12/04/2022 di Luca Marcolivio

Carriera alias a Bergamo. Interrogazione parlamentare di Frassinetti (FdI): «Così i minori sono in pericolo»

Le carriere alias continuano a spuntare a macchia di leopardo in varie scuole d’Italia. Una “novità” che viene considerata da chi la propone come strumento di emancipazione per gli studenti che non si identificano con il loro sesso biologico. L’ultimo caso in ordine di tempo è quello del Liceo di Scienze Umane e Musicale “Secco Suardo” di Bergamo, che ha istituito la carriera alia, a seguito della diffusione di un questionario tra gli studenti, dei quali, tuttavia, nemmeno la metà (590 su 1200) ha partecipato all’iniziativa.

Il dirigente scolastico Luciano Mastrorocco ha recepito la richiesta lanciata dal comitato studentesco, accogliendola come «un bel gesto d’inclusione da parte dei ragazzi». L’adozione della carriera alias, denunciata anche da Pro Vita & Famiglia, è però risultata sgradita a parecchie famiglie. Il consigliere d’opposizione al Comune di Bergamo, Filippo Bianchi (Fratelli d’Italia) ha riferito di aver ricevuto «decine di telefonate di genitori molto preoccupati, che hanno minacciato di togliere i propri figli dal liceo», con il risultato della sospensione momentanea della carriera alias al liceo “Secco Suardo”.

Da parte sua, la deputata di Fratelli d’Italia Paola Frassinetti ha depositato un’interrogazione al Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, in cui lamenta in primo luogo il mancato coinvolgimento dei genitori nell’iniziativa. Per l’occasione, Pro Vita & Famiglia ha raccolto il commento della parlamentare, particolarmente determinata nell’ottenere una niente affatto scontata risposta dal governo.

Onorevole Frassinetti, cosa è successo al liceo “Secco Suardo” di Bergamo?

«Dalle notizie che si hanno, si tratta di un progetto di carriera alias per studenti transessuali e transgender. Un progetto nebuloso e poco chiaro, secondo me. Parla di carriera alias per studenti che si sentono transessuali e transgender. È stato proposto un questionario al quale non ha risposto nemmeno il 50% degli alunni ma la cosa grave è che il regolamento sarebbe applicato anche ai minorenni senza il consenso dei genitori a cui non è stato spiegato minimamente il contenuto del progetto. È stato adottato, tra l’altro, in tempi rapidissimi, appena cinque giorni. La decisione è stata presa senza nessun dibattito, né approfondimento. Insomma, mi sembra una proposta surreale e pericolosa, perché comunque va a impattare su adolescenti in un’età critica. Non ne vedo alcuna utilità oltretutto, tanto più che è una proposta di ambito educativo, mi lascia molto perplessa. Non è che l’autonomia scolastica deve diventare un tappeto che copre tutto quello che non va bene…».

Nella sua interrogazione, cos’è che, in particolare, pone in rilievo?

«Questo governo è abituato a non rispondere quasi mai alle interrogazioni ma io cercherò di diffondere la mia interrogazione nei canali giusti, in modo che una risposta alla fine arrivi. Al ministro Bianchi chiedo di valutare anche la legittimità di questa scelta, poiché, essendo coinvolti dei minori, c’è un problema giuridico. Anche per questo, ho presentato la mia interrogazione, chiedendo al governo e al Ministro di approfondire. Come accennavo, il contenuto mi sembra vago e non è stato spiegato per tempo. Mi chiedo come sia stato possibile non coinvolgere i genitori in una decisione del genere… Il questionario che è girato non può sostituire l’acquisizione della conoscenza da parte del genitore che è anche responsabile del figlio prima dei diciotto anni. Alle scuole superiori, poi, almeno per quattro anni, gli alunni sono minorenni. In questa scelta, c’è una carenza di legittimità di cui il preside dovrà rendere conto. Cercherò comunque di portare l’interrogazione a una risposta, presentandola in commissione. I question time sono più veloci, comunque cercherò una modalità che garantisca, sì, la velocità nella risposta ma, soprattutto, la certezza di una risposta, perché è una tematica che può costituire un pericoloso precedente».

Si parla di tanti genitori che hanno protestato per il mancato coinvolgimento. Ha idea se sono una piccola minoranza del totale o se, al contrario, si tratta di un numero più consistente?

«Quando sono venuta a conoscenza che, in una scuola della mia Regione, è avvenuto questo fatto, ho svolto il mio lavoro di legislatore. Ho presentato questa interrogazione, anche su sollecitazione di persone interne alla scuola. Mi è stato chiesto di intervenire, so che al questionario hanno risposto meno della metà degli studenti. Quanti genitori, poi, siano d’accordo o meno, non ne ho idea. Comunque, anche nel caso i contrari fossero un’estrema minoranza, avendo ragione, vanno tutelati».

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