29/03/2015

Aborto fai da te: pillola EllaOne come l’aspirina

Se una donna che ha avuto un rapporto sessuale non “protetto” teme di essere incinta, può correre in farmacia per un ” aborto fai da te“.

Alla faccia del “vogliamo combattere l’aborto clandestino”.

In farmacia si trova la pillola dei 5 giorni dopo, senza ricetta medica – come l’aspirina – che costa circa 30 euro. Invece la pillola – che sostanzialmente funziona allo stesso modo – del giorno dopo costa circa un terzo, ma per averla è necessaria la ricetta del dottore.

Chi ha urgenza, ovviamente, acquisterà il veleno a pagamento, con massima soddisfazione delle case farmaceutiche produttrici.

Ovviamente gli illuminati progressisti come il dottor Silvio Viale protestano contro l’evidente incongruenza e ritengono sia il caso di togliere l’obbligo di ricetta anche al veleno meno costoso.

Filippo Maria Boscia, presidente dell’Associazione Medici Cattolici Italiani (che si è già apertamente schierata contro la liberalizzazione di EllaOne), sul Quotidiano Sanità, fa notare che l’AIFA riporta nella clandestinità gli aborti precocissimi, mascherandoli nella loro precocità e nascondendoli nella facilità di esecuzione.

Ribadisce, infatti, che le pillole del giorno dopo hanno effetto antinidatorio, per cui se il concepimento è avvenuto provocano la morte del bambino (sì è un bambino, non un “grumo di cellule”) che per effetto del farmaco non può impiantarsi in utero.

Inoltre, “banalizzare l’uso del farmaco può provocare un’ abortività spontanea precoce che mette in gioco ogni personale libertà e ogni personale responsabilità”, sottolinea il prof. Boscia.

Per non parlare del consenso informato e del diritto del cittadino-utente a conoscere la verità su ciò che acquista e consuma. “L’uso di un linguaggio equivoco e insicuro viola il principio del consenso informato. Non è solo un problema cattolico, ma è un principio tra i più laici e più squisitamente umani esistenti. Il pur flebile filtro di un colloquio o di un possibile intervento consultoriale è vanificato! Sottratta è ogni possibile assistenza! La società così dimentica ogni possibile difesa della vita al suo esordio”.

Noi, profani, non esperti né di medicina né di farmacia, ci chiediamo: se ci insegnano la massima circospezione nell’assunzione di farmaci e prodotti chimici “innaturali”, tale cautela non andrebbe incentivata anche nei confronti di queste pillole?

Per come le presentano e le diffondono, sembra che non abbiano effetti collaterali.

E il “diritto alla salute” delle donne?

Redazione

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