«Se eletto al Consiglio Comunale di Roma mi impegno, innanzitutto, a far discutere e votare un piano-shock per sostenere le famiglie numerose e favorire la natalità. Io non solo sono padre di famiglia ma sono il quarto di ben undici figli, quindi so cosa significa per un genitore farsi in quattro ogni santo giorno tra una infinità di bisogni e programmi. Chi mette al mondo figli manda avanti l’intera società e ha diritto a speciali agevolazioni e benefici, come sancito dall’articolo 31 della Costituzione, che pochi ricordano».

Ci dica alcuni punti di questo suo piano-shock.

«Tutta la tassazione comunale (IMU, IRPEF, TARI) modulata sul numero di figli: più ne hai e meno paghi; dal terzo figlio in poi asilo gratis e diritto di scelta sulle strutture più vicine a casa; tutti i figli di una famiglia numerosa viaggiano gratis sui mezzi pubblici fino ai 24 anni; un disco orario speciale per le famiglie numerose per il libero accesso alla ZTL e 2 ore di sosta gratuita sulle strisce blu, perché chi ha più figli deve muoversi di più per portarli a scuola, al catechismo, al calcetto, a danza, etc; parcheggi riservati alle donne incinte nei luoghi strategici della città (scuole, ospedali, uffici pubblici); convenzioni con le farmacie comunali per tariffe agevolate su beni per l’infanzia come pannolini e latte in polvere; più parco-giochi attrezzati per bambini con più cura del verde, telecamere di sicurezza e punti-fasciatolo per i neonati e tanto altro…».

Sembra davvero una rivoluzione di prospettiva. Qualcuno le dirà, però, che una famiglia romana ha anche altri problemi che non riguardano solo il numero dei figli, come il traffico micidiale di Roma…

«Guardi, io sono un ingegnere specializzato in mobilità e trasporti, la vera piaga di Roma, quindi sono d’accordissimo. Possiamo avere le ville più verdi, i musei più belli, i servizi pubblici più efficienti… ma se restiamo imbottigliati nel traffico per arrivarci, o se perdiamo due ore solo per trovare parcheggio, è tutto inutile. Bisogna rivoluzionare la mobilità a Roma, e questo si fa solo studiando nel dettaglio i flussi degli spostamenti giornalieri e settimanali usando le nuove tecnologie e integrando meglio i traporti privati con quelli pubblici. Uno studio a cui io ho già lavorato per oltre un anno ed è pronto per essere attuato».

Qualche altra proposta del suo programma che ritiene più significativa?

«Due in particolare. La prima riguarda i giovani. Il Comune ha vaste competenze sulle politiche giovanili, ma su questo fronte è latitante. Ci sono schiere di adolescenti che, spesso per le difficoltà socio-economiche delle famiglie, finiscono ai margini della società e della legalità. Ragazzi e ragazze senza punti di riferimento che disertano le scuole e spesso cadono nella rete delle tossicodipendenze o della microcriminalità, oppure si uniscono in babygang che si massacrano di botte per noia e frustrazione. Roma deve avere più a cuore i suoi figli, stringendo le maglie delle reti sociali composte da famiglie, scuole, strutture sportive e parrocchie».

E la seconda?

«Riguarda proprio le Parrocchie. A Roma ci sono circa 330 Parrocchie, che toccano con mano le necessità e il disagio dei cittadini spesso meglio delle amministrazioni pubbliche. I Parroci svolgono un ruolo paragonabile a quello dei rappresentanti dei Municipi. Per questo, se eletto, voglio far costituire una Consulta dei Parroci Romani che, salvo il rapporto istituzionale tra Comune e Vicariato, dialoghi costantemente con l’amministrazione per segnalare i casi di maggior degrado o emergenza sociale».

Ha saputo della “fiera dell’utero in affitto” che l’anno prossimo si svolgerà a Milano?

«Certo, mi fa orrore e spero che le autorità intervengano per vietarla, perché viola le leggi italiane. Dobbiamo capire però che questi eventi si svolgono dove trovano un terreno favorevole: il Sindaco di Milano del Pd Beppe Sala si è schierato a favore del riconoscimento da parte del Comune degli atti di nascita di bambini nati all’estero proprio tramite pratiche come l’utero in affitto, e adesso ci si meraviglia se tanta benevolenza politica ha attirato gli organizzatori di questo bazar criminale che ricorda il mercato degli schiavi? Per questo dobbiamo evitare che Roma, dopo il 3 e 4 ottobre, sia governata dal Pd».

Chi vuole sostenere la sua candidatura, le sue idee e le sue proposte, dunque, come deve votare?

«Per aiutarmi a realizzare il piano straordinario per le famiglie numerose e la natalità e gli altri punti del programma alle elezioni comunali del 3-4 ottobre, bisogna fare una croce sul simbolo Giorgia Meloni-Fratelli d’Italia sulla scheda azzurra per il Comune di Roma e scrivere accanto al simbolo il mio cognome: “Scicchitano”. Può votarmi chiunque è residente a Roma, in qualsiasi Municipio».

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