03/01/2015

Educare all’affettività e alla sessualità

La nostra petizione continua a raccogliere consensi a migliaia. E’ indirizzata alle autorità affinchè promuovano nella scuola progetti educativi a misura d’uomo, non ideologizzati, non contro le leggi naturali, condivisi con le famiglie.

Il progetto di educazione all’affettività e alla sessualità “La luna nel pozzo”, di cui si può leggere sul sito del Forum delle Associazioni Familiari, è un esempio di possibile promozione dello sviluppo della persona degli adolescenti, in un clima di sana cooperazione tra scuola e famiglie, con il contributo di esperti attenti al rispetto dell’individuo e della sua crescita .

Riportiamo la testimonianza di un’insegnante che ha seguito il progetto in una scuola superiore di Bari.

Insegno Fisica in un istituto tecnico tecnologico di Bari da molti anni. Il rapporto quotidiano con gli adolescenti e con i genitori mi ha permesso di constatare l’evidente emergenza educativa presente nel nostro paese.

Dalla convinzione che la scuola non deve solo istruire e formare ma educare, è scaturita la necessità di formulare un progetto di Educazione all’affettività ed alla sessualità, che avesse come idea portante l’educazione sessuale partendo dall’educazione all’affettività.

Accadeva, infatti, che esperti entravano in aula non permettendo ai docenti di essere presenti e senza alcuna comunicazione ai genitori. Venivano impartite un insieme di tecniche. Cosa rimaneva ai ragazzi? Nulla. Infatti i ragazzi sollecitati rispondevano che gli argomenti erano già noti o mostravano indifferenza alla tematica.

In questi anni l’attività realizzata dalla associazione la “Bottega dell’Orefice”, ha evidenziato che il vero bisogno degli adolescenti non è quello di essere informati solo su strumenti e mezzi, ma quello di essere formati in ordine alla sfera affettiva e relazionale.

Non si può parlare completamente di sessualità e di affettività delimitando l’ambito alla sfera fisica ed escludendo così l’ambito delle aspettative, dei desideri, delle domande, della realizzazione e del compimento della persona.

Considerare la sessualità collegata soltanto al rischio di gravidanze e di malattie sessualmente trasmesse e privilegiare contenuti inerenti l’anatomia, la fisiologia e la contraccezione intrappola l’adolescente e non lo educa all’incontro con l’altro ed alla relazione con il diverso da sé. La sessualità deriva dall’affettività, e non viceversa.

Molti dicono ai ragazzi il contrario e così loro cercano nel rapporto fisico quello che non possono avere, finendo nell’insoddisfazione, nella disillusione e nel cinismo.

I risultati positivi ottenuti da questo lavoro hanno suscitato l’interesse dell’USR Puglia che ha finanziato un nuovo progetto, di cui hanno fruito 18 scuole di Bari di primo e secondo grado che si sono costituite in una rete, avente come capofila il mio istituto e la mia persona come referente.

Il corso è stato rivolto ai ragazzi che frequentano la terza media e ai ragazzi che frequentano il secondo anno della scuola superiore, quindi ad un’età che va dai 13 ai 15 anni, età in cui il ragazzo si sta formando. Il corso ha aiutato, accompagnato ciascun ragazzo a far emergere la verità, la bellezza, i desideri che scopre dentro di sé e lo ha aiutato a porlo nella giusta relazione con se stesso e quindi con la sua famiglia e con gli altri.

Spesso sembra che i ragazzi siano superficiali, indifferenti a volte oserei dire persino cinici, ma è solo apparenza, perché opportunamente stimolati e accompagnati tirano fuori il meglio di sé, fanno emergere il senso del bello, del vero che è dentro ciascuno di noi e che spesso per vicende personali, familiari e per lo stesso clima culturale in cui siamo immersi rimane nascosto.

I ragazzi hanno mostrato di avere grandi domande che attendono una risposta ed è proprio compito della scuola e della famiglia tirar fuori il desiderio di bene che è in ciascuno di loro e sostenerlo. Prima di iniziare gli incontri in ciascuna classe, il progetto viene presentato ai genitori al fine di condividere le scelte educative e la conduzione dell’attività. Al termine degli incontri vengono reincontrati i genitori, gli alunni e i docenti per presentare i risultati conseguiti e dialogare costruttivamente.

L’associazione “La Bottega dell’Orefice” lavora in stretta collaborazione con i docenti che sono sempre attivamente presenti durante gli incontri. Il lavoro effettuato in ciascuna classe parte da un’attenta analisi e dai bisogni reali degli alunni e continua nelle classi dopo ciascun incontro. C’è sempre un dialogo tra i docenti della classe ed il referente del progetto con gli esperti. Questa continua sinergia e disponibilità permette di tener presente la situazione di ciascun alunno che si sente protagonista nel lavoro svolto favorendone il successo ottenuto.
E’ nata l’esigenza di aprire una pagina facebook proprio per essere vicini agli alunni usando il loro stesso linguaggio.

L’anno scorso nel mio istituto si è tenuto un corso anche per i genitori. Sono stati gli stessi genitori a chiederlo dopo aver ascoltato sia la presentazione che il report del progetto.
Riporto le testuali parole di un genitore: “Anche noi genitori abbiamo bisogno di un corso per imparare ad affrontare queste tematiche per educare i nostri figli alla verità e per essere genitori efficaci”.

Questo corso ha contribuito a rafforzare ulteriormente il rapporto scuola-famiglia e ha permesso un contesto, un ambito di coinvolgimento, in cui è stato possibile mettersi insieme per dialogare e lavorare su una proposta educativa che possa accompagnare il ragazzo nella sua crescita affinché comprenda la bellezza e il valore della vita.

Maria Altieri
Docente di Fisica presso ITT “M.Panetti” Bari

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