24/04/2015

“Contraccezione” d’emergenza? Non è contraccezione

Su EllaOne, la pillola dei 5 giorni dopo, e la cosiddetta “contraccezione d’emergenza” urge una corretta informazione.

Dal blog Vitanascente apprendiamo un resoconto dell’interrogazione parlamentare che l’On. Gigli, presidente del Movimento Per la Vita, ha presentato qualche giorno fa:

Nella seduta della Camera nr. 408 del 14 aprile scorso, l’On. Gian Luigi Gigli ha presentato un’interrogazione al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, relativamente ad ellaOne, la cosiddetta “pillola dei 5 giorni dopo”.

L’On. Gigli rileva che, con interpellanza urgente dell’8 gennaio scorso era stata segnalata al Governo l‘incongruenza evidente fra l’informazione contenuta nel foglietto illustrativo del farmaco ellaOne (Ulipristal acetato, la pillola dei cinque giorni dopo) e quanto invece emerge dalla letteratura medica e, seppure contraddetto dalle conclusioni, anche dai documenti ufficiali dell’EMA (Agenzia europea dei medicinali).

L’On. interpellante sottolinea infatti che ellaOne, presentata come farmaco che previene l’ovulazione e il concepimento, ha una possibile efficacia anti-annidamento: può impedire cioè che un figlio già concepito si annidi nell’utero materno. “I dati in letteratura medica – aggiunge l’On. Gigli – suggeriscono che proprio questa sia la modalità d’azione prevalente del farmaco.”

In risposta all’interpellanza dell’8 gennaio, il Ministro della salute aveva annunciato l’intenzione di effettuare un approfondimento tecnico presso il Consiglio superiore di sanità allo scopo di approfondire i profili di sicurezza del medicinale e di esprimersi nuovamente alla luce della intervenuta variazione a livello comunitario.

L’On. Gigli osserva che dagli organi di stampa si è appreso che il parere del Consiglio superiore di sanità è stato consegnato al Ministro il 10 marzo 2015, ma ad oggi, tuttavia, detto parere non è stato ancora reso pubblico.

Frattanto, in data 25 marzo 2015, l’AIFA ha deciso di trasformare l’ulipristal acetato in un prodotto da banco, limitando la necessità di prescrizione medica alle sole minorenni. (Ne abbiamo parlato anche qui, NdR).

L’On. Gigli ribadisce l’importanza che il parere del Consiglio superiore di sanità venga reso noto: “Una corretta informazione è dovuta alle donne, – afferma l’On. interpellante – affinché esse possano conoscere i farmaci che sono messi a loro disposizione: la scelta, in caso contrario, non sarebbe libera ma condizionata da una falsa informazione. Ne seguirebbe l’impossibilità di un consenso informato in un campo, quello della procreazione, a elevato impatto esistenziale”.

“L’informazione – prosegue l’On. Gigli – è altresì indispensabile per i medici e, più in generale, per tutti gli operatori sanitari. Non può prescinderne, infatti, un esercizio della professione che voglia essere libero e consapevole, nonché rispettoso di una utenza che anche nel ricevere una informazione corretta e completa deve sentirsi rispettata e resa responsabile.”

L’On. Gigli evidenzia quindi l’opportunità che sia reso pubblico il testo integrale del parere espresso dal Consiglio superiore di sanità in data 10 marzo 2015, in risposta ai quesiti illustrati nella interpellanza citata, e chiede se, in relazione al meccanismo d’azione di ellaOne, il Consiglio superiore di sanità abbia chiarito se si possono escludere effetti anti-annidamento e se, per la similarità con la molecola del mifepristone, sia stato escluso l’effetto abortivo per assunzione di dosi multiple del farmaco. (Approfondisci l'argomento della "contraccezione").

 Anna Fusina

 

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