30/03/2020

Coronavirus: consegna fascia tricolore alla Madonna, denunciato sindaco

Che la situazione riguardo la libertà di culto stia cominciando seriamente a precipitare è chiaro, oltre che dalle continue e sempre più severe restrizioni riguardo le cerimonie religiose e l’accesso ai luoghi di culto che, dopo l’ultima nota della Direzione centrale degli Affari dei Culti del Ministero dell'Interno, possono essere raggiunti solo se si trovano sul percorso per andare al lavoro o quello degli spostamenti per situazione di necessità, ma anche da episodi incredibili come quello che stiamo per raccontarvi.

A Giulianova, località marittima abruzzese, il sindaco, Jwan Costantini è stato denunciato per aver consegnato, il 25 marzo scorso, la fascia alla Madonna della città. Chissà cosa avrà pensato il primo cittadino quando al termine della cerimonia e sulla soglia del santuario locale della Madonna dello Splendore, ha visto i carabinieri attenderlo allʼuscita.

Peraltro stiamo parlando di una cerimonia a porte chiuse a cui erano presenti solo i 4 parroci di zona, qualche esponente del Municipio e i padri custodi del santuario, non più di 12 persone, tutte a distanza di sicurezza e con la mascherina, ma, tant’è, quel numero sparuto è stato considerato un “assembramento”. Ma il sindaco ha risposto con fermezza a Tgcom24: "Sono la massima autorità civile e il capo della Protezione Civile, non ho violato nessun Dpcm”. Eppure sono stati denunciati, insieme a lui, tutti i partecipanti alla Messa del Santuario dove si è tenuta la cerimonia, peraltro molto semplice: dopo la celebrazione, il sindaco si è inginocchiato per affidare la città alla Madonna e donare la fascia tricolore deponendola sull’altare.

Il quotidiano teramano “La Città” che ha riportato l’episodio, ha spiegato anche che la Procura ha aperto un fascicolo e i “responsabili” «Dovranno rispondere della violazione dei provvedimenti disposti dal decreto governativo del 9 marzo. Stando alle ultime disposizioni, le sanzioni saranno di carattere amministrativo e non penale». La denuncia (o in questo caso è lecito parlare di “delazione”?) sarebbe partita da consiglieri dell'opposizione e alcuni cittadini.

 

di Manuela Antonacci

 

 

Questo articolo e tutte le attività di Pro Vita & Famiglia Onlus sono possibili solo grazie all'aiuto di chi ha a cuore la Vita, la Famiglia e la sana Educazione dei giovani. Per favore sostieni la nostra missione: fai ora una donazione a Pro Vita & Famiglia Onlus tramite Carta o Paypal oppure con bonifico bancario o bollettino postale. Aiutaci anche con il tuo 5 per mille: nella dichiarazione dei redditi firma e scrivi il codice fiscale 94040860226.