03/09/2019

Cara Cirinnà, la coesione di un Paese "beffato" non si costruisce sui «diritti civili»

Non ha davvero perso tempo Monica Cirinnà. Il governo giallorosso non ha ancora ricevuto la fiducia in Parlamento che la senatrice PD si è subito affrettata a rilanciare le sue ambizioni di sempre: legge contro l’omotransfobia, legalizzazione delle droghe leggere, matrimonio egualitario, omogenitorialità, riforma delle adozioni. Nulla di più prevedibile. Questi pocanzi elencati sono, secondo la senatrice dem, i possibili punti di convergenza in materia di "diritti" tra PD e M5S, nell’ottica della loro futura colazione. Quello che però la Cirinnà non vi dirà è che quegli obiettivi rischiano di diventare gli unici veri collanti della nuova maggioranza. Di rilancio dell’occupazione, di opere pubbliche, di aiuti alle famiglie (quelle vere!), neanche l’ombra. O forse ci sarà una verniciata tanto per poter procedere alla demolizione di tutto il resto.

Non ci spaventa l’ultimo post su Facebook della “senatrice delle unioni civili”: «Per ricucire davvero il Paese, sostituendo a rabbia e paura la solidarietà e la coesione, è necessario anche una netta inversione di rotta in materia di diritti civili, perché libertà, eguaglianza e solidarietà camminano insieme». Cara Cirinnà, la coesione di un Paese non si costruisce certo sul tipo di «diritti civili» che lei promuove. Istituire nuove tipologie di famiglie, legittimando l’adozione omogenitoriale contribuirà a infliggere nuove ferite nelle nuove generazioni e nell’intero corpo sociale. Noi di Pro Vita & Famiglia abbiamo sempre proclamato che un bambino ha bisogno di un papà e di una mamma: questo è un diritto antico e, al tempo stesso, modernissimo. Se sarà messo in discussione, il nuovo governo può star certo che scenderemo di nuovo in piazza contro le diverse “tentazioni arcobaleno”: la nuova maggioranza – c’è da giurarlo – rilancerà l’utero in affitto, una procedura falsamente presentata come progresso, in cui le donne che vi si prestano, accettano di diventare le nuove schiave del XXI secolo: altro che «eguaglianza»…

La stessa senatrice Cirinnà ha ricordato poi che giacciono in Parlamento due disegni di legge, uno dei quali a suo nome, contro l’«omotransfobia». E magari chiunque metterà in discussione i capisaldi del pensiero lgbt, sarà messo a tacere senza troppi complimenti. Per non parlare dell’indottrinamento di massa, che potrebbe nuovamente essere imposto nelle scuole di ogni ordine e grado. È questa la «libertà» che piace al PD e al M5S? Durante la scorsa legislatura, ci battemmo contro il ddl Scalfarotto e lo fermammo. Pochi mesi fa, abbiamo dato battaglia contro l’analogo ddl regionale in Emilia-Romagna. Una “legge-bavaglio” di livello nazionale non farà che moltiplicare i nostri sforzi e le nostre manifestazioni pubbliche a favore della vera libertà d’espressione.

Non per fare psicologia spicciola ma la «rabbia» e la «paura» che la senatrice Cirinnà proietta sui suoi avversari politici, sembrano essere i sentimenti che animavano la manifestazione in cui lei stessa si presentò con le scritte: «Dio, patria e famiglia: che vita de m…».

Ci batteremo affinché, la «pagina bianca» che la Cirinnà vorrebbe riempire di nuovi "diritti", possa rimanere tale. Con il sostegno dei cittadini, delle famiglie, delle associazioni come la nostra, dei politici che ci sostengono, coloreremo quella pagina di altri significati, riportando la famiglia naturale al centro dell’agenda del Paese. Il momento non è dei migliori ma, con la forza del buon senso e della buona volontà, faremo in modo che questa brutta parentesi nella vita politica italiana non duri in eterno. Cirinnà è avvertita: ci ricorderemo e si ricordi anche lei la lezione che hanno preso tutti coloro che hanno provato a sradicare i valori non negoziabili.

di Jacopo Coghe

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