13/11/2018

Critiche alla campagna sull’utero in affitto - Pillola #3

Critica n. 3: “Chi è contrario all’utero in affitto, alla compravendita dei gameti e alle registrazioni di cui alla cronaca, fondamentalmente vuole discriminare i bambini, creando bambini di serie A e bambini di serie B”.

Innanzittutto, permettetemi.... farebbe sorridere, se non facesse piangere, che questa accusa spesso arriva da chi ha deciso a tavolino di “creare” bambini di serie B, bambini cioè a cui è stato tranciato ogni legame con la propria mamma e il proprio papà, o da chi, pur non avendo compiuto questo, lo saluta con favore o menefreghismo. Ma prescisso ciò, se il mancato riconoscimento all’anagrafe della nascita di un bambino da due uomini o due donne significasse discriminare il bambino, tutti quelli che hanno deciso di andare all’estero, “ottenere” un bambino con pratiche illegali in Italia, e portare il bambino qui, sono sadici?

Provo a spiegarmi meglio: se veramente non riconoscere all’anagrafe che due uomini o due donne possono mettere al mondo un bambino significherebbe discriminare quel bambino, i vari Sergio Lo Giudice, Vendola, Vecchioni, che hanno portato i figli tanto amati e desiderati in uno Stato in cui sono destinati a soffrire, perchè la legge la conosciamo tutti, sono mostri? Cioè se questa mancanza di riconoscimento significasse per il bambino essere discriminato, significasse essere destinato a soffrire, significasse essere un bambino di serie B, chi ha deciso a tavolino di (oltre a negargli una madre o un padre) portarli in Italia per crescerlo con il proprio compagno o compagna, è un mostro?

Se avesse ragione chi afferma che al bambino cambia se i due adulti sono riconosciuti o meno entrambi come genitori, significa che chi obbliga questi bambini a stare in Italia, nonostante sia un posto orrendo per loro, non vuole il loro bene, non mette il bene del bambino davanti al proprio, anzi verrebbe da pensare che sfrutta questi bambini come fossero una bandiera di una battaglia ideologica, come fossero oggett.... ah, giusto.

Maria Rachele Ruiu

Pillola #1
Pillola #2

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