08/11/2018

Critiche alla campagna sull'utero in affitto - Pillola #2

Critica n. 2: “Avete fatto uscire prima il manifesto con due uomini, con due donne e solo alla fine quello con la coppia di sesso opposto perchè siete omofobi”.

Partiamo da un presupposto: l’utero in affitto è una schifezza chiunque lo sfrutti. Chi compra un bambino compie un gesto schifoso e violento. E profondamente ingiusto. Chiunque sia. Noi speriamo che vengano perseguiti tutti quegli adulti che sfruttano questa pratica barbara.

Questa campagna in particolare, come spiegato in ogni comunicato, nasce come risposta a chi, in barba alla legge italiana, ha fatto trascrivere o iscrivere alle anagrafi atti di nascita di bambini come fossero figli di due uomini o due donne. Una risposta decisa a tutti quei giudici e sindaci che, con atti falsi, anzi falsissimi, hanno dichiarato possibile e legale asfaltare il diritto dei bambini di non essere acquistati all’estero come fossero oggetti, di non essere programmati “orfani”, di non essere privati, grazie a una firma e un contratto tra adulti, della propria mamma, del proprio papà e del diritto alle origini.  Una risposta chiara a tutte quelle giunte di centro sinistra e pentastellate che, di fatto, hanno voluto avallare il desiderio del più forte a discapito del diritto del più debole: se i più forti sono adulti e d’accordo tra loro, possono strappare con violenza il diritto del neonato che non può difendersi. Giusto? Secondo noi no.

I bambini non sono oggetti di diritto, non sono una merce da comprare all’estero e poi “condonare” in Italia con un atto falso. E i primi che hanno chiesto pubblicamente che questo potesse avvenire, con il plauso di alcuni politici e cosiddetti intellettuali, sono state coppie dello stesso sesso. Così come è stato chiesto pubblicamente in tutti i manifesti dei pride: legalizzazione dell’utero in affitto e compravendita di bambini e gameti (con l’eterologa).

Per questo la campagna è iniziata con quel manifesto: molti giornali, politici e molti intellettualoidi si sono spesi in questi mesi in sbrodolamenti, accogliendo le scelte scellerate di queste giunte positivamente. Proprio in questi giorni la Cassazione si pronuncia su una trascrizione avvenuta a Trento in favore di una coppia di uomini che aveva fatto ricorso all’utero in affitto in Canada.

Purtroppo la realtà è questa: sono le coppie dello stesso sesso che, anche attraverso le loro associazioni, stanno chiedendo a gran voce la legalizzazione di queste pratiche barbare.

È vero però che, in ordine assoluto, l’utero in affitto è anche, e stando alle statistiche soprattutto, sfruttato da coppie di sesso opposto. Questo il motivo per cui abbiamo pensato di far uscire tre manifesti: non potevamo esimerci dal denunciare fermamente anche loro!

N.B. [Proprio perchè non è questione di orientamento sessuale, mi piace ricordare che molti omosessuali sono contrari a queste pratiche: in molti difendono convintamente il diritto dei bambini di stare con mamma e papà].

Maria Rachele Ruiu

Pillola #1

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